Cosa leggerà la signora ubertosa sul giornale di domattina?
Quello che Internet dice adesso, vale a dire che l’ex marito della su’ amica Veronica, organizzatore di festini con minorenne inclusa, soprannominato comunemente negli ambienti romani Er Pompetta, è stato condannato a 4 (quattro) anni di reclusione per frode fiscale e interdetto dai pubblici uffici per 3 (three) anni.
Ergo, non potrà mai essere di nuovo Presidente del Consiglio e men che meno (mai) Presidente della Repubblica.
Si metta il bigio animo in pace, se lo individua, fra le scapole e le costole, dopo essersi sbottonato la camicia e frugato fra i radi pelazzi toracici.
Si tratta di una sentenza di primo grado.
Il tribunale di Milano ha stabilito che i condannati nel processo su presunte irregolaritò nella compravendita di diritti tv del gruppo Mediaset dovranno pagare alla parte civile – l’Agenzia delle Entrate – una provvisionale di 10 milioni di euro. Tra i condannati c’è il Cavalier De Pompettis.
Dopodiché, andiamo a farci un bagnetto in vasca.
“Inutile dire che siamo molto dispiaciuti”, ha dichiarato alla stampa pochi minuti dopo la sentenza un militante di Forza Italia della prima ora, tal F. C., aggiungendo: “Pensavamo che il fondatore del nostro movimento politico razzolasse bene e che semmai solo predicasse male a volte, quando si lasciava andare negli insopportabili sproloqui ai quali ci aveva abituati, infarciti di barzellette vecchie”.
“Invece – prosegue F. C. – mi ero sbagliato. Razzolamento e predicozzi erano spazzatura allo stesso modo, e bene feci a distaccarmi dai movimenti di questo ricco e anziano signore quando ho capito di quale pasta fosse fatto, pochi minuti fa”.
Di tono non troppo dissimile è il commento di Tonino Di Pietro, riportato da Repubblica:
“Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla. Da oggi – prosegue – gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente”.
Absit iniuria verbis. Relata refero.
I giudici milanesi hanno correttissimamente ritenuto prescritto il reato per il 2001 (altrimenti la pena sarebbe stata più sonora, se non fosse intervenuta la prescrizione), ma non per gli esercizi 2002-2003 nel corso dei quali – sono parole loro – è stata portata a termine “una evasione notevolissima“.
Molto nero, insomma. Usato per cosa?
Le banconote sono state conteggiate e segnate? In quali tasche sarebbero finite?
Chissà se i giudici milanesi lo sanno.
La pena inflitta al costruttore di quartieri è più dura di quella proposta nella requistoria dalla pubblica accusa, che aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di carcere. Assolto invece da queste accuse Fedele Confalonieri.
Le vignette sulla fetida corruzione, ripartite in egual misura fra le metropoli di Roma e Milano, accomunate nello stesso malaffare, sono della sempre brava Marilena Nardi (ciao!).
Milano da bere.
Marilena (va ricordato) è l’eccezionale vignettista del Fatto quotidiano, dove recentissimamente è approdato anche Vauro.