INIZIA DOMANI IL FESTIVAL KOMIKAZEN, A RAVENNA

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Parte domani l’ottava edizione del Komikazen – Festival Internazionale del Fumetto di Realtà curato dall’Associazione Miranda e partner (tra l’altro) di Napoli COMICON.

Komikazen, che ha sempre posto la sua attenzione sul “fumetto di realtà” (più o meno l’antitesi della fiction, anche se la distinzione non è sempre troppo agevole), dedica l’edizione 2012 alla rappresentazione dell’Italia, ospitando a Ravenna molti dei più importanti autori italiani.

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L’unico ospite estero è Carlos Latuff, autore specializzato in satira politica e icona nei paesi arabi dopo aver documentato le vicende della primavera araba e della Siria.

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Cristina Radi assicura che nel fine settimana del 12-14 ottobre ci saranno a Ravenna più di 50 autori italiani di fumetti tra molto famosi e giovani emergenti, con una grande mostra dedicata alla Nuova storia d’Italia a fumetti (parafrasando la famosa opera di Enzo Biagi), che espone le tavole di molte delle opere di graphic novel di fatti e personaggi italiani dall’800 ai giorni nostri, uscite da poco o molto tempo fa.

Sarà un vero e proprio happening da non perdere, tutti gli autori saranno a Ravenna e faranno incontri e dediche.
Questa mostra, con ingresso gratuito, continua fino all’11 novembre 2012 e s’inaugura sabato 13 (quando il blogger di Cartoonist Globale è a Firenze a tenere uno stage con Massimiliano Frezzato) al MAR – Museo d’Arte Ravenna .

RITRATTI di personalità a volte anche controverse della politica, della cultura o dello sport come Garibaldi di Tuono Pettinato, Salgari di Paolo Bacilieri, il poeta Dino Campana di Rocco Lombardi e Simone Lucciola o ancora il geniale imprenditore Adriano Olivetti di Riccardo Cecchetti, lo scrittore Primo Levi di Pietro Scarnera, per arrivare più vicino a noi con Gramsci di Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis e il poeta della civiltà contadina e attivista politico Rocco Scotellaro di Giuseppe Palumbo o attingendo dal mondo dello sport, il campione di ciclismo Marco Pantani di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso.

La stretta contemporaneità è tracciata attraverso una galleria di ritratti dei nostri politici, tra i più impietosi della storia della satira italiana, vergati dalla punta di Riccardo Mannelli.

Cossi

Altre tavole in mostra sono tratte da opere che riportano le STORIE presenti nei manuali scolastici come il Risorgimento di Giuseppe Palumbo, o che fanno ancora discutere con ferite aperte e misteri non del tutto chiariti, come i fatti del Vajont di Paolo Cossi (foto sopra) e Marco Pugliese, Il caso Calvi di Luca Amerio e Luca Baino, La tragedia di Ustica di Leonora Sartori (foto sotto) o Il sequestro Moro di Paolo Parisi, e sempre rimanendo negli anni di piombo con Pinelli e Calabresi di Bepi Vigna e Mattia Surroz e la strage di Piazza della Loggia di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio.

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Un’ampia riflessione è dedicata ai fatti di mafia, attraverso le figure del pool antimafia composto da Falcone e Borsellino di Manfredi Giffoni; i ritratti di Peppino Impastato di Rizzo e Bonaccorso, del magistrato Antonio Caponnetto di Luca Salici e Luca Ferrara e dello scrittore e giornalista Pippo Fava anche lui vittima di Cosa Nostra, immortalato nel libro di Luigi Politano e Luca Ferrara.

Fino ad arrivare all’attualità dei giorni nostri con il G8 di Genova delle tavole di Zerocalcare e dell’opera di Francesco Barilli e Manuel De Carli dedicata a Carlo Giuliani.

Sotto, vignette di Manuel.

Manuel

Bersani

Nella mostra di Komikazen, però, la storia non è solo fatta dai grandi protagonisti, ma anche dalle PERSONE COMUNI, che si ritrovano loro malgrado ad affrontare la grande Storia.

Così è nelle pagine di Alessandro Tota e Caterina Sansone dedicate alle sofferenze degli esuli istriani o nell’opera di Sara Colaone, che tratteggia la repressione omofoba del periodo fascista e anche successivamente quella strisciante della società italiana.

Le storie partigiane della Romagna di Costantini e l’infanzia e l’adolescenza difficile di un gruppo di ragazzini all’ombra del polo chimico del Villaggio ANIC di Ravenna nelle pagine di Davide Reviati. Per arrivare anche qui ad un punto di grande attualità come quello della mancanza del lavoro, che parte dalla storia degli emigranti in Svizzera ancora di Colaone, fino ad approdare alla fuga dei cervelli di Tota nel lavoro Yeti. Le opere mostrano generazioni ed epoche diverse, ma accomunate dalla stessa nostalgia di casa.

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Tutte le domeniche (fino all’11 novembre) sono in programma visite guidate alla mostra, condotte da giovani storici alla scoperta di connessioni, eventi e rappresentazioni della storia contemporanea italiana attraverso il fumetto (dalle 16 alle 18).

(Info mostra: Ingresso gratuito. Orari: dal martedì al sabato 9.00-13.30. Martedì, giovedì, venerdì e domenica 15.00-18.00. Lunedì chiuso)

Ancora all’insegna del contemporaneo, la mostra Le mani hanno occhi, che si apre venerdì 12 ottobre (ore 19.30) presso Le Cantine di Palazzo Rava (Via di Roma, 117) e che vede esposte le tavole di tre importanti disegnatori, tutti presenti al Festival: Carlos Latuff, Riccardo Mannelli, Shout. La mostra è aperta fino al 28 ottobre.

Che cosa accomuna il virtuoso Riccardo Mannelli, noto per i ritratti su Repubblica, ma anche per la lunga carriera di pittore e disegnatore, il giovane illustratore Shout, che ha al suo attivo una quantità di premi e pubblicazioni internazionale da Guiness e il disegnatore fortemente politicizzato Carlos Latuff?

Sicuramente l’ossessiva attenzione alla rappresentazione del reale, che non significa ovviamente realismo. In 100 tavole originali, una mostra per esercitarsi all’interpretazione della realtà.

Forti come pugni allo stomaco sono le vignette satiriche di Carlos Latuff (Rio de Janeiro, 1968), disegnatore brasiliano di origine libanese. I suoi lavori affrontano una serie di temi, tra cui antiglobalizzazione, anticapitalismo, pacifismo e antimilitarismo, soprattutto nei confronti delle guerre in Iraq e Afganistan condotte dagli Stati Uniti per motivi economici.

Dal 2010 si occupa moltissimo dei fatti della primavera araba – Tunisia, Libia, Egitto – trattando soprattutto il rapporto fra i rivoluzionari e le interferenze occidentali e, più recentemente, sugli ultimi fatti della Siria. Latuff collabora per lo più con alcuni blog e con il sito di informazione indipendente Indymedia ed è stato pubblicato da diverse riviste brasiliane, da Le Monde Diplomatique e da vari siti arabi, dalla rivista saudita Character, oltre che dal quotidiano libanese Al-Akhabar. È molto conosciuto per le sue vignette sul conflitto israelo-palestinese, tra i suoi lavori più famosi infatti la serie Siamo tutti Palestinesi, in cui compaiono diversi personaggi rappresentanti di un popolo oppresso, tutti sono accomunati dallo stesso fumetto “Sono palestinese”; tra le situazioni rappresentate i Sudafricani neri durante l’Apartheid, i Nativi d’America, i Tibetani in Cina e anche gli Ebrei del Ghetto di Varsavia, la qual cosa gli è costata non pochi problemi con il governo israeliano.

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Riccardo Mannelli (Pistoia, 1955) espone una selezione delle tavole di Nicaragua, opera risalente al 1985, definita da molti il primo esempio di graphic novel italiana, un testo ormai introvabile. Mannelli oltre ad essere un fumettista e disegnatore satirico, è sopratutto un acuto osservatore della realtà. Attualmente collabora con La Repubblica e Il Fatto Quotidiano.

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Accanto a lui, alcune opere di Shout (nome d’arte di Alessandro Gottardo / Pordenone, 1977), uno degli illustratori italiani più conosciuti ed apprezzati all’estero, tanto che vanta collaborazioni internazionali come New York Times, Washington Post, New Yorker, Wall Street Journal e in Italia Internazionale e la casa editrice Minimum Fax.

Tra i tanti riconoscimenti, nel 2009 gli è stato conferito a New York quello ritenuto il più prestigioso nel campo dell’illustrazione: Society of Illustrators Gold Medal. Con pochi tratti, riesce ad evocare mondi e a veicolare messaggi che svelano storie e punti di vista: l’uso sapiente del colore, le forme e le assenze, creano un racconto.

(Info mostra: Ingresso gratuito. Orari: tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00 lunedì chiuso).

Alla Galleria Mirada (Via Mazzini, 83) inaugura venerdì 12 ottobre (ore 17.00) la mostra Il mio nome è Ultras, le tavole di Andrea Zoli (Faenza, Ra 1984), vincitore del premio Komikazen 2011, che ha trattato il tema dello strano mondo degli ultras della città di Cesena.

Il libro, che uscirà in occasione del festival per la casa editrice Comma 22, ha molti momenti quasi di comicità, ma costituisce al contempo anche un’analisi sociologica. Da sempre l’intento del Premio istituito dal Festival è di scovare i talenti d’eccellenza e permettere di realizzare il loro primo libro. La mostra è aperta fino al 28 ottobre.

(Info mostra: Ingresso gratuito. Orari: tutti i giorni dalle 16 alle 19, chiuso il lunedì).

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Durante il Festival, Ravenna sarà luogo d’incontri, riflessioni e tavole rotonde con autori rappresentanti la scena fumettistica italiana.

Qui trovate il programma completo:

www.komikazenfestival.org

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1 immagine logo Komikazen 2012 by Shout E' un paese per vecchi