Qualche appassionato del settore ricorderà Giovanni Barbi (1937-1996, a destra nella foto) come collezionista ed esegeta di fumetti del tempo andato, soprattutto nell’ambito di quello che amava chiamare “fenomeno nostalgia”. Potrebbe averlo conosciuto nell’ambito dei vecchi mercatini del Fumetto svoltisi in Toscana, soprattutto quelli organizzati da Alfonso Pichierri delle rinate Edizioni Nerbini, per le quali Giovanni aveva una grossa predilezione, pur nella semplicità delle loro pubblicazioni: un tratto che oggi può apparire ingenua ai più.
Nel 1977, Giovanni fu anche un pioniere nel settore delle neonate radio libere, partecipando a Radio Antenna 104 (emittente nella quale il presente blogger conduceva almeno sei programmi diversi) con una collezione di interessanti interviste telefoniche. Quindi, ha scritto articoli vari sui fumetti, collaborando per un breve periodo anche con l’etichetta romana Comic Art di Rinaldo Traini e ha compilato un saggio sui fumetti e la Resistenza, parlando per primo, in prospettiva storica (per esempio) di una serie oggi dimenticata (o quasi) come Sciuscià di Tristano Torelli.
Sotto, una copertina (appunto) di Sciuscià, disegnata dall’abilissimo Franco Paludetti (che si firmava Palù), in seguito colonna di Diabolik, albo al quale nel 1972, occupandosi prevalentemente di inchiostrazione, ma occasionalmente realizza anche albi a matita.
Sotto, una sua foto con un premio Anafi come miglior disegnatore fra le mani.
Noi, che di Giovanni eravamo amici, siamo lieti di sapere che il nome di Giovanni sarà ricordato, anche perché sarà intitolato in sua memoria l’archivio fotografico pistoiese digitale. Lo ha deciso nei giorni scorsi la Giunta Comunale di Pistoia.
Sono migliaia le fotografie che il Comune di Pistoia ha raccolto in tanti anni e che custodisce con cura nella Biblioteca Forteguerriana e nel Palazzo Fabroni. Ognuna di esse racconta un piccolo pezzo della storia di Pistoia, permettendo di scoprire come sono cambiate le strade e le piazze della città e come si sono trasformati i modi di stare insieme.
Grazie ad un finanziamento speciale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, è stato avviato un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione di questa preziosa raccolta, nell’intento di creare un vero e proprio “Archivio fotografico pistoiese”, consultabile da tutti via Internet.
Il progetto dovrebbe concludersi entro un anno e mezzo.
Nei giorni scorsi, la giunta ha deliberato di intitolare l’archivio a Giovanni, già bibliotecario alla biblioteca Forteguerriana, animatore culturale e grande appassionato di fotografia, al quale si deve il riordino della importantissima collezione delle cartoline Macciò conservate in biblioteca, l’organizzazione di numerose mostre fotografiche di livello nazionale, la collaborazione con diversi gruppi fotografici pistoiesi e una ricca serie di pubblicazioni sulla storia e le tradizioni di Pistoia.
L’attività di “catalogatore” (oltre che di ricercatore) in biblioteca, aveva fruttato, unita alle sue conoscenze sui fumetti, una pubblicazione uscita il 12 giugno 1989, il fascicolo Indici generali Comic Art (nn. 1/40), del quale vedete a destra la copertina, ancora reperibile in rete tramite Alessandro Distribuzioni a questa pagina.
L’opera, alla quela collaborò anche il critico Claudio Bertieri con lo scrivente, aveva la funzione di schedare i principali autori e saggisti comparsi sui primi quaranta numeri della rivista Comic Art, con schede biografiche essenziali. Elencava anche tutte le riviste, le case editrici, gli autori e le altre principali voci di cui si faceva menzione negli articoli di unoa delle più prestigiose riviste “di qualità” dei decenni Ottanta Novanta.
A promuovere l’intitolazione dell’archivio fotografico a Barbi è stato l’Assessore alla Cultura del Comune, Mirco Vannucchi.
“Abbiamo voluto legare il nome di Giovanni Barbi al nostro archivio fotografico – dice l’assessore alla cultura – con l’intento di valorizzare il suo straordinario lavoro culturale nella produzione e nella raccolta di immagini di Pistoia. L’acutezza e perspicacia delle sue indicazioni fanno oggi da guida all’attuale lavoro di digitalizzazione”.
Giovanni Barbi fu un operatore culturale poliedrico e innovativo: a lui va riconosciuta la paternità della prima intuizione di creare un archivio fotografico comunale utilizzando le tecnologie elettroniche, che agli inizi degli anni Novanta già facevano presagire quelle potenzialità di sviluppo che si sono dispiegate nei decenni successivi.
“La proposta di intitolare l’archivio fotografico a Giovanni Barbi – dice Roberto Cadonici, consigliere della Fondazione Caript – non può che trovarci d’accordo, per la sua grande passione e per la sua grande perizia nel campo della fotografia, ma anche per tutto quello che Barbi ha rappresentato per la città grazie ad una insaziabile curiosità intellettuale”.
Grazie a Carlo Bartolini per la segnalazione.