Tocca ancora a Jack Davis fare gli onori di casa in questo tristo post, con una copertina di Time che ben si adatta alla nostra attuale situazione incresciosa.
Lonely Little Teacup. from Linnea Sterte on Vimeo.
Circa una settimana fa, nel programma multidiffuso Servizio Pubblico, ha parlato un signore, toscano, licenziato dalla sua azienda nell’estate 2010.
Chi dtesta leggere questo pistolotto, quantomeno potrà godersi le immagini e i video animati natalizi con i quali ho insaporito il post.
A cominciare (cercato voi dove sta) da una deliziosa animazione fatta con la sabbia su un brano intonato da Connie Francis.
Ha citato il suo blog, e specificamente un post, del 28 novembre, nel quale se la prende a ragione veduta con i provvedimenti “spremilimone” intrpresi scandalosamente dal Governo attuale, che si appresta a varare il Decreto Salvabanche, erroneamente definito “SalvaItalia”.
Ma era un lapsus.
Ormai è chiaro a tutti coloro che vogliono saperlo: la riforma delle pensioni non è motivata da alcuna delle ragioni che sono state portate, sempre in modo rarefatto e fumoso e senza comprensibili dati di sostegno, per sostenerla.
Ricapitolando:
Il comparto previdenziale dell’INPS è in attivo e la previsione del suo presidente è che lo sarà anche nel 2011.
Le pensioni di anzianità dei lavoratori dipendenti sono in vistoso calo, anche a causa della progressiva entrata in vigore dell’ultima riforma.
Il sistema previdenziale italiano alla luce delle riforme in essere è allineato con quelli delle altre nazioni europee e in parecchi casi anche più restrittivo.
L’età effettiva media di pensionamento in Italia è quasi perfettamente allineata con quella tedesca e notevolmente più elevata di quella francese.
Il peso della spesa previdenziale italiana sul PIL è malcalcolato in quanto include voci (pensioni di invalidità) che negli altri paesi sono contabilizzate a parte.
Il peso di cui sopra è aumentato nei tempi recenti non a causa del suo incremento ma a causa della stagnazione e/o diminuzione del PIL
La riforma ulteriore non porterebbe benefici significativi ai conti dello stato né favorirebbe l’ingresso di giovani nel mercato del lavoro.
La risposta è piuttosto semplice:
La pressione della comunità europea va cinicamente nella direzione della futura crescita del PIL costi quel che costi. Dico cinicamente perché in realtà le misure draconiane le chiedono a noi; i francesi ad allineare il loro sistema pensionistico al nostro non ci pensano affatto. La crescita non si può certo basare sull’apporto produttivo dei pensionati che pertanto sono visti come una zavorra.
La riforma delle pensioni, ancorché di poca sostanza per le casse dello stato, darebbe però alla comunità europea quel contributo di lacrime e sangue che essa chiede per poter dire agli speculatori internazionali ( che se ne fregheranno altamente): vedete che sacrifici siamo capaci di (far) fare.
La categoria dei pensionati, se abbandonata a se stessa, è inerme, pura carne da macello; non ha potere contrattuale, dipendendo in toto dalla “benevolenza dello stato” per sopravvivere; non può bloccare l’ingranaggio produttivo in quanto non produce più; pertanto può essere aggredita senza pietà.
Il nostro attuale Governo è composto di persone che la pensione la considereranno al massimo come un surplus per i regali di Natale ai bambini; siamo in presenza di persone che non hanno né avranno la necessità di garantirsi una pensione per sopravvivere e che in molti casi vengono da esperienze lavorative interamente spese negli ambienti bancari e finanziario/economici. Beninteso, la provenienza da tali settori di per sé non è indizio di cattive persone, ma certamente implica una esperienza monoculturale, come la è quella di tutti i cittadini, ciascuno a proprio modo.
Fare un governo con quasi tutti i membri provenienti dalla stessa estrazione culturale è assai pericoloso; lo è questo, come lo sarebbe un governo formato da soli ex magistrati o da soli ex operai o da soli ex medici; salvo il fatto che proporre un governo di soli operai, magistrati o medici sarebbe subito catalogata come un’idea stupida, mentre il farlo di solo economisti sembra normale e ragionevole.
Mi si dirà che il motivo è l’emergenza economica che richiede esperti in materia; beh, consentitemi di dire che non i pare che questi esperti abbiano dato grande prova di se stessi con le loro previsioni, le loro teorie e le loro proposte passate, stante il punto a cui si è arrivato seguendo le loro dottrine.Con tutto questo (troppo) lungo discorso intendo dire che per questo governo non è prioritario comprendere le implicazioni delle loro decisioni sui pensionati.
Venendo ai partiti politici, siamo di fronte a una quasi totale mancanza di senso dello stato; non sono stati capaci di fare quadrato di fronte agli attacchi speculativi e di rispondere adeguatamente alle richieste in parte insensate della UE.
Non hanno il coraggio di esprimere apertamente le proprie idee a lungo termine in tema di gestione dello stato e di impostazione delle regole sociali e vedono il governo “tecnico” come una opportunità per dissociarsi in un secondo tempo dalle scelte e per non dover prendere posizione precisa in vista di elezioni che prima o poi ci saranno; insomma, ci sono state tolte le elezioni immediate dicendo che sarebbero state motivo di instabilità e in cambio abbiamo ricevuto una campagna elettorale sommersa che potrebbe durare un anno o più.
E infine, occuparsi delle pensioni distoglie da altre enormi aree nelle quali i partiti non amino che si scavi troppo; vogliamo citare i costi delle amministrazioni e della politica, per fare un esempio?