Eccoci alla seconda parte dell’excursus su questa mostra, alla quale hanno partecipato attivamente esponenti delle Edizioni Alpe, come Roberto Renzi (con me nella foto sotto, qualche anno fa) e Antonio Terenghi.
No… Questi non siamo noi, sono due fantasisti in uno sketch celebre. Un altro Renzi è quello di cui si tesso le lodi.
Si veda più sotto.
Con Giorgio Rebuffi (sua la cover in apertura e il Bombarda più sotto), Renzi avrebbe lanciato Tiramolla due anni dopo la mostra sulle letture per l’infanzia della quale stiamo parlando.
Nella foto del 1950, della quale ingrandisco il lato destro, Renzi è oil primo degli uomini a sinistra, accanto alla sorella di Gino D’Antonio, Esperia D’Antonio.
Seguono Paul Campani e (appunto) Gino D’Antonio, disegnatore, sceneggiatore, “autore completo” di Storia del West, fra le miriadi di altre sue collaborazioni, in Italia e all’estero.
Nella prima parte dell’excursus parlavamo dell’anatroccolo Gimbo.
La ragione stessa dell’esistenza di Gimbo è legata alla creazione dell’“Agenzia Maffi”, un’agile struttura che vende storie a fumetti di genere realista alla casa editrice Lug di Lione.
Deus ex-machina di tale agenzia è Leonello Martini (non “Lionello” come si legge più avanti), caporedattore part time delle Edizioni Alpe, con la quale continua a collaborare negli anni Cinquanta pur gestendo questa attività in qualche modo concorrenziale alla “fabbrica editoriale” di Giuseppe Caregaro (la Alpe).
Per questa ragione, non compare in prima persona e si serve come prestanome del calligrafo tuttofare Rocco Molinari. Con lui c’è Arnalda Maffi, citata nel post precedente, che all’agenzia dà il nome: una ex segretaria della Alpe, dalla quale è uscita da poco.
Per vendere alla Lug anche qualche storia comica, il trio Martini-Molinari-Maffi la produce direttamente, editandola da noi sotto il marchio editoriale “Alba D’Oro”, che sfacciatamente brilla di confondibilità con la testata mondadoriana “Albi d’oro”.
Così, per una protesta in materia da parte di Mondadori, l’etichetta di Gimbo sarà spinta a cambiare il suo nome nel giro di pochi anni, trasformandosi in Casa Editrice Periodici Italiani, e quindi, nel 1958, in Casa Editrice Rama.
Ieri, il collezionista, esperto e “toscomercante” Luca Mencaroni ci ha inviato una segnalazione dell’amico Silvio Costa, che a sua volta aveva compiuto le identificazioni del caso sui fotografati alla mostra del 1950.
Un saluto a tutti e due.
Sotto, l’identificazione.
Silvio ipotizza che il signore in piedi a sinistra non sia Marino Tomasina, bensì Corrado Zucca, redattore capo, con competenza sulle storie a fumetti, della Casa Editrice Universo.
Qualcuno fra i lettori di questo blog in transito può darcene conferma?
A proposito dell Lug di Lione, eccone una foto, inviataci anch’essa da Roy Mann.
La spartana redazione è ritratta all’inizio degli anni Sessanta.
Chi sono i presenti?
In bocca al lupo!