Fortunatamente, anche il Natale 2012, PUF!, è evaporato, con tutto il suo bagaglio di tristezze. Certo, chi ha consumato il panettone sopra di gioie non poteva aspettarsene alcuna nemmeno in questa circostanza appena trascorsa.
Mai una, nemmeno a pagarla zirconi.
Sopra, una stupenda copertina sul tema di Walt Kelly, con in primo piano la residenza di Old Mother Hubbard, ovvero “la vecchia Policarpa“, quella che “viveva in una scarpa”.
Ma non è questo Kelly che andiamo a goderci per il Santo Stefano 2012!.
Si tratta, invece, di quello di Pogo, l’opossum più volte citato sia da noi che da Araba Fenice News (per forza di cose, trattandosi di uno dei più celebrati fumetti americani di sempre), pubblicato in Italia a lungo da Linus e in un paio di libri alla rivista collegati, oltre che in un meritorio Classico di Repubblica tradotto qualche anno fa, con lo spirito del labor of love, dal mio “collega in Nòva” Marco M. Lupoi.
Su Pogo si sono scritti torrenti di articoli (non in Italia, certamente!); esiste anche un sito ufficiale a lui dedicato (dal quale non i possono estrarre immagini). Non starò io, adesso, a fornire dettagli “generici” su di lui e sulla sua ciurma di interessanti comprimari.
Un nuova collana di strisce che lo riguardano è finalmente uscita negli States per i tipi della Fantagraphics Publishing; adesso i primi due tomi soono acquistabili in cofanetto.
Si è trattato di un parto travagliato, rimandando sistematicamente in assenza di strisce ritenute di qualità accettabile dal punto di vista della riproduzione, specie in alcuni dei periodi iniziali: tratti mangiucchiati, neri frusti. Servirebbero delle proofs che non rispondono all’appello, mentre la mera scansione da ciò che è stato pubblicato sui quotidiani non renderebbe giustizia al capolavoro di Kelly.
Che sia stata davvero questa la ragione della posticipazione?
Qualcuno ha ipotizzato che si sia trattato di una giustificazione di comodo che copriva altri motivi, non ultimi legati al fattore economico delle royalties. Ma non c’interessa, in fondo. Adesso la collana c’è è molto apprezzata e se ne prevede una traduzione in Italia. Un probabile mezzo bagno di sangue per l’editore che se ne sobbarcherà l’onere, ma un serto d’alloro per lui è assicurato, oltre alla sua proiezione nella Grande Storia dell’editoria fumettistica dello Stivale.
Per quel che può contare (un tantino sì, suvvia, ci leggono a legioni), Cartoonist Globale appoggerà a spada tratta l’iniziativa.
Nei volumi spiccano dotte prefazioni di R. C. Harvey.
NON di P J Harvey, che è una cantante, UFF! 🙂
Di Pogo mostro alcune pagine di Kelly fotografate direttamente dai preziosi e costosi originali dei primi anni Cinquanta, realizzati per libri (non per strisce o tavole da quotidiani).
Con un violento CLICQKCH sopra, lievitano in dimensioni ragguardevoli.
Ma soprattutto, ecco, sopra (in tre parti) il raro film televisivo che Chuck Jones ha girato sull’opossum in occasione del Natale 1969: The Pogo Special Birthday Special (Metro Goldwyn Mayer – Chuck Jones Enterprises).
Visionandolo, gli studiosi potranno rilevare quanto Jones abbia tradito lo spirito originario di Kelly, o quanto invece ne abbia sottolineato alcuni espetti (la “grazia” dei personaggi, per esempio) che i due grandissimi autori avevano inconsapevolmente in comune lavorando su media diversi e paralleli.
Buona visione.
E (se lo riguardate 3.256 volte di seguito, o più) buone visioni.
Come bonus, qualche immagine santostefanina di Gopo Gossum!, parodia di Mad nella quale Wallace Wood ha mirabilmente mimato lo stile di Kelly e anche quello disneyano, nell’ultima tavola.
Cosa sarebbe accaduto se negli USA avesse operato Sebastiano Craveri?
La domanda è aperta, pur trattandosi di una divagazione futile (ma siamo propagandatori dell’Effimero anche più del compianto Renato Nicolini)…
(© 2012 Kelly Studios; POGO and all related characters © 2012 OGPI)