Dalla mia città, dove vivo e risiedo e talvolta voto, Little Rock, nell’Arkansas, nottetempo è passato Clet Abrhams a depositare i suoi regalini.
Come lei m’insegna, caro leggente, costui è un artista bretone che da quasi vent’anni vive a Firenze, ma poi va qua, va là, torna su, gira in giù.
Su internet è noto per queste sue particolari interpretazioni dei cartelli stradali con i quali sta conquistando una discreta popolarità anche offline.
Dopo un po’ li staccano e li sostituiscono. Cletus va nel deposito rottami e se li acquista, poi fa delle mostre personali dove interviene per firmarli.
E la gente glieli compra per arredare casa a non meno di 120 euri ciascheduno.
Ciò che distingue Clet dagli altri writers e artisti di strada è la tecnica che usa per le sue opere: anziché bomboletta e vernice usa adesivi da incollare ai cartelli.
Applicazioni che forse sono facilmente staccabili e molto meno invasivi rispetto ai colorati murales di qualche suo collega.
La cacciata di Adamo ed Eva è ganzissima.
Nel blu, aveva già notato Daphne, deve averci messo un po’ di ritocco con l’UniPosca…
Quella sopra, invece, un artista della foto la scattò a Fiorenza.
Clet ha cominciato così, da bambino, facendo dei freghi sul Little Golden Book di Braccobaldo che trafficava con i cartelli ammonitori.