Passa sempre un po’ troppo tempo fra una puntata e l’altra di questa disamina su Hall of Fame della Egmont. Per comodità di lettura, l’argomento si esaurirà in ogni caso entro il mese e le sue parti sono (saranno) posizionate consecutivamente, senza perdere i link acquisiti, nonostante gli spostamenti.
Come si vede dalla copertina sopra, la collana, cura da Solveig Thime e colloghi in quel di Oslo non si occupa solo di autori italiani, come forse ho potuto far credere a qualche lettore della prima parte.
Invece, offre visibilità anche a Maestri del passato, americani, come l’ottimo Dick Moores, che in Italia non è mai stato altrettanto onorato, nemmeno in un volume della collana I Maestri Disney, né nei Capolavori Disney della Comic Art.
Dal canto suo, l’opera del grandissimo Romano Scarpa, oltre ad essere ripresa e riadattata in continuazione anche all’estero, continua ae esercitare le sue influenze su autori attualmente in forza a The Walt Disney Company – Italia.
E’ il caso del talentuoso Casty (Andrea Castellan), più volte entrato in nomination a Napoli COMICON, ma che mai (per il momento) ha ancora vinto un premio nella manifestazione partenopea (come invece è accaduto altrove, per sempio alla Mostra Mercato di Reggio Emilia).
Di Castellan è la copertina del n. 2972 di Topolino (sopra), nel quale fa la sua trionfale ricomparsa un personaggio molto amato, lo scarpiano Atomino Bip Bip, correttamente colorato con un pigmento celeste.
La collana della Egmont Hall of Fame, come le altre ad essa ispirate, cominciando dalla tedesca Die Besten Geschiichten von, pubblicata dalla Ehapa Verlag, non hanno però dedicato ancora nulla a Manuel Gonzales.
Sopra, mostro tutte e quattro le monografie sinora uscite.
Come indicano le covers degli ultimi due, del corrente anno, i tedeschi si sono invece concentrati su Floyd Gottfredson e Daan Jippes.
Mel 2013 sarà la volta di Scarpa o di qualche italiano? Così pare…
Provvede parzialmente il nostro Andrea Ippoliti, riproponendo nel suo blog Classic Cartoons, recentemente riattivato, una degna selezione di tavole domenicali dedicate a Goonzales.
C’è anche la prima apparizione di Gancio il Dritto, qui sopra disegnato da Gonzie nella prima vignetta in assoluto con il minah bird parlante.
Vale la pena fare un giro nel blog di Andrea, qui.
Andrea parla anche di Chuck Jones e dell’espressività che riusciva a conferire ai suoi personaggi (fotogramma sopra).
Ma ciò ci porta lontano.
Avevamo iniziato a parlare dell storie realizzate da Romano per gli Stati Uniti e delle quali non avevamo (quasi) alcuna traccia.
Di un’altra di queste avventure concepite per il mercato internazionale, intitolata Mickey Mouse and the Infuse of “Chika-chika”, appare nel 2001 l’unica illustrazione nota all’interno del saggio Romano Scarpa – Sognando la Calidornia, scritto da Alberto Becattini, Leonardo Gori, Andrea Sani e dal sottoscritto.
In apertura di post una foto delle conferenza di presentazione, a Torino Esposizioni.
Sopra, il vignettone di apertura.
Che sia davvero la sola immagine sopravvissuta? Non lo sappiamo, ancora, bisogna sottolineare; in passato abbiamo avuto delle sorprese e qualche tavola, o intere storie, sono riapparse miracolosamente; speriamo collettivamente.
La fonte da cui viene ricavata l’immagine è una fotocopia dell’originale consegnataci dallo stesso Scarpa a scopo documentativo.
Di altre due avventure, questa volta incentrate sul mondo di Paperopoli e sceneggiate da Ed Nofziger, si conoscono solo i titoli e alcune immagini (come giustamente fa notare in un commento Stefano Priarone): Donald Duck: “The Dating Game” e Grandma’s Watch Toad. La prima riprende l’eterno conflitto imbastito fra Paperino e Gastone per ottenere le massime attenzioni da Paperina, mentre la seconda (riapparsa recentissimamente nel sito di una nota casa d’aste e vendita via Internet) vede Archimede Pitagorico e Nonna Papera alle prese con una feroce “rana da guardia”, impiegata per sorvegliare la fattoria.
Esistono poi altre due storie, delle quali però non si conoscono i titoli.
Nella prima, Brigitta si trasferisce in una casa vicina al deposito di Zio Paperone (naturalmente causandogli qualche guaio), mentre nella seconda Paperino sfugge a un temporale e si ripara in una casa, che si rivelerà subito dopo un covo della Banda Bassotti.
A questo punto, anche se la cosa è atipica, devo cominciare a scrivere in prima persona.
Anche durante l’ultimo periodo delle vita di Romano, in Spagna, manteniamo costantemente i contatti.
Due sue storie su mia sceneggiatura escono ancora per Topolino (Pippo telespettatore all’ingrosso, 1995, e Una baita per Ciccio, 1997). Una terza storia, realizzata nel 1998 dal Maestro veneziano per il mercato francese con il titolo Mickey et les douceurs de Noël, viene da me adattata, e parzialmente co-disegnata con Romano divenendo nel 2002 Topolino e le dolcezze del Natale.
Dopo la scomparsa dell’autore, direttamente o con l’aiuto di amici che hanno accesso agli archivi di Burbank, il sottoscritto, con l’aiuto assolutamente determinante di amici e conoscenti, arriva a recuperare (in fotocopia quando non in originale) le tavole di tre sue storie per le quali è necessario ricreare tutta la sceneggiatura e i dialoghi. La prima è Topolino e la marmitta fotonica (Mickey Mouse: The Photonic Muffler), rintracciata dallo sceneggiatore e editor David Gerstein a Burbank nell’estate 2005, insieme altri inediti con Topolino (alcuni, per esempio, dovuti alla mano di Paul Murry).
Della Photonic Muffler non erano state mai nemmeno iniziate le procedure per la sua stampa, e non era quindi nemmeno stata trasposta sottoforma di proofs.
Per fortuna, tutte e diciotto le tavole erano integre, benché completamente prive di testo. A quel punto, Gerstein, intenzionato a pubblicarla su un comic book della casa editrice Gemstone di Timonium (MD), si è messo in contatto con lo scrivente, richiedendo di inventare un nuovo testo che calzasse con le immagini.
Nell’approfondire lo studio delle vignette, per inventare un soggetto “a posteriori” che tradisse il meno possibile le intenzioni di Romano, è emersa anche qualche informazione utile a stabilire l’epoca di realizzazione della storia. Innanzitutto, dalle poche scritte in inglese presenti sui cartelli delle varie vignette, si poteva evincere che anche il soggetto della storia era opera dello stesso Scarpa e non di Nofziger o di altri sceneggiatori americani.
L’inchiostrazione delle tavole, certamente opera di Sandro Del Conte, permetteva di collocare l’avventura prima delle Paperolimpiadi, nel corso della quale il sodalizio con Del Conte si interrompe.
In una vignetta della storia, una datazione presente su una parete del laboratorio sotterraneo del professor Blint Brandon fa presumere che l’avventura sia stata immaginata da Scarpa nel 1984: quarant’anni precisi dopo le ricerche compiute dallo scienziato verso la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Per quanto riguarda le tappe di lavoro successive per il recupero della storia, il testo “reinventato”, scritto in inglese corrente, è stato spedito negli USA. Gerstein lo ha omogeneizzato con gli standard linguistici adottati dalla Gemstone per tradurre le altre storie extrastatunitensi, per esempio, nella versione americana finale, il Pippo della Marmitta fotonica si esprime con distorsioni fonetiche paragonabili a quelle che aveva nelle strisce di Floyd Gottfredson e Bill Walsh.
Per la gioia dei fans di questo e dell’altro lato dell’oceano, Mickey Mouse and the Photonic Muffler debutta in data di giugno 2006, dopo oltre vent’anni di oblìo, sia in Italia sul n. 201 di Zio Paperone, sia sul comic book Mickey Mouse and Friends n. 290.
Stop per il momento.
La terza e ultima parte arriva appena possibile!
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