Questa nuova iniziativa, della quale parleremo approfonditamente appena ci saranno notizie rivelabili, si tiene non troppo lontano dal muraglione fotografato sotto almeno una quarantacinquina di anni fa, dove sorgeva il Cinema Flora.
Dove si proiettavano, in estate, anche compilatioons di cortometraggi animati tipo Le avventure di Braccio di Ferro (1959), poster a destra: una eccezionale rassegna di corti a colori distribuiti dalla Paramount, diretti da Seymour Kneitel, o da Dave Fleischer e animati dalle briciole dello Studio dei Fleischer Bros.
Di solito, i film arrivavano al Flora con una nno di ritardo. Gli spettacoli animati atti a occupare una serata intera scarseggiavano e, data la loro rarità avevano vita più lunga. I lungometraggi Disney spettavano alle sale più titolate, così alle arene estive restavano i vari eroi della Warner Bros., della M.G.M. o di Walter Lantz.
Un’altra compilation che sicuramente è passata dal cinema in questione è stato Tom e Jerry al 3° round (1958, ma giunto nell’estate dell’anno seguente).
Sotto, il poster del film e la sua locandina da interni, dopo la foto del luogo che ospita la mostra mercato.
Sopra uno short di Popeye fra i miei preferiti per la coinvolgente colonna sonora e la incredibile gamma di espressioni facciali conferite ai suoi characters.Vi compare anche lo sconveniente e odiato, raro Barbaspina (George W. Geezil), con la funzione di sottolineare l’inaffidabile volubilità di Olivia e forse (sotto sotto) dell’intera altra metà del cielo.
CLIC sopra per leggersi la Sunday page, esilarante, con Barbaspina alle prese con Poldo Sbafini.
Lo embeddo anche nella schifosetta versione colorizzata, piena di difetti e approssimazioni del quale il film è stato vittima durante il processo artigianale al quale è stato sottoposto.
Forse, in un passato che gli storici non hanno avuto modo di fermare, è passato da quei basioni anche Tom e Jerry botte e risposta (titolo ispirato a un popolare quiz radiofonico degli anni Cinquanta).
E proprio osservando meglio questo poster, ecco una prima risposta all’interrogativo che ci ponevamo mesi fa, a proposito di Nino Falanga (quando gli rivolsi una domanda precisa in merito, glissà e continuò a disegnare).
Con tutta probabilità fu lui il disegnatore casareccio di questi cartelloni. Una piccola firma “Nino” si intravede in basso a destra.
L’altra possibilità è che, invece, la firma sia “Nano”, che rimanderebbe a Silvano Campeggi (foto sotto), impagabile pittore toscano, autore (tra le altre) anche della locandina di Bambi.
Molte cose vintage, tutto dedicato agli anni Sessanta.
Ci saremo, probabilmente, con Alberto Becattini.