I FUNNY ANIMALS SALUTANO IL 2013

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Natale è passato, ma dato che se ne parla in un altro post, ho pensato di evidenziare qui un commento che stavo scrivendo, un po’ sottogamba, relativamente ai funny animals.

Così, qui lo si vede corredato di qualche immagine, natalizia o meno.

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Dopo aver aperto con il geniale Dan Gordon, si prosegue con l’altro genio indiscusso che fu Walt Kelly.

E fino a qua non ci sono contestabilità.
Il livello qualitativo è talmente alto che questi autori, soprattutto Kelly, influenzeranno molto gli artisti underground delle generazioni attive nei due decenni Settanta e Ottanta.

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In un commento a questo post scrivevo in replica a Sauro Pennacchioli e a Fortunato Latella una lapalissiona ovvietà.

Vale a a dire che nel crogiuòlo dei funny animals USA, come in quelli di altri Paesi, c’è il buono e lo scialbo, l’infantile e l’adulto.
Sono un “medium”, come il Western, la sf e così via.

Dell Logo Yellow

Alcune storie sono decisamente illeggibili, erano infantili al tempo della loro pubblicazione e oggi fanno rabbrividire.
Purtroppo, anche storie di autori italiani bravissimi, ma scritte e disegnate “senza cervello”.

Sono giunto a questa conclusione: il fatto di dover lavorare di corsa e a ritmi massacranti faceva loro privilegiare il disegno alla sceneggiatura (e ai dialoghi, decisamente insulsi e ridondanti, talvolta).

Però… come direbbe anche Mike Barrier, ci sono state storie con alcuni personaggi della Warner Bros., per fare questo esempio, dello stesso livello dei migliori Topi e Paperi. Pare che alcuni sceneggiatori, purtroppo anonimi, e rispetto ai quali si possono fare solo delle illazioni, che non conoscevano affatto i cartoons dei personaggi che gestivano, oppure avevano deciso scientemente di trascurarli.

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Tra l’altro, la gag in copertina del comic book con Bugs e Porky è stata ripresa senza troppi complimenti da Nicola Del Principe il suo albo raro e atipico Trottolino nella “enne” dimensione.

Per Giorgia, che lo chiede in un commento, ecco una copertina di Bugs in versione Arnoldo Mondadori, con il nome tradotto in Lollo Rompicollo e il colorito tramutato da grigio in marroncino.

BUGS BUNNY FOUR COLOR

Elefante bianco

Bugs bunny # 31

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Questi disegnatori e sceneggiatori sono in forza alla Dell Comics, attivi soprattutto nei primi anni Cinquanta.

Arturo e Zoe

Poi c’è il genio di John Stanley, molto considerato oggi, e al quale è dedicato un sito assai approfondito e istruttivo: Stanley Stories.

JStanleySu di lui (foto a destra) avevo scritto un po’ di righe, e così anche su Woody Woodpecker, del quale si potrebbe vedere una tavola sotto se solo la rete funzionasse come si deve. Di fatto si è mangiata tutto questo testo fingendo di metterlo online.

E quindi, peggio per tutti.

Non vedo l’ora di andarmene e lasciar ustionare al Sole per almeno 24 Ore questo povero blog insieme a tutti i gestori di TypePad. Adesso non ho tempo di scrivere altro, perché mi chiama il centro di Tokyo dove si festeggia, a parte la protesta per le stupide luminarie pagate dalla municipalità cretina e reproba usando i soldi degli esangui contribuenti.

Buon San Silvestro.

San Silvestro

Tokyo-NYE-2014

WW Picchiarello

  • Sebastiano |

    a proposito:
    BUON ANNO

  • Sebastiano |

    Walt Kelly su: http://digitalcomicmuseum.com/preview/index.php?did=19571
    … ma fumetto negli US non si dice comics?
    : comici
    perché si è reso necessario utilizzare il termine funny
    : divertente
    ?

  • Sebastiano |

    mi parafra-cito:
    “curioso come “Furry” in inglese abbia un “similare” :
    fury

  • Veddiana |

    Te cilài kiòppi nnonòvo?
    Io pleso 1 kiòppo nnonòvo
    blucia, gila e ppppu-ummm!
    AH AH AH!!
    Io kioppàto kiòppo nnonòvo, Tatina.
    AH AH AH!
    Tatina linziàta, bbattùto polta.
    Via. Pù.
    Tatina nnovècco!
    AH AH AH!

  • Saur Pennacchioli |

    Non conosco bene la biografia di Uderzo, ma secondo me ha poco a che vedere con i francesi.
    Italiano, Uderzo prima si ispira a Jacovitti, come ho già detto, poi a questo Calvo che avevo rimosso dalla memoria, un francese sui generis.
    Inoltre, credo, che Goscinny gli abbia fatto studiare gli americani. La cultura di Goscinny è tutta americana, deriva dai comic book di Harvey Kurtzman. Lavorava per lui a New York, prima che creasse Mad.
    Lo stile di scrittura di Goscinny è esattamente quello di Kurtzman (ma con esiti migliori).
    Ho a casa i Pilote degli anni settanta, che Goscinny aveva trasformato in un (brutto) clone di Mad. La sua ammirazione per Kurtz era sconfinata…

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