Ciao, Luca.
Mi chiamo Antonio Solinas, e sono stato candidato, insieme ai colleghi Nicola Peruzzi e Giovanni Agozzino, al Premio Franco Fossati per il libro Grant Morrison: All Star.
Ti scrivo una lettera aperta al blog (sperando di stimolare un dibattito interessante anche per altri) in occasione di un aspetto veramente spiacevole proprio del Fossati, che mi piacerebbe discutere con te.
Premetto due cose, fondamentali (per quanto mi riguarda) nel discorso: la prima è che non obietto sulle decisioni della Giuria del Fossati (non sempre si vince, anche se credo nel valore assoluto – a livello mondiale – del mio libro); la seconda è che preferisco avere dei riscontri e confrontarmi con te, più che sollevare qualunque (facile) cagnara per cui non ho né voglia né energie. Ripeto, spero si crei il germe di una discussione interessante (e seguita).
Detto questo, veniamo all’aspetto che trovo disdicevole nella gestione del Premio, ovvero la presenza di un giurato (nello specifico si parla di te) con evidenti conflitti di interessi, avendo partecipato (sebbene a diverso titolo) a ben due libri in gara.
Non voglio essere frainteso: non sono in discussione la tua indubbia professionalità o il tuo giudizio (non è assolutamente mia intenzione creare dubbi in questo senso e sarei in malafede se lo facessi). Mi infastidisce però un atteggiamento tutto tipicamente italiano, ovvero quello dei valutatori che sono anche valutandi, oltretutto con l’aggravante di essere stati premiati nello stesso anno dall’ente che poi (indirettamente ma non troppo) è andato a vincere il premio in questione.
Come puoi immaginare, in un ambiente avvelenato come il piccolo mondo del fumetto, non ci vuole molto a immaginarsi chissà quale cospirazione (anzi, sono certo che alcuni – non io – la tireranno in ballo una qualche teoria cospirazionistica).
E non basta, nel quadro globale, la tua pur lodevole spiegazione delle condizioni poste per partecipare come giurato (http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2011/07/il-premio-franco-fossati-fa-quindici.html). Queste ti fanno onore a livello personale, ma non cancellano i dubbi metodologici sul processo di composizione della giuria che reputo, comunque e a prescindere dal giurato scelto, discutibile.
Tendo a pensare che il voto dei giurati sia frutto della buona fede, fino a prova contraria. Certamente, però, ritengo che il Premio Fossati, quest’anno, sia fortemente squalificato da quanto accaduto e dall’impossibilità di avere una giuria “intoccabile”. In un paese dove tutti gridano sempre al complotto, a questi aspetti bisognerebbe stare particolarmente attenti.
Estendendo il discorso, col tuo aiuto (e sperando in un fruttuoso dibattito), vorrei capire alcune cose importanti:
1) in generale, che senso ha tenere in piedi premi se questi non sono abbastanza qualificati?
2) Hanno senso tutti i premi e premietti che si danno nel nostro paese, spesso solo per sollazzare l’ego degli autori?
3) Quali sono (e quali dovrebbero essere) i criteri metodologici con cui si mettono in piedi le giurie dei premi?
4) Nello specifico, perché quelli dell’organizzazione del Fossati non sono trovare un tuo degno sostituto (almeno senza due conflitti di interesse)? Si sono posti il problema del papocchio?
5) Come si fa a riqualificare (o a qualificare per la prima volta, nel caso) i premi in Italia, visto che, sebbene qualcosa si stia muovendo, sembrano ahimè importare solo i 5 giorni precedenti e i 5 successivi alla premiazione?
Spero di avere espresso i miei concetti nella maniera più chiara e meno strumentale (e strumentalizzabile) possibile. Quello che importa è la questione di principio, al di là di chi ha vinto il premio (che, ripeto, non è in discussione, per quanto mi riguarda).
Se episodi discutibili come questo possono, in qualche maniera, aiutare a togliere la cronica patina di dilettantismo che caratterizza i tanti (troppi) ambiti del fumetto in Italia oggi, credimi, ne sarò solo contento.
Cordiali saluti,
Antonio Solinas
NOTA: La copertina del volume che apre il post è ad opera di Francesco Biagini.
Il video sopra, dove Grant Morrison canta è stato registrato pochi giorni fa, il 28 luglio 2011, al Meltdown Comics di Los Angeles, nell’ambito dell’incontro a lui dedicato: An Evening with Grant Morrison.
Il brano gli è stato fornito da John Lennon grazie a un apposito magico rituale. Si dice che questa sia l’unica volta in cui la si sia (e sarà) eseguita in pubblico.
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