UN AMICO DI MASSIMO DE VITA, di Dario Maggiulli

A Reggio- Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita 2012

Oggi ha scritto nel blog, a commento di un vecchio post, un amico di vecchia data di Massimo De Vita: Dario Maggiulli.

Le sue parole sono così singolari e rivelatrici dell’essenza del grande fumettista, che prontamente lo evidenziamo. Si riferisce al filmato sotto, girato dagli amici del Papersera.

Il grande offiziante è Frank Stajano.

Io di tanto in tanto ritorno a vedermi questo video e resto incantato della natura complessamente meravigliosa di Massimo. Non lo vedo da quasi cinquant’anni (dal giugno 1965), e me lo ritrovo integro, nella virginale filigrana della sua anima candida.

Massimo_De_Vita_1990 Ecco, il suo particolarissimo gesticolare con quelle mani d’artista, la sua animatissima mimica facciale, fervorosa, nel ‘dire di se’, della sua ‘innocenza’, per non essere confuso con quanti speculano nei ‘facili convivi’ sulle adulazioni, che lui ritiene immeritate. E si racconta con l’innocenza di un bambino, guardando per pudore nel vuoto davanti a se, non perdendo il filo della verità delle cose.

Non ho fatto altro che riprodurre quanto altri hanno creato…
E, c’è poi tanta religiosità in lui quando rivela ciò che difficilmente altri al suo posto avrebbero fatto. Quel salire le rampe delle scale che portano al pianerottolo dove, ‘per una vita’, neniato dalla radio a basso volume, lui è chino sul mondo disneyano, con un raccoglimento francescano che lo tiene lontano dall’imperversare di estetiche sociali devastanti.

Mi ha regalato una poetica del suo vivere talmente mistica da aver pensato, senza economia, —Santo Subito— Si, certamente sono scherzoso, ma, io che gli sono stato tanto vicino quando aveva 21, 22, 23 anni, so di cosa parlo.
Dal ’62 al ’65. Era già lanciatissimo con paperino, ma in modo soft, come lui è per natura. Sobrio al massimo ed elegante al massimo, in modo naturale. Molti gli aneddoti da raccontare ancora, infarciti sempre del mio psicologismo.

In apertura di post Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita insieme, fotografati alla Mostra del Fumetto di Reggio Emilia.

  • Versegge |

    Molto interessante, ho letto per caso questa discussione su Celentano, dato che il post parlava d’altro nel titolo, e sono d’accordo con le posizioni espresse con colta prosa dal signor Maggiullo.
    A presto,
    Versegge

  • Dario Maggiulli |

    Ho appena trasferito su questo blog l’animato confronto web su il Giornale.it ad un cucù di Marcello Veneziani, sul tema -Adriano Celentano- che mi ha visto in due provocatori e significativi commenti -solo contro tutti- Ritengo sia stimolante accedervi, per la grande famiglia dei cartoonist essendo Celentano un modello ineccepibile per le fantasie dei vignettisti. Salutissimi

  • Dario Maggiulli |

    Celentano canta l’acqua calda
    Adriano Celentano è il prototipo dell’italiano conforme, come fu descritto nei secoli da Guicciardini a Flaiano
    Marcello Veneziani – Ven, 30/11/2012 – 21:16
    commenta
    Adriano Celentano è il prototipo dell’italiano conforme, come fu descritto nei secoli da Guicciardini a Flaiano.
    Annusa l’aria e appena sente da che parte va il vento, porta il gonfalone. Ieri in un’omelia sul Corriere, ha simpatizzato per la sinistra ma in modo ecumenico, sia con Bersani sia con Renzi, senza trascurare Vendola. E per pararsi anche l’ultimo lembo delle chiappe, ha fatto un’allusione positiva a Beppe Grillo nuotatore.
    Lui va sempre in soccorso dei vincitori, come quando faceva il cattolico berlusconiano di sinistra verde. Inesperto di tutto, Celentano patisce la sindrome italica dell’allenatore della Nazionale e pretende di suggerire a tecnici e politici come salvare l’Italia. I suoi consigli, fessi ma furbi, sono la scoperta dell’Acqua Calda e l’ossequio a tutti i santuari del Politicamente Corretto: la lotta all’omofobia e alla discriminazione delle donne, la difesa dell’ambiente e della ricerca scientifica, il taglio degli stipendi ai parlamentari e delle tasse e insieme la difesa dei poveri contro i ricchi (celentani esclusi), l’assistenza sanitaria, l’Ilva chiusa e gli operai salvi.
    Ma dai, non ci avevamo pensato, meno male che Adriano c’è. Celentano è il testimonial ideale del clima stucchevole intorno alle primarie della sinistra; tanti plaudono felici alla Democrazia Perfetta ma omettono di dirne la ragione principale. Le primarie sono un meraviglioso esempio di civiltà democratica perché la contesa è tutta dentro la sinistra. Non è prevista la destra. Questa sì che è la democrazia ideale.
    Commenti
    gigggiVen, 30/11/2012 – 23:34
    Mio dio veneziani lei è l’antitesi di tutto…lei è il berlusconi della cultura(Cultura???di parte)ma come per giorni ha osannato le primarie e il fare della sinistra ora la ripudia lei e il celentano che almeno cambia…ma lei non cambia???Si, cambia cambia …da fascista è passato alla berlusconeria… e se la vedessero gli intellettuali baresi( quelli veri…non baresi).
    Dario MaggiulliVen, 30/11/2012 – 23:57
    Adriano è nel sangue degli italiani tutti, per quel tipo di cantilena che si lega allo stereotipo filosofico della inesplorata ‘perplessità’, nella quale tutti i bipedi si ‘muovono’, in perpetua ricerca della giusta definizione dell’essente. La sua forza è proprio nel rappresentare questa filigrana della natura mediterranea della contemporaneità. Superbe le sue ‘pause’, le sue ‘interruzioni’, i suoi ‘deliri logici’. In tutto ciò, qualcosa che ci rimanda al caratteristico roteare nelle danze dei Dervisci, sempre alla ricerca di… Averroè = Necessità dell’intelletto agente – Come la luce fa sì che il colore in potenza passi in atto, in maniera che possa muovere la vista, così l’intelletto agente fa sì che i concetti intelligibili in potenza passino in atto, in modo che l’intelletto materiale li riceva -. Di sicura utilità, anche – La guida dei perplessi – di Maimonide.
    guidode.zoltSab, 01/12/2012 – 00:35
    Ha ragione, Celentano e’ stato qualcuno…una volta, tanto tempo fa, oggi, con il sopravvenire della vecchiaia, un pò l’arteriosclerosi, un pò la convenienza, si e’ avviato, in colonna, col suo gonfalone, strombazzando argomenti a lui sconosciuti, dei quali possiamo ricordare ed apprezzare appieno gli intervalli tra un intervento e l’altro…cioe’ i lunghi silenzi!
    Maurizio Da LioSab, 01/12/2012 – 07:56
    Celentano è sempre stato un paraculo, ha sempre sfruttato le situazioni e tutti coloro che gli sono stati intorno per beneficiare a poco prezzo del successo tale o presunto. Una vera schifezza d’uomo. Anche dal punto di vista artistico al di là della particolare voce che lo rende forte è solo un volgare scopiazzatore quando non ladro di brani e idee. Chiedetelo a Don Backy. Grazie
    WoodstockSonSab, 01/12/2012 – 08:59
    scusa Marcello, hai perso l’ispirazione? che ci frega di Celentano, c’abbiamo Bob Dylan. Italiano conforme? la colpa principale lo sai di chi è, del Vaticano che ci ha reso schiavi e servi. E l’Islam? prima di Maometto erano maestri di scienze, guarda adesso. Quando ti torna l’ispirazione?
    GUGLIELMO.DONATONESab, 01/12/2012 – 09:59
    Sono sempre più negativamente sorpreso dal fatto che ci sia ancora qualcuno , compreso Veneziani che gode comunque della mia più alta stima, che perde tempo ad occuparsi delle balordaggini, scritte da chissà chi, che questo inqualificabile animale continua a spifferare dopo averle mandate a memoria. Le lunghe pause servono appunto ad incentivarne il ricordo. Il mio augurio è quello di vederlo finalmente sparire, il modo non m’interessa, e con lui la misera, squallida accozzaglia che ancora lo segue. Amen.
    rosario.francalanzaSab, 01/12/2012 – 10:32
    Se qualcuno vuole farsi un’idea della “strutturazione” del pensiero “cilentaneo” vada a ripescarsi quel solenne capolavoro di “Joan Lui”, desolante guazzabuglio di belle intenzioni, memorabile solo per la location all’interno della borrominiana S. Agnese in Agone a Piazza Navona (come avrà avuto il permesso?). I “silenzi” adrianei, infatti, non sono altro che una furbata, un ricorso all'”ermetismo” (se l’immenso Ungaretti l’avesse saputo!) per nascondere la pochezza e la banalità del pensiero. Insomma, bisogna riconoscerlo, “non” sa cosa dire, ma sa come “non” dirlo!
    DraconeSab, 01/12/2012 – 10:46
    Celentano dovrebbe persino pagarlo, a Veneziani. L’ha descritto quasi come un simpatico, innocente, un po’ rincoglionito vecchietto, all’inveterato paraculo.
    lunisolareSab, 01/12/2012 – 11:19
    L’articolo su Celentano nasconde la sottile allusione alla mancanza di democrazia nella contesa nel centro destra come si evidenzia nelle ultime righe. Lo spettacolo è indecente dopo tanta attesa noiosa, il responso è che il Pdl si dividerà in tante correnti fino ad annullarsi, per cui l’esperienza è terminata ognuno per se e Dio per tutti, a sinistra hanno dimostrato che la critica porta consensi e chiunque vincerà il Pd si rafforzerà. Non basta un nome o facce nuove quello che è vincente sono le proposte, ma come pretenderle da chi sa solo fare solo tattica per un posto in parlamento con al seguito i lacchè di turno.
    NinaninafvgSab, 01/12/2012 – 11:51
    Magnifico dott. Veneziani! Ricordo che mi colpì, una cosa che disse durante il concerto andato in onda su Canale 5. Parlavano di debito pubblico e lui disse “Ma se ognuno di comprasse solo le cose che può comprare senza contrarre debiti?” E grazie Adriano, che bella scoperta!
    Piero SampieroSab, 01/12/2012 – 12:49
    ‘Ne ultra crepidam sutor’, dicevano i latini. Dai tempi del Clan di Celentano son passati secoli. Quel Clan si è trasformato in un Club familista, dedito alla pubblicità e agli affari, sfruttando il talento musicale del Capo tribù. Rimango un ammiratore di Adriano cantante, quanto un critico feroce delle sue performance nei panni posticci dell’intellettuale da sagrestia. Le sue pause erano proverbiali, per le sue frequenti inibizioni, non quale sintomo di profonda riflessione, ma i fan lo assolvevano nel nome delle buone ed originali canzoni. E’ il nostro tempo ‘schiodato’, per dirla con Shakespeare, che innalza i giocolieri dello spettacolo a filosofi e poeti, intellettuali ed artisti di vaglia. Gli esempi sono infiniti e vanno da Benigni a Guccini, da De Andrè a Crozza. E’ tutto conseguenza della massificazione e della cosiddetta ‘civiltà dell’immagine’, nella quale l’apparire oscura l’essere. Se ognuno si accontentasse di quel che è, e il pubblico non fosse beota, le cose andrebbero meglio. Il vero pericolo della nostra società è proprio l’uomo-massa.
    un saluto romanoSab, 01/12/2012 – 14:05
    C’è un senso nel fatto che Veneziani si occupi di lui proprio oggi. Gli hanno appena consegnato le chiavi della città di Verona, quale persona illustre. Ma decchè!!!!!??. Il problema non è Celentano in quanto tale ma il fatto che dei semplici giullari (perchè nel medioevo i menestrelli questo erano, dei semplici giullari), oggi siano considerati personaggi importanti. Magari ignoranti come capre, ma importanti. a loro viene concesso il permesso di esprimere opinioni e quel che è peggio, c’è una montagna di ……(fans) che pendono dalle loro labbra. E’ la cultura dell’effimero non della sostanza e quindi un furbone qualsiasi come lui con poche idee e ben confuse invece di guadagnare il giusto (causa le buone corde vocali) si permette di frantumare gli zebedei in digressioni inutili ma ben pagate.
    mariolino50Sab, 01/12/2012 – 14:05
    La contesa sarebbe tutta dentro la sinistra secondo Veneziani, è poco di sinistra bersani, figuriamoci Renzi che sembra un Silvio giovane.
    charry_red_wineSab, 01/12/2012 – 14:14
    celentano a me mi ha rotto le p..le già da mo’..(e con il mo’ veneziani capirà che sono di bari)..Non perda tempo con quell’anziano signore, piuttosto ci proponga una casa di riposo con tornei di briscola e tresette
    EuterpeSab, 01/12/2012 – 14:35
    Dal fatto che costui , con tanti altri guitti,possa ergersi a ‘maitre à penser’si deduce il livello culturale dei suoi seguaci e la decadenza del nostro tempo.Il lettore Piero Sampiero a questo riguardo è stato esaustivo,mentre il signor Francalanza come sempre ci dona battute ‘fulminanti’.Grazie ad entrambi.
    wilfredoc47Sab, 01/12/2012 – 15:01
    @PIERO SAMPIERO: grazie per aver espresso, come io mai avrei potuto, quanto penso al riguardo. Non era nella mia ottica come cantante, figurarsi come maitre-a-penser. In compenso mia moglie ancora lo gradisce, stornellante naturalmente. Saluti
    Rosella MeneghiniSab, 01/12/2012 – 15:02
    #Maurizio Da Lio# – Celentano – Don Bachi. Tipico esempio di come il mondo sia dei furbi, degli opportunisti, dei mediocri e di chi sta dalla parte “giusta”. Purtroppo Don Bachi stava dalla parte sbagliata. Cordialmente. Rosella
    guidode.zoltSab, 01/12/2012 – 16:01
    lunisolare ..ma pensa un po’..questo ci ha visto nell’articolo …? a partire dal prossimo Le consiglio di farseli leggere da uno normale…
    Nadia VouchSab, 01/12/2012 – 16:48
    Sto cercando di calmarmi emotivamente (è dura) dopo ciò che accade a Sallusti. Sono disperata, sento il principio di libertà essere qualcosa di diverso da ciò che credevo. E intanto mi scendono le lacrime (che stupida sono, e dire che sembro forte a vedersi!). Allora, Celentano? In questo preciso momento, una delle sue canzoni, se presa a scelta in proporzione al mio stato d’animo, potrebbe calzare alla perfezione. Basta scegliere la canzone giusta, perché ce n’è per ogni occasione. Della serie: ora si piange, ora si ride, ora chi se ne frega, ora no, ora subito, ora domani e così via. Insomma: per sempre, ad aetermum. Alla fine, tutto culmina di solito con un grande successo commerciale.
    tempus_fugit_888Sab, 01/12/2012 – 17:04
    X lunisolare. A leggere il tuo post su capisce quanto sia pericoloso l’uso di sostanze psicotrope.
    rosario.francalanzaSab, 01/12/2012 – 17:36
    Che tempo confuso per la vita, confusionario nei metodi e “confondente” per le menti che cercano la lucidità. Condivido lo smarrimento del Dr. Veneziani e di tanti altri. Ormai, da scrittori (?) come Pennacchi e Busi a personaggi come Fo e Celentano (non a caso furono tutti e due sulla stessa ribalta anni fa, e meno male che c’era almeno presente Gaber!) tutti dicono la loro; e ci metto anche Fuksas. E, sempre a proposito di architetti, adesso dirò una cosa totalmente impopolare, che fa discutere dai tempo di La Corbusier (che la concepì): Celentano passò alla storia per la storia della Via Gluck, che “dove c’era campagna ora è una città”; Le Corbusier disse che se impiliamo 20 villette esce fuori un grattacielo ma almeno abbiamo risparmiato ettari di campagna! So che quasi nessuno sarà d’accordo, ma l’Adriano nazionale nei suoi non so quanti ettari di villone esclusivo quanto spazio ci ha negato per sempre? Ci ha dato delle canzoni? Povera umanità che canta ed è prigioniera. Guai se non riusciamo a ritagliarci la nostra cella dorata! Meno male che (forse) solo il sentimento dell’amicizia durerà nel futuro. Con l’occasione un caro saluto ad #Euterpe!
    rosario.francalanzaSab, 01/12/2012 – 17:50
    #lunisolare – Forse Lei non ha bisogno della mia difesa, ma sono con Lei e contro le tristi accuse che Le vengono mosse dentro il blog. Direi che, in accordo con l’ultima parte dell’intervento del Dr. Veneziani, è assolutamente vero che la Destra rischia di sparire perchè ogni istanza di Destra potrebbe, prestissimo, anzi adesso, configurarsi come un mero “caso particolare” della Sinistra! Cordialità
    Dario MaggiulliDom, 02/12/2012 – 18:07
    No, scusate, è lo Spirito Santo, disceso sulla mia testa, che mi sospinge a colmare questo impressionante vuoto che la generale ignoranza, qui impudicamente manifestatasi, ha aperto. Liberatevi, voi tutti, incluso Marcello, degli urticanti pruriti che vi affliggono nel parlar male di Celentano. Non vi accorgete ? di essere portatori di quel caratteristico stato d’animo degli invidiosi, dei tormentati per mancanza di armonia interiore, che non si trattengono dal tirare le pietre addosso ad ‘Ulisse’ che ha avuto l’ardire di sfidare le coatte consuetudini, abbandonando il branco, per affrontare l’ignoto ? Non vi rendete conto del gravissimo impedimento che vi affligge nell’essere incapaci di saper distinguere il ‘messaggio’ che trasmette il molleggiato, così come assegnatogli dalla natura ? Non lo vedete che ogni cosa che lui fa, forse senza saperlo, rispecchia lo spirito delle masse, cioè voi, con una rappresentazione stereotipata, di uno spontaneo, naturale, virtuosismo ? Irripetibile per la sua grandiosità ? Soffermatevi ‘pacatamente’ a considerare quel suo rimanere paralizzato, letteralmente, davanti a milioni di attentissimi spettatori in religioso ascolto. Creando un’ambientazione surreale, dove lui e l’universo convenuto, sono muti, incapaci di profferir parola. Come potete credere che una persona del suo livello culturale, sociale, ambientale, non sia in grado di produrre affabulazione, in quei momenti, se non perché è colto da uno ‘scrupolo’ profondissimo di non riuscire ad esternare compiutamente il senso della ‘insufficienza’ di cui l’essere umano è provvisto? Ecco, la sua, e quella degli astanti tutti, la rappresentazione del silenzio cosmico. Di una sovrumana potenza magnetica. Titoliamola a modo vostro. E’ il prodotto di un vuoto di concetti, di incapacità di saper ben comunicare, di una sorta di atrofia delle pulsioni attive cerebrali, motore della crescita umana. E chi più ne ha più ne metta. E, come si potrebbe meglio di come fa Adriano, somatizzare l’inanità generale, nel mondo, se non con quell’atteggiamento di -interruzione- dinamica della sensibilità. Sensibilità, venutasi a trovare nello scenario apocalittico (significativi gli scenografici ‘desert storm’),impotente ed incapace di connettere i fenomeni, e di fronteggiarli. Di cui è prova quotidiana la scellerataggine istituzionale in tutte le latitudini ? Quel suo silenzio (rovente perché in esso si identifica l’impotenza di tutti ad uscirne), straziante per l’incapacità (di tutti) di articolare sillaba, formulare idee, così come usa l’essere umano fare, è il silenzio di tutti, di voi, dell’umanità di tutti i tempi. Dell’Uomo, limitato nel suo incedere nel tempo, castrato davanti ai grandi interrogativi (che non sono soltanto quelli dei massimi sistemi, ma quelli contingenziali, quelli del perché Monti non azzera i redditi delle dirigenze di Stato, che non hanno motivo di avere quei parassitari ruoli. Ruoli che devono essere soppressi) ECCO, che RITORNA LUIS BUNUEL. Col suo – L’ANGELO STERMINATORE — rappresentazione di una comunità borghese, prigioniera di se stessa, che, dai saloni di una festa alla quale partecipa, è incapace di uscire, di muoversi fisicamente, di oltrepassare la soglia per tornare al normale fluire del suo tempo. – Esattamente, quel tipo di paralisi di cui è colpito il molleggiato, alla ricerca della esatta definizione. Alla ricerca del noumeno che legittimi il fenomeno. Che trova analogìa nelle allucinanti veglie notturne di Mallarmè, trascorse tra l’ansia di dire l’assoluto e l’orrore della pagina bianca. Questo, un brandello, appena, di questa cometa che attraversa il nostro tempo, chiamata Adriano Celentano. Soffermiamoci pure sulle sue schizofreniche movenze corporee, che altro non sono che la descrizione schizofrenica, idiosincratica, di quanti, qui, come altrove, sono mossi da frenesie aggressive inconsulte, per nanismo culturale. Accecati o (speriamo) soltanto abbagliati da un errato riverbero della cornice dorata nella quale suppongono speculi il personaggio. Orrore a tanto. Perché, queste sono le pulsioni della più estesa collettività che vanno a costituire l’essenza della volontà popolare, che, se difettosa, si ripercuote in un desolante autolesionismo dell’umanità. Siate in grado di rimanere incantati davanti a quelle movenze che lo vedono in coppia con Morandi, con Benigni, di uno sbeffeggiamento filosofico iperuranico. Ed i temi, poi, delle sue canzoni. Chi non lavora, non fa .. La via Gluck.. Il cemento d’assalto che cancella le virtù… Tutte, sono degli affondi filosofici nobilissimi. Smettete, voi tutti che mi leggete, di conoscere solo voi stessi (Filautia). Nati non foste a… — Stupenda questa sua immagine col copricapo. Amatelo, perché, questa Cometa sarà esaltata, post mortem. Nemo profeta in patria. Rileggetevi l’altro mio pezzo precedente. Se vi rimangono forze sufficienti per farlo. Un fraterno abbraccio.
    rosario.francalanzaDom, 02/12/2012 – 20:27
    Celentano, come Mike Bongiorno, come Benigni, appartiene a quella tipologia di persone che sanno “creare un atmosfera” (celebre slogan di un liquore). Se l’atmosfera è sufficiente ad emozionare, fate voi; ma, troppo spesso, sembra di stare davanti a quelle pubblicazioni “da collezione”, ampiamente pubblicizzate e annunciate, che uno conserva solo perchè non riesce a buttarle. Stupisce, magari, che certi personaggi del “just milieu” (il giusto mezzo) abbiano avuto l’onore di illustri panegirici (celebre la “Fenomenologia di Mike Bongiorno” di Umberto Eco). #Dario Maggiulli#, il Suo panegirico ampiamente barocco, quasi gesuita, forse fiorito come un portale gotico, in fondo non è sbagliato: Celentano è speciale. Io ho un’anima forse più neoclassica, nonostante sia siciliano! Ma, se me lo concede, resto della mia idea: che il divo Adriano abbia imbracciato idee troppo facili da difendere, magari scomode, ma certo non rivoluzionarie. In fondo contemplate anche da una società “borghese”. Ha avuto la fortuna di nascere col potere che hanno quelli che regalano (?) canzoni all’umanità, di essere un attore fortunato, di godere di consensi trasversali e di avere carisma; si è fatto il villone perchè è facile, quando si hanno le possibilità, aborrire e lasciare agli sfigati il condominio omologante della via Gluck (che, ripeto, sarà brutto, ma almeno fa risparmiare spazio!) Insomma Celentano, pur se è un personaggio speciale, è un “medioman” a tutti gli effetti e, come ricorda giustamente il Dr. Veneziani all’inizio dell’intervento, ci vorrebbe un Flaiano( o un Pasolini) per averne un giudizio finalmente fulminante!
    wilfredoc47Dom, 02/12/2012 – 22:22
    @Dario Maggiulli e rosario.francalanza: dichiarata la mia inferiorità al vostro confronto, mi chiedo se sia il caso di spendere 84, salvo errore di conteggio, righe di dotto scritto per un furbacchione,ignorante ma piacevole strimpellatore, che pretende di accreditarsi come fine pensatore e guida alla terra promessa per un popolo che lo ha reso miliardario. Non basta, se piace, ascoltare le sue canzonette e poi bellamente ignorarlo? Cordialmente
    GUGLIELMO.DONATONELun, 03/12/2012 – 14:16
    “Dario Maggiulli” – Per favore, mi dica: Il tabernacolo con l’effigie dell’aureolato molleggiato dove l’ha sistemato? Forse nella sua camera da letto? E quante volte al giorno ci passa davanti e si genuflette? Complimenti, comunque, per il suo “gigantismo culturale” attraverso il quale riesce, senza il minimo sforzo, a mettere insieme una straordinaria quantità di….(transeat!).Absit iniuria verbis. Cordialità.
    WoodstockSonLun, 03/12/2012 – 14:26
    l’avevo pur scritto io che il Maggialli ci prendeva tutti x il culo, ma voi no, mi avete censurato per la parola culo. Ebbene sappiate che una persona fra le più intelligenti del secolo scorso, che si chiamava John Lennon infarciva i suoi discorsi di cazzo e fottuto e stronzo, voi volete un discorso pulito, ma io dico che il Maggialli ci insulta molto di più pur usando un linguaggio da fottuto e stronzo colto, e ripeto a Marcello che di Celentano può fregare giusto a qualche fottuto provinciale italiano, perchè Adriano non vale nulla per una generazione che è cresciuta con Bob Dylan, cosa volete che ci freghi del prato verde della via Gluck, quando nei prati verdi e assolati allineavano tutti i nostri ragazzi morti in Vietnam
    Rosella MeneghiniLun, 03/12/2012 – 15:38
    Sarà perché non ho molte occasioni di fare conversazioni che non siano strettamente legate all’ambito delle necessità famigliari, ma quando mi trovo davanti ai silenzi di Celentano, che seguo solo per le sue canzoni che insieme a tante altre hanno accompagnato il pezzo di strada fatto fin qui, mi alzo sbuffando e vado, o a lavare i piatti o a pelarmi una mela in attesa che esca dallo stato ipnotico auto-indotto. Per quello che riguarda il silenzio, nulla è paragonabile al silenzio di una notte stellata fra le montagne. E’ il silenzio più colloquiale che ci sia: la nostra anima che parla con l’anima della natura. #rosario.francalanza# Come al solito, il suo senso della misura ha dato la risposta più adeguata. Cari saluti. Rosella
    Testo messaggio

  • Dario Maggiulli |

    Quante ne avrei da dire su questa foto di Massimo con Giorgio Cavazzano, !!!
    Ma, mi trattengo per paura di essere troppo ‘invasivo’. Comunque, è un romanzo.

  • Massimo |

    Caro Luca !
    Come stai ?
    Ma notizie di quelle strisce anni 70/80 di quell’autore italiano che ti mandai tempo fa ? Quando verranno inserite su Anni d’oro ?
    Un saluto,
    M.

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