END, DI BARBARA CANEPA E ANNA MERLI

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Un’intervista abbastanza estesa con Barbara Canepa e Anna Merli, raccolta dal sottoscritto, è uscita sul numero di Fumo di China adesso in edicola.

Sotto, la riproduzione della copertina, affinché i volenterosi acquirenti non si sbaglino) e non comperino, che so, Notizie del tennistavolo o Voci dalle rotaie).

Fumo

Verissimo è che la rivista si trova con difficoltà, ahimè, o giunge con molto ritardo.

Nella città nella quale il sottoscritto l’ha acquistata è giunta circa tre settimane dopo l’altro capoluogo ubicato a 50 km dalla località precedentemente (non) menzionata.

Quindi, è faticoso assai, trovarla, ma appassionante tentare di rintracciarla, come in una caccia al tesoro.

Piccola, per far felice Loris

Ordunque, dicevamo: da tanti anni Barbara Canepa vive in Francia, dove oltre a realizzare storie a fumetti e illustrazioni, dirige per conto delle Editions Soleil la Collection Métamorphose, i cui libri, sempre raffinatissimi e massimamente curati, rispecchiano la sua sensibilità allegramente inquietante, goticamente melanconica.

È in questo contesto che nasce e si concretizza l’idea di End, un ciclo di volumi realizzato in coppia con Anna Merli, cremonese.
Con lei, Barbara aveva condiviso un’esperienza disneyana con la serie W.i.t.c.h., benché le due creatrici abbiano lavorato alle avventure delle cinque giovani protagoniste in fasi molto diverse della loro storia fumettistica. Dopo il grande successo in terra di Francia, col titolo completo End. Elisabeth è giunto in Italia alla fine del 2012 il primo volume del ciclo, per i tipi della Bao Publishing.

Con Barbara e Anna, impegnate con la loro seconda fatica per Soleil, scambiamo su Fumo quattro chiacchiere nella loro prima intervista cartacea rilasciata nello Stivale.

A corredo del piccolo estratto, che serve a fomentare la ricerca nelle edicole della rivista diretta da Loris Cantarelli, un paio di illustrazioni di Anni, sgraffignate alle sue pagine.

Il sottoscritto chiedeva se la gestazione di END fosse stata lunga.
E Barbara rispondeva:

Sì, lunghissima, com’è giusto che sia per questo genere di fumetto che assomiglia molto a un film per il cinema. Io so fare questo, è il mio modo, quello che preferisco e che mi sento più sicura di affrontare. Anche W.i.t.c.h. era così per me, soprattutto il numero 1, dove io e Alessandro abbiamo dato tutto, credo.

Ci sono tante scuole di pensiero su come si fa il fumetto e cosa rappresenta… a me, sinceramente, mi piacciono tutte. È anche per questo che tra un po’ darò ancora una volta una svolta alla mia vita: quando avrò finito END e Sky Doll. scriverò. Non voglio più disegnare, voglio scrivere dei romanzi. Amo la scrittura, è pura magia… Un potere immenso sull’anima della gente.

Ad Anna ho chiesto come sono andati, dopo l’uscita del libro, gli incontri col pubblico e le dédicaces

E Anna:

La promozione del libro al suo debutto è stato davvero entusiasmante: per quanto mi augurassi di vedere il riconoscimento degli sforzi fatti, negli occhi dei lettori, non immaginavo di emozionarmi cosi tanto…

Avere davanti il nostro pubblico e vederlo godere dei nostri tratti che nascevano in quel momento davanti a loro e personalizzavano la copia che avevano acquistato, ha unito Barbara e me ancora di più e ci ha confermato che le nostre emozioni di tutti questi anni hanno trovato il loro scopo!

Anche nelle dediche abbiamo avuto cura di dare le forme proprie di END, nessun disegno è stato realizzato con la fretta o la stanchezza, anzi proprio questa forse ha donato agli ultimi disegni per i lettori, rimasti in coda per ore, vere e proprie chicche che ci è quasi dispiaciuto non poter tenere e utilizzare per le mostre o il fumetto stesso

Et voici l’illustration que Anna et Barbara nous hanno réalisé pour le festival BD à Darnétal, en Haute-Normandie.

Ce festival se déroulera les 28 et 29 septembre.

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Anna Merli

Sirene

Anna Merli oggi

Chiudiamo con un paio di seducenti foto delle titolari, sopra Anna e sotto Barbara.

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  • Gabriella |

    Non insegnamo a rubare, Sebastiano, non diamo suggerimenti, siamo già un paese di ladri. E quando si è ladri si tende a farsi eleggere per farsi le leggi e farla franca come si è visto.

  • Sebastiano |

    già, le vendite.
    eppure se in Italia ci fosse un fatturato maggiore… potrebbero rubare di più.
    misteri della finanza.

  • Giona Balena |

    Certo, Nestore, ho letto anche i tuoi interventi anche se non credo tutti.
    Ma vari commentatori ne hanno parlato e io che sono un outsider mi trovo del tutto d’accordo.
    Com’è ovvio il mio interesse principale, e che mi sprona a seguire questo blog è il fumetto.
    Per questo mi complimento anch’io con Barbara Canepa, e non soltanto per il suo grande lavoro “d’indirizzo”, ma anche per le vendite che a quel che leggo sono molto buone in Francia.

  • nestore del boccio |

    Sebastiano, non solo: fanno entrare i ladri in casa anche per apprendere il mestiere del ladro!!!
    Giona, ne ho parlato quasi un paio d’anni orsono nell’ambito della crisi dei vari linguaggi: cinema compreso oltre al teatro.

  • Giona Balena |

    Proprio vero, Sebastiano. In questo blog di commentatori protestatari si fa notare spesso come la situazione in Italia sia avvilente per la cultura.
    E non ho mai letto (forse mi sarà sfuggito se c’è stato) un post di qualche appoggio, almento formale, al Teatro italiano che è in grande crisi grazie ai tagli di quegli inqualificabili fabbricatori d’ignoranza che futo “Fovbice Tvemonti” e Brunettinaccio.
    Questo tizietto, che disprezza la cultura anche più del “Sommo Poeta” Bondi, se la prese con Venezia, col Teatro e anche con Michele Placido (che penso l’abbia querelato) come se gli sptechi dell’Italia dipendessero da loro e non dai furti continui degli evasori fiscali, dagli stipendi strabilianti dei manager piduisti e così via.

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