Fortunato Latella ha fiondato nel novero dei cento e passa commenti al primo post sui Puffi queste sue informazioni e richieste di conoscenza.
Affinché non vadano perse, poiché dovrebbero essere d’interesse generale, le riproduco qui.
Cerco di porre un paio di domande e di offrire un paio di risposte.
Spero di non essere ripetitivo o fuori luogo, dato che di dare un’attenta lettura a tutti questi post (quasi 100) non ho la forza.
Les Schtroumpfs (da noi prima ribattezzati Strunfi e poi Puffi) nascono nel 1958, come personaggi secondari nella bella saga medioevale di JOHAN ET PIRLOUIT.
Il loro esordio avviene sul settimanale della Dupuis “Spirou”, nella storia che sarà poi ribattezzata “Il flauto a sei Puffi” (la prima storia della serie ad avere 60 pagine), integralmente realizzata da Peyo, che riutilizzerà i suoi lutins blues anche in altre storie della serie.
Nel 1959, il rédac-chef di “Spirou” intende lanciare una serie di inserti, che, adeguatamente piegati daranno vita ad un albetto (10×7 cm.) di 48 pagine e decide che i piccoli Puffi sono la migliore scelta per lanciare questa iniziativa.
Peyo accetta l’offerta, ma pretende che il suddetto caporedattore gli faccia da co-sceneggiatore.
Naturalmente, costui è Yvan Delporte (che aveva ereditato la posizione da Jean Doisy nel 1958 e l’avrebbe conservata fino alla sua rimozione a favore di Thierry Martens, nel 1968).
Così i Puffi esordiscono nella loro serie personale con la prima storia (“I Puffi neri”, poi seguita da “Il ladro di Puffi”) e Delporte sarà, da allora, costantemente parte della squadra: suo è il nome di Gargamel o l’idea che gli gnometti mangino salsapariglia e avrà anche un notevole ruolo come intermediario tra Peyo e la NBC / Hanna-Barbera per la nascita dei cartoni degli Smurfs.
Ora, Sauro, non so da quale storia avverti iniziare la decadenza dei Puffi, ma le ragioni possono essere solo due:
1)
Se avverti la decadenza già nei ’60, la causa è proprio l’eccesso di lavoro atterrato nelle braccia di Peyo, che lo aveva obbligato a delegare sempre più ad assistenti la realizzazione delle storie dei Puffi (non elenco gli assistenti susseguitisi negli anni, o farei notte…)
2)
Se avverti (bontà tua) la decadenza solo dagli Anni ’80, è dovuta alla “smurfizzazione” della serie, ovvero al desiderio di far somigliare il più possibile “Les Schtroumpfs” (il fumetto belga) a “The Smurfs” (il cartone animato americano).
Comunque, Peyo e Delporte, pur se diversissimi, andarono sempre d’amore e d’accordo e Delporte non aveva nessun motivo di fare pressioni su Peyo, che ne pretendeva l’aiuto,
Dico diversissimi perché Peyo era un borghese cattolico praticante e Delporte un anticonformista anarchico e dire, più che ateo, antireligioso (se avete letto la deliziosa serie di ISABELLE, non potrete che concordare)
Inoltre, Delporte era un uomo erudito e dai poliedrici interessi, mentre Peyo era stato cacciato a pedate, per scarso rendimento, da tutte le scuole del Belgio (a lungo credette che la parola salsapariglia fosse un’invenzione di Delporte e non un reale vegetale…).
FINITE LE RISPOSTE, ECCO LE DOMANDE
@Andrea Mazzotta
Il volume della Lion sarà corposo (sbaglio o si parla di 300 pagine?), nello stile delle Integrali belghe.
Tuttavia, non mi risulta che esista un’integrale in francese dei Puffi (magari è una mia ignoranza).
Le domande sono:
1) Nel tomo ci saranno solo storie o ci sarà anche del materiale saggistico?
2) Le storie saranno disposte secondo l’ordine di pubblicazione su rivista o secondo quello in volume? (Il Puffo volante, settima storia della serie, è ristampata con le prime due nel primo volume).
3) Ci sarà anche Il flauto a sei Puffi)?
Cosa c’entra una (bellissima) copertina dello spagnolo Yumbo tra i Puffi?
Prendetela, miei cari, come un’anticipazione di qualcosa di bello su Jésus Blasco.
Intanto, poiché il caldo è arrivato, saluto tutti e con vero piacere vado a Singapore.
Mando i post da là.
Questo video sembra inattivo, ma invece funziona.