Non ci sono davvero parole per commentare questo lutto.
Userò quelle con cui, qualche anno fa, chiudevo idealmente un percorso creativo ed editoriale in un libro.
Torneremo a parlare di lui, di Dino Battaglia, di altri colleghi con i quali Toppi ha lavorato sulla scena milanese.
Alla famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze.
La cerimonia funebre si terrà giovedì 23 agosto alle ore 11,00 alla chiesa di San Lorenzo, presso la Cascina Monluè.
Con la sparizione dell’ultimo periodico di avventura della Rizzoli-Milano Libri, mentre in contemporanea Paganelli e Mollica rarefanno le uscite, vengono a mancare i punti di riferimento per vari fumettisti non irreggimentati, quelli che hanno scelto il medium non solo come mestiere (e comunque sì, anche come mestiere), ma soprattutto come mezzo per esprimere le proprie pulsioni, per dar forma grafica ai propri fantasmi. Resta quasi solo l’ecumenica “Comic Art” a poterli accogliere o riprenderli sotto l’ala, ma anche lì le pagine mensili scarseggiano e per tutti non c’è posto.
La crisi si farà sentire a breve e anche prima che la casa editrice nel suo complesso si sfarini nel 2000, per colpa di investimenti dagli esiti nefasti nel settore delle riviste di videogames e playstation, prima che anche la mostra mercato Expocartoon (collegata alla Comic Art) interrompa burrascosamente il sodalizio con la Fiera di Roma dell’EUR che l’aveva accolta sin dalla sua prima edizione con Frank Miller in veste di nume tutelare… ben prima di tutto ciò, anche quel che rimaneva de “L’Eternauta” era confluito dentro il mensile dello spettacolo disegnato (dall’ottobre 1995).
Indenne, ma nomade da una testata all’altra per colpa dell’instabilità del mercato, resta anche in queste terremotate circostanze uno dei Maestri che abbiamo considerato idealmente il primo consapevole esponente del Fumetto d’Autore di casa nostra.
È l’estroso “samurai milanese” Sergio Toppi, debuttante fumettisticamente nell’ormai remoto 1961, mentre si faceva largo in un “Corriere dei Piccoli” ancora impantanato nelle prerogative educational dell’Italia della ricostruzione.
Quando i settimanali non corrotti da un’estetica americaneggiante tentavano con fatica di cambiar pelle, nascevaono anche le prime riviste, le prime convention: Toppi era presente sulle une e alle altre, fedele alle misure del mondo prese quando ha iniziato a sviluppare la sua arte, tesa ad un continuo affinamento.
E per dirla col poeta, la modestia gli aderisce come una muta da sub, non dà nell’occhio con una chiassosa irruenza alla Pratt o per l’introverso autoisolamento creativo tipico di Battaglia. Eppure, la stima che nutrono per lui i lettori intenditori lo pone alla pari di questi altri due grandi, riconoscendogli il copyright delle immagini esplose nell’equilibrio della tavola e la dimensione del racconto breve, della narrazione sintetica e fulminante che richiama predecessori (non versati nell’arte sequenziale, però!) come Jorge Luis Borges o Julio Cortazar.
Toppi supera le ondate di “Frigidaire” e dei valvolinici, che in qualche modo restano legate al loro tempo; sorpassa senza premere l’acceleratore le fuoriserie di colleghi che saranno costretti a invocare il soccorso stradale; non viene nemmeno sfiorato dai cicloni di Dylan Dog e di Nathan Never.
Quando negli anni Novanta del secolo scorso anche le riviste scompaiono una dopo l’altra e gli restano giusto delle partecipazioni su “Comic Art”, a cui destina splendide copertine, Toppi resta comunque attivo con mostre, illustrazioni e pubblicazioni all’estero, dove è ambasciatore da decenni del Fumetto italiano più colto e sofisticato.
Lo sottolinea anche Sergio Bonelli, nella presentazione di una rassegna di tavole toppiane alla galleria milanese L’Agrifoglio:
Lo confesso, io a lui sono anche debitore di una specie di passaporto internazionale. Quando, da perfetto sconosciuto quale sono, grazie al cielo, al di fuori del mio piccolo mondo fumettistico italiano, mi presento a qualche manifestazione dedicata ai comics (a New York come a Buenos Aires, a Barcellona come ad Angoulême), mi basta una semplice dichiarazione per suscitare l’interesse e la stima dei miei interlocutori: “Mi chiamo Sergio Bonelli, pubblico fumetti in Italia e sono l’editore di Sergio Toppi”.
In questo post, tre foto inedite di Sergio Toppi premiato a Cartoomics 2009. In due lo vediamo mentre firma le copie di due libri, pubblicati dallo Studio Michelangelo a cura di Vittoria Ceriani.
In un’altra foto riceve una targa speciale al Premio Ayaaak. Sono state scattate da Emanuela Oliva (suo il © per la evetuale pubblicazione; qui le informazioni per averle in alta definizione).
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