Ieri mattina Moebius, qualche ora fa Maria Grazia Perini. Come dice Moise, che ha commentato la notizia per afNews, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel mondo, dove (non è un banale e logoro refrain) se ne va chi può lasciare un rimpianto maggiore, mentre resta chi ha fatto e può indisturbatamente continuare a fare danno a sé e agli altri.
Ho scritto una banalità, senza dubbio; io che credo solo nel Caso e in alcun’altra presenza soprannaturale non dovrei affatto stupirmi che le cose stiano così. Infatti, lo stupore e lo sgomento non sono affatto sinomimi.
In questo inizio 2012, diciamo, tuttavia il Caso si sta facendo prendere un po’ troppo la mano.
Con Maria Grazia avevamo, tra le altre cose, non tutte rivelabili, anche un’intervista in ballo in un futuro non troppo anteriore, e naturalmente non si farà mai. Oltre allo sgomento per la scomparsa ingiusta di una persona troppo giovane per lasciare questo universo, resta la sensazione di una serie di contatti (e sviluppi degli stessi) che non potranno mai esserci.
Maria Grazia era nata il 12 ottobre 1950.
Tra i suoi lavori più citati, le testate che pubblicavano in Italia materiale Marvel, come <em>Shang-Chi, Dracula e Il Corriere della Paura…
Il rapido Comicout riprende la notizia per mano di Laura Scarpa e cita un mio articolo di due anni fa uscito in questo blog, prima che vi fosse una ripresa di contatti con la simpatica ex-redattrice di Eureka. Ben poca cosa. Lo riposto di seguito.
Sotto, un’immagine molto diffusa in rete di Maria Grazia Perini nel 1977 (foto di Roberto Vassallo Vanti), due anni dopo aver ricevuto il premio dell’ANAF (Associazione Nazionale Amici del Fumetto) con la seguente motivazione: “per l’impulso dato alla Editoriale Corno con il suo apporto di idee, esperienza ed entusiasmo“.
Giusto ieri, tra l’altro (le coincidenze si assommano, alcune non posso affatto raccontarle, ma datano poche ore fa), era giunto un commento a quel post di due anni fa. Era di DarkAryn.
Lo riporto:
Avendo lavorato per il sig. Corno, posso dirvi che quell’intervista che citate è poco attendibile, visto la grande acredine tra i due…
Qui l’intervista, di tre o quattro mesi fa…
Oggi (aggiornamento di lunedì 12) Ferruccio Alessandri rinuncia a pubblicare la consueta fotovignetta comica che spedisce a un giro di amici privilegiati e ricorda Maria Grazia come segue.
Ci eravamo conosciuti decenni fa, quando era stata assunta come redattrice della rivista Eureka. A una festa all’aperto di fumettisti il direttore Luciano Secchi me l’aveva presentata. Era molto bella e vestita di un completo jeans, una novità per l’epoca. Colpito, stavo per dire quanto fosse bella, quando Secchi mi bloccò dicendole: “Sta’ attenta, Alessandri è uno che sotto sotto prende in giro tutti…”
Anni dopo io e lei ridemmo insieme dell’episodio.
Ero un collaboratore di Eureka con fumetti umoristici e così c’incontravamo spesso, diventando buoni amici. MGP era diventata una colonna portante della casa editrice, mandando avanti quasi tutto lei. Era la dimostrazione vivente che una bella donna possa essere anche un donna molto intelligente, malgrado quello che pensano tanti uomini e, ahimé, anche qualche donna.
Con i decenni i nostri rapporti si affievolirono fino a sparire, specialmente per il fatto che ormai abitavamo in città diverse, ma la ricordavo con affetto.
Mi mancherà molto.
Ferruccio
Mentre conoscevo piuttosto bene Magnus (Roberto Raviola), frequentato in varie occasioni della sua attività artistica, negli anni Ottanta, ho conosciuto Maria Grazia Perini (foto a destra) solo all’inizio della seconda metà di quel decennio, quando da direttrice di Snoopy aveva fatto salire alle stelle le vendite di quel mensile per ragazzi, alla Rizzoli, in seguito a sue coraggiose iniziative di taglio ecologico, che avrebbero anche fatto scuola presso redazioni concorrenti.
Fu un incontro di una mattinata, una cosa fuggevole, che sarebbe servito a far partecipare il mensile (che aveva anche il nerito di aver coinvolto Franco Matticchio e Stefano Bartezzaghi in una parata di divertenti pagine-gioco e aver fatto scoprire ai lettori più giovani le meraviglie di Calvin & Hobbes, di Bill Watterson) a una rassegna fumettistico-ecologica che si teneva alla fine di quel remoto decennio, e che sarebbe defunta subito dopo.
Tra parentesi, a rompere il ghiaccio in quella rassegna fu Guido Silvestri–Silver, che aveva da non molto lasciato la condirezione di Eureka con Alfredo Castelli: vinse la prima edizione della rassegna, nella Penisola Sorrentina, in un clima strapaesano inusuale ma denso di collaboratività fra assessori di parrocchie diverse.
In un altro momento, e in altra sede, Magnus rispose con un risolino evasivo davanti all’illazione che si fosse ispirato un po’ a lei per tratteggiare la figura della dottoressa Frieda Boher nella sua rinomata serie Necron.
Più sotto, li vediamo entrambi. Mentre immediatamente a seguire riemerge dai flutti del passato una locandina pubblicitaria di Snoopy, con l’indicazione dei gadget che la rivista allegava.
Un momento un po’ “spinoso” nelle relazioni fra i due collaborati che erano stati colleghi, presso l’Editoriale Corno, fu quando, da lettori, apprendemmo (io e vari amici e fans di Alan Ford e della coppia Magnus & Bunker in generale) il contenuto sgradevole del purtroppo celebrebe editoriale del n. 77 del pocket.
Personalmente facevo fatica a credere che fosse farina del sacco della sensibile MGP.
Pensai che fosse comunque stato pilotato dalla casa editrice, che dava il benservito (disogna dire “in malo modo”) a uno dei maggiori collaboratori della stessa, uno degli uomini sulla cui produzione (e produttività) aveva basato la sua fortuna.
Adesso, in questo forum di FaceBook dal quale si apprendono altre cose sgradevoli, che potremmmo definire “miserie da dimenticare” (e alle quali non voglio dare la minima pubblicità, ritenendole frutto di tristi incidenti da valutarsi in altri sedi istituzionali) troviamo, un visibilio di lustri dopo, la verità.
Maria Grazia Perini non aveva mai scritto quel testo, dove si diceva che Magnus aveva lasciato la casa editrice per andare a disegnare fumetti… sconvenienti; dallo stile lessical-grammaticale in esso sfoggiato, peraltro, non era difficile risalire al suo vero autore.
Adesso i conti tornano.
Cito le parole dell’interessata:
“Un’ultima cosa: disconosco la maternità dell’editoriale apparso sul n. 77
di Alan Ford in cui si comunicava l’uscita di Magnus dallo staff della testata.
“Penso basti confrontare lo stile di scrittura e la sintassi usati da me nei miei articoli su Eureka, nelle varie poste e redazionali, per capire che non è farina del mio sacco.
“E, soprattutto, la mia profonda amicizia con Magnus, l’affetto e la stima che mi legava-
no a lui (e che continuarono in seguito) mi avrebbero impedito di scrivere quel testo. Chi ne fu l’autore? Indovinello facile da risolvere…”
E ancora, in un altro intervento:
“Una cosa è certa: quando lo vidi pubblicato, non ritenni di intervenire nel numero successivo per rispetto nei confronti della scuderia (leggi Andrea Corno) e quindi peferii lavarare i panni sporchi in casa. Naturalmente spiegai la situazione a Magnus di cui continuai a restare amica.”
Sopra, una bella pin-up di Emanuela Lupacchino, fumettista apprezzata da MGP!
LINK CORRELATI:
KRIMINAL NELLE EDICOLE ITALIANE. E IN FRANCIA?
ALAN FORD INTEGRALE IN EDICOLA!
MAGNUS, OVVERO “BOB LA VOLPE”, DIEGO E IL “LITTERING”
DYLAN DOG E ALAN FORD (MA NON SOLO!) A REGGIO EMILIA
IL BINOMIO MAGNUS E CASTEL DEL RIO
LE MOLTE BRUTTE PAROLE DI MAX BUNKER
… e molti altri!