RICH BUCKLER: L'OMBRA CHE DISEGNA

PHANTOM Sunday 1

Come si fa a evitare di segnalare un’intervista interessante, a un fumettista che, parafrasando un’attribuzione tradizionalmente affibbiata a The Phantom, l’Uomo Mascherato, potrebbe appunto definirsi come nel titolo?

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Sono le confessioni e rivelazioni (nessuno scoop, per carità) di Rich Buckler, che racconta le sue peripezie nella realizzazione di fumetti per i quotidiani, o per i supplementi degli stessi.

PHANTOM Sunday 2

Ne parla a questa pagina, alla quale la nostra cortese platea è rimandata.
Cartoonist Globale si limita a riprendere le tavole di Lee Falk e Sy Barry (stando ai credits della testata) pubblicate in questo servizio, My Adventures Drawing Newspaper Strips.

PHANTOM Sunday 3

Okay, riprendo questo passaggio, importante:

A practice called “ghosting”–which is when another artist “pinch hits” for the artist, usually on a totally anonymous basis. That happens when a creator artist wants to take a vacation, or gets sick and needs a leave of absence, or if in rare instances he is working perilously close to deadline and needs to catch up or get ahead.

This is not an ususual practice, but it can be risky for the creators.

Sometimes the transition from one artist to another is a smooth one and goes more or less unnoticed. Other times the differences in style can’t be avoided and are very noticeable.

The trick is to get away with it without the syndicate becoming alarmed, because this is a business practice not sanctioned by them.

The syndicate as the licensor might overlook this practice if they do find out–then again, they might not. And I’m fairly certain that there are penalties for breach of contract (for example, an artist can be penalized as much as hundreds of dollars per day for every day he is late).

So when the artist hires a “ghost” this is a private undertaking, and always done with the utmost discretion of the involved parties.

PHANTOM Sunday 4

  • fortunato |

    Il costume “nerbiniano” di Phantom non era rosso per problemi tipografici, ma perché il personaggio era nato nel 1936 (e venne immediatamente comprato e pubblicato anche in Italia, dove si era in pieno nel boom dei fumetti avventurosi americani) come striscia giornaliera in bianco e nero.
    La domenicale a colori iniziò solo 1939 e solo allora si scoprì che il costume era violetto (assolutamente NON magenta).
    E non fu solo Nerbini a “sbagliare” colore: nel nord dell’Europa il personaggio è tradizionalmente blu.
    Inoltre, Lee Falk lo aveva pensato come grigio (il nome originario del personaggio doveva essere “the Grey Ghost – lo Spettro Grigio), ma il colore venne dato senza consultare lo scrittore.
    Falk stesso disse che, semmai, avrebbe optato per un verde mimetico, ma credo che nessun colorista sano di mente avrebbe accettato di fare in verde un personaggio che agiva di preferenza in una giungla: la logica del romanziere e quella del grafico non si potevano sovrapporre.
    Ragionandoci sopra, direi che la scelta svedese (il blu) sarebbe forse stata la più logica: il grigio non è abbastanza “colorato”, il verde o il marrone sono troppo mimetici, il rosso e il giallo troppo poco, il blu è abbastanza mimetico, ma spicca abbastanza (lo stesso ragionamento fu alla base del colore degli Schtroumpfs/Puffi).

  • francyduck - francesco |

    Non per sminuire Crepascolo, ma che Buckler fosse stato presentato in Italia come l’imitatore per antonomasia di Jack Kirby, lo sanno tutti quelli che ormai navigano in piena mezza età e che si sono formati fumettisticamente con la Editoriale Corno.
    Semmai mi affascina che si parli ancora di “ghost” nel mondo del fumetto per quotidiani, un mondo affascinante che però credo sia ormai quasi del tutto scomparso.

  • CREPASCOLO |

    Grazie a tutti x i complimenti. Ribadisco che Buck è in grado di disegnare + che dignitosamente quando non è ” obbligato ” a piratare un segno che non gli appartiene per sensibilità ( o ” sei ” Adams o ” sei ” Kirby ).
    Nel recente volumetto a sei euri con la raccolta di alcuni What If ( le storie immaginarie della Marvel , il corrispettivo degli Elseworlds della DC ) inediti è contenuta anche una breve storia a firma del ns in cui si indaga la possibilità che la Torcia Umana non faccia riacquistare la memoria ad un Namor bollito ( con il corollario che quest’ultimo non “scongeli ” Cap ) – le matite sono discrete anche se equalizzate da Jim Mooney, un inchiostratore dal segno coprente ( come tutti gli inker che sono anche matitisti ).
    Il mio primo Buck è stato il numero 101 di Daredevil che la Corno, se non ricordo male, tradusse nel numero 102 del suo quattordicinale l’Incredibile Devil. Praticamente l’esordio ( anche se si era visto in coda al numero precedente di Gene Colan ) di Angar l’Urlatore. Ricordo ancora la dida ” Angar urla…e la realtà si fa da parte “. Da allora ho letto Lethem, Amis, McEwan e una tonnellata di altra roba, ma quando riguardo il mio Essential con le paginette finalmente in un opaco b/n ( che senso ha colorare le pagine di Colan/Palmer o Colan/Shores ? ), quella frasetta è il mio biscottino proustiano che mi riporta al Buck che disegnava Quicksilver a rotta di colla per le highways ed un automobilista che ringhiava ” Rallenta, maledetto mutante ! ” . Adoravo quelle storie: era l’America di Starsky & Hutch e di Colombo nel senso di tenente, ma era
    anche un posto ripieno di urlatori + pericolosi di Celentano e di bolidi antropomorfi con il ciuffo di un Beep-Beep platinato. Nessuna stagione come quella. Non vedo l’ora che Crepascolino impari a leggere.

  • Mario dell'Isola Felice |

    Le tavole sono molto belle, come ha già giustamente scritto Santino.
    Per il resto quoto completamente Crepascolo, che tra l’altro fa sfoggio di una cultura supereroistica ad altissimi livelli, complimenti.

  • Santino |

    Queste tavole sono molto belle. Io penso che alla Nerbini hanno fatto in rosso il costume di Phantom perché non riuscivano a selezionare un magenta come questo originale.
    E, certo, nel verde della Jungla il Nostro non passa inosservato nemmeno così. Sapevo che era grigiastro in altri Paesi.
    Fli scritti di Crepascolo sono sempre “amazing”, non potrei definirli altrimenti.
    Ma quante cose conosce???

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