Sia Emanuela Oliva che Marilena Nardi ci inviano la stessa, feroce e inconcepibile notizia.
Ali Ferzat ha una lunga storia da vignettista politico, espulso dal partito Baath qualche decennio fa. Ieri, dalla piazza della Moschea Omayyade di Damasco è stato catturato da alcuni uomini armati.
Nella foto sopra, che ha fatto il giro del mondo scandendo l’unanime giudizio di condanna verso il regime dittatoriale siriano, Ali Farzat appare com’è oggi, che è stato ritrovato dopo essere stato pestato a sangue, mentre i suoi aggressori urlavano: “Questo è perché disegni per la libertà! E questo è perché disegni contro i tuoi signori”.
Il nostro collega è stato poi lanciato da una macchina in corsa sull’autostrada che unisce Damasco al suo aereoporto col cranio fratturato e le braccia rotte.
L’accanimento sulle sue mani e le sue braccia rivela senza troppi giri di parole le intenzioni dei suoi picchiatori: farlo smettere di disegnare!
Ecco alcune delle sue più famose (e ripubblicate in queste ore, alla faccia di Assad) vignette contro il potere.
Secondo il Peace Reporter: Responsabile dell’operazione, stando alla pagina Facebook di Lccs, un “gran numero di uomini delle forze di sicurezza a volto coperto”. Ferzat avrebbe opposto resistenza e per questo sarebbe stato picchiato con violenza, soprattutto alle mani. Gli uomini della sicurezza, precisano gli attivisti, hanno anche sequestrato il materiale che il vignettista aveva con sé al momento della cattura, compresi gli ultimi bozzetti.
Al sordido avvenimento si sono ispirati alcuni colleghi disegnatori, a cominciare da Giancarlo Malagutti e Manlio Truscia con la vignetta sopra.
Anche la stessa Marilena commenta graficamente: una matita per Ali Farzat, o meglio per il responsabile di ciò che gli è successo!
A noi piacerebbe rivedere Ali presto così, come lo raffigurava Haydar Al-yasiry.