Aggiornato, e per questo lo riposizionio in cima alla pagina, anche se sulla questione sarebbe bene stendere un pannolano pietoso, una termocoperta, un coltrone.
Lo riprendo pari pari, ormai chilometrico, con anche tutto ciò che non c’entra.
Sarebbe bene che lo si leggesse dal di sotto in su. Oppure anche tutto di seguito, come una pellicola con un montaggio depistante.
Ringrazio Sergio Tulipano di BooksWeb, che ha inserito il suo commento fra gli altri accennando solo un po’ quanto invece riporta per esteso nel blog di Robbe Dalla Parte di Asso Merrill.
Grazie anche Raberto, naturalmente.
I Puffi non c’entrano, in sostanza. Chissà come sono usciti fuori.
Il reportage di Sergio.
La Satrapi è arrivata al WOW (peraltro puntalissima), siamo stati presentati e le abbiamo mostrato il mini-studio approntato per l’intervista. A quel punto, improvvisamente, lei si è scusata in inglese ed è scappata via. L’ho vista parlare concitatamente con gli addetti stampa del film, i quali mi hanno riferito che lei era lì per parlare solo di quello e non dei suoi fumetti, “cose ormai vecchie di anni” (testuale).
Mi domando: quale giornalista non le avrebbe posto almeno una domanda sui suoi fumetti (anche considerando che il suo film è tratto da un suo fumetto)?
Comunque, le è stato detto che accettavamo di parlare solo del film… sperando che si calmasse.
Invece ha rincarato la dose, dicendo che non si sentiva rappresentata da quell’ambiente. Le è stato gentilmente ricordato che sapeva bene fin dal venerdì che sarebbe stata ospite del museo del fumetto… e le abbiamo mostrato che comunque lo sfondo per l’intervista era neutro, anzi dietro di lei si vedeva solo la locandina del film.
Niente da fare… anzi, ha aggiunto che era già alterata all’arrivo lì, perché fuori dal museo era annunciato un incontro con lei e non si faceva cenno al co-regista…
Le è stato ricordato (sempre con estremo tatto) che lo stesso annuncio compariva pure sul Corriere e che in Italia lei è conosciuta, lui no. E io le ho mostrato e dimostrato che avevo un microfono anche per Paronnaud perché sapevo che è un fumettista famoso in Francia prima di passare al cinema e che intendevo intervistare entrambi.
Tutto inutile: la signora è uscita dal museo e se n’è rimasta fuori più di mezz’ora a fumare, rientrando solo per l’incontro col pubblico (il cui presentatore, nel frattempo, aveva comprensibilmente fatto sparire i fumetti di Marjane e le relative domande che intendeva farle).
Ecco. In base a questo ci possiamo fare una migliore idea sulla persona. O ripristinare quella che avevamo, se l’avessimo cambiata nel frattempo in seguito ad altre testimonianze.
Dopodiché, riprendo il vecchio post, pluriaggiornato.
Gli adoratori satanici qua sopra, con un doppio CLAQ furibondo si esaminano sin nei loro interstizi.
Invece, sempre a scopo didattico, potrebbe essere si qualche interesse lanciare qualche occhiata al lavoro di John Pugh.
Non è un fumettista, né un illustratore, ma un artista, oh, sì, quello lo è.
Nel video sotto se ne blatera a perdifiato, ma vale la pena osservare le immagini e farsi un’idea della sua opera, decisamente sconosciuta in Italia.
Il murale che mostro immediatamente sotto è stato eseguito in California, a Bishop.
E veniamo al titolo di questo post-pinzimonio. Una volta, com’è noto, lo slogan di Totem Comic recitava “Perché tanto odio”?
Nessuna risposta convincente è stata ancora fornita.
Ma mettendo insieme un po’ di indizi, forse possiamo cominciare a intuirla.
Raccogliamone. Tutti i contributi sono ben accetti.
Certo, la “paccata” di quella che Beppe Grillo chiama “la Frignero” è un bell’inizio, ma fumettisticamente è un po’ OT.
La notizia più carica d’odio (si fa per dire) riguarda Marjane Satrapi, che non accetta parentele con i Puffi. Marco Lucio Papaleo (nessuna parentela con Rocco?) ne fa la cronaca in Everyeye.
MA!
ATTENZIONE!
Quanto sto per dire (queste frasi vengono scritte la notte seguente: quella del 15 marzo 2012) è confutato da un intervento diretto del Direttore del WOW Spazio Fumetto Luigi F. Bona, e quindi deve essere considerato ormai inutile o comunque da prendere con le molle.
Il commento di Luigi è il TREDICESIMO, qua sotto.
Mentre Melina Gatto precisa, altrove, che il Museo si è limitato ad accogliere la conferenza stampa nel corso della quale si sono svolti i fatti riportati subito sotto.
Ordunque: Marjane era stata invitata lunedì scorso al WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (ore 18.30), ad una conferenza stampa a proposito del recente capolavoro (il suo secondo, stando alla pubblicità, come fa un film, automaticamente esso lo è, dobbiamo sapere) dal titolo Pollo alle prugne. Sotto, il trailer che, “mi sia consentito il dire” (come intercalava Battista, il maggiordomo di Giovanna, nonna del Corsaro Nero, interpretato in un altro capolavoro, ma questa volta d’annata, da Giulio Marchetti), sfiora qualche momento di pacchianeria, con l’enfasi attribuitagli dal marketing del caso.
Per farla breve: una volta accomodatasi nella sala designata alla conferenza, Marjane ha dichiarato di “non sentirsi rappresentata adeguatamente” da un ambiente nel quale doveva convivere con Les Schtroupfs e Ken il guerriero. Perciò ha dato forfait, annullando seduta stante l’incontro.
Solo più tardi, avvertita dai suoi accompagnatori circa l’entità materica della figura che aveva appena consumato (probabilmente un capolavoro anch’essa), Marjane si è degnata di accontentare i pochi presenti che non avevano lasciato la sala stigmatizzandone l’atteggiamento snob, visibilmente delusi dalla puzza al naso che la loro ormai ex beniamina aveva palesato.
Qui il comunicato stampa ufficiale dell’evento.
Su questo fatto di cronaca, secondo me assai significativo da vari punti di vista, interviene oggi Roberto Recchioni nel suo seguitissimo blog Pronto alla resa, al quale vi rimando, con tutti i commenti degli intervenuti.
Roberto nota, fra le altre cose:
Adesso, sarebbe facile fare una battuta sagace sul fatto che, in effetti, le creature di Peyo e di Tetsuo Hara e Buronson e i fumetti della Satrapi, non hanno nulla a che spartire visto che i Puffi e Kenshiro, sono opere fatte da persone che sanno tenere una matita in mano.
Ma non lo farò.
Sarebbe troppo facile insultare un autrice le cui capacità di disegno sono indubbiamente ridicole ma che, come fumettista, sa fare il suo lavoro.
E sarebbe altrettanto semplice stigmatizzare il comportamento della Satrapi come snob e poco educato (oltre che stupido visto che ha danneggiato solo gente che del lavoro del suo lavoro era appassionata).
Infatti, probabilmente lo hanno fatto comunque altri, seduta stante, lunedì scorso. Ex ammiratori che forse, chissà se dopo averla conosciuta, pagheranno il biglietto per visionare il secondo capolavoro dell’autrice…
Può anche darsi che qualcuno di loro, invece, rivolga la sua attenzione a Philippe Gamer, che si è autoprodotto (e ha diretto) questo film (sotto) out of Paris-based VFX and game animation studio Space Patrol.
The Chase from Philippe Gamer on Vimeo.
Proseguiamo.
Marilena Nardi, consultando il sito della DeAgostini trova un po’ di materiale e osserva che a L’Aquia, in effetti, si ha molto tempo libero.
Basta così.
O meglio, chiudiamo con la baritonale e un po’ spaventosa Anna Calvi dedica un brano all’eroina spaziale, despota del pianeta Virgin, creata da Magnus e Bunker.
Grazie ad Andrea Mazzotta.