Nell’introduzione dell’incontro degli autori (fumettisti, illustratori…) tenutosi al MUF (Museo Italiano del Fumetto) Lucca a inizio novembre, ho sottolineato la nefasta chiusura, annunciata fra la fine di quest’anno e i primi mesi del prossimo di due importanti catene di diffusione libraria, la FNAC (in Italia) e la Edison.
Ebbene, di quest’ultima è annunciata per domani la chiusura di una sede, a cinque anni dalla sua apertura.
SIGH.
Una ventina di ore fa, le ragazze del Gruppo Abytos (sotto), delle quali fa parte anche una (ex) impiegata della Edison, hanno scritto queste brevi note di congedo:
Cari Amici,
al suo quinto compleanno la Libreria Edison chiude.
Chiude Domenica 16 Dicembre alle ore 20.
Mi piace immaginare che non smetteremo di introfularci fra gli scaffali, di scovare pagine amate.
Chissà, magari diventeremo uno di questi custodi buffi e arruffati, personaggi di storie e favole e nella fantasia la nostra libreria continuerà a esistere.
Un abbraccio a tutti gli amici.
Ci scherziamo su, e lo fanno per primi gli amici dei “gestori”, nei commentii che riporto sotto, ma dopo questa ennesima ferita inferta alla Cultura, un momento di mesta riflessione è d’uopo.
La chiusura della sede centrale della libreria, a Firenze, nei locali dove il primo cinema della nazione italia proiettò un film (o così la vulgata vuole, anche se la tozia sarebbe effettivamente da verificare) ha provocato un paio di mesi fa una serie di reazioni molto nette e sdegnate.
Ne riportavano l’umore sul Fatto Quotidiano del 20 ottobre i cronisti Nadia Somma e Mario De Maglie.
Ne riprendo un estratto, ne estraggo una ripresa:
A Firenze, città nella quale ormai vivo da quindici anni, chiuderà, entro la fine dell’anno, la libreria Edison che con i suoi diciotto anni di attività (1994-2012) ha ben rappresentato un luogo dove la cultura non solo si è” venduta”, ma si è respirata a pieni polmoni.
E’ la seconda libreria storica che chiude nel giro di un anno o poco più, la prima è stata la libreria Martelli, ciò dispiace, spiazza e preoccupa.
Scrivo queste righe per salutare un pezzo di Firenze che se ne va e per dare la mia solidarietà ai suoi dipendenti, che rimarranno disoccupati, e ai suoi frequentatori abituali, tra i quali mi annovero.
Firenze, culla della cultura, non si dovrebbe neanche affacciare al pensiero di scrivere il capitolo conclusivo di una storia così importante, ma chi ha avuto in gestione la faccenda non sembra essersi fatto particolari problemi ad impugnare la “penna” necessaria.
La società Effe.com che fa capo a Feltrinelli ha semplicemente deciso di non rinnovare il contratto di affitto.
Esiste un vincolo di destinazione d’uso sui locali che la Edison dovrà abbandonare, posto dal Comune, e tale vincolo garantisce che almeno il 70% dell’area debba essere destinata a spazi di attività culturale, ma si vocifera che invece su quei locali metterà mani la Apple.
Se la passano meglio a Milano, dove allo Spazio WOW adesso è in corso un incontro “attivo” con l’eccelso Stefano Turconi (e si legge, e si acquistano libri e gadget nello WOW Shop).
E se la passano meglio a Orlando, quest’oggi, dove si tiene, in zona disneyana, l’incontro con la pittrice e illustratrice Jasmine Becket-Griffith, alla quale appartengono le illustrazioni di questo post.