Ecco qua, a destra, Greta Garbo, caricaturata dal grande Walter Molino su “Grand Hotel”, circa una trentina di anni fa.
Ogni settimana, il grande illustratore (trovi un’intervista con lui alla pagina http://www.mollica.rai.it/cellulosa/molino/), famoso anche per la raffigurazione degli avvenimenti di cronaca alla maniera di Achille Beltrame, sfornava un nuovo “faccione”.
Si trattava di personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, qualche volta dell’attualità. Una galleria eccezionale, inesauribile, realizzata con grande maestria a ritmi da manovale ma con qualità di risultati inarrivabile.
Quelle che propongo sotto, ricavandole da immagini a loro volta scansite da illustrazioni (bozzetti) originali, sono caricature paragonabili a quelle del settimanale della Casa Editrice Universo, ma a figura intera (di “facciona”, verso la chiusura del post c’è solo quella di Indro Montanelli, ma non è pittorica).
Con Molino, classe 1915, ebbi a che fare a metà anni Ottanta, più o meno in coincidenza con la mostra mercato “Segni & Disegni”, di cui ero vicepresidente (e presidente era il già un po’ malandato Alfonso Pichierri, indimenticabile e pittoresco capo della rinata Editrice Nerbini). Molino attraversava una fase della sua eccezionale carriera artistica nella quale aveva deciso di proporsi come pittore di quadri a olio, considerando (erroneamente) la sua lunghissima milizia nell’illustrazione quasi un’esperienza minore.
Quanti bravi raffiguratori e interpreti di fatti, personaggi, ambienti eccetera desiderano una volta per tutte affrancarsi dall’arte nata per essere riprodotta in migliaia (decine, centinaia di migliaia) di esemplari, per concentrasi invece sull’unicità delle singole tele, su costosi pezzi da destinarsi a chi avrà il privilegio di godersele in solitario piacere, appese al muro di casa?
Svariati, in tutto il mondo.
Il “tardo” Molino era uno di questi.
Lo dichiarava in un’intervista per Rai Tre, dove ero ospite con lui (grazie al coinvolgimento del cronista fiorentino Marco Hagge), e anche agli amici, ai giornalisti che incontrava.
La pittura era vissuta come una sorta di bagno purificatorrio, per il Molino degli ultimi anni della sua vita. I suoi eccezionali fumetti degli anni Trenta (“Zorro della metropoli”, “Virus il mago della foresta morta” (sotto, quattro vignette tratte dalla storia, riprese da tavola originale), “La compagnia dei sette”…), le sue vignette per il foglio satirico “Il Bertoldo”, la sua lunga collaborazione alla “Domenica del Corriere” non erano attività rinnegate dall’anziano Molino, ma liquidate con poche battute superficiali, mentre rivendicava fermamente la sua conquistata dignità di Pittore. Della stessa famiglia di Fattori, De Pisis e semmai (esagerando) Michelangelo e Leonardo, e non di quella a cui appartenevano gli Honoré Daumier, i Norman Rockwell (perché, poi, uso il plurale?), la famiglia Matania…
E tornando a noi del blog: Greta Garbo è assai differente dalla “tipa” del quiz, così come lo è la Monroe o la Bardot. Se volete, possiamo continuare il gioco, ma dirigendolo ancora per un paio di giorni in una direzione differente. New Amz ha iniziato a citare Raffaella Carrà e tutti lo avete seguito, con qualche eccezione, sulla via dei divi dello spettacolo. Ma le cose non stanno così!!!
La “tipa” di Corbella (che ovviamente NON è Catherine Spaak) è un personaggio di natura letteraria, raffigurato in modo piuttosto difforme da come altrimenti è stato tramandato nel nostro immaginario collettivo.
Altro dirvi non vo’, se non aggiungere a corredo dell’invio odierno una notiziola che ho trovato quattro anni fa tondi sul Giornale di Calabria, e che mi sembra degna di nota, pur essendo passata sotto silenzio dalla maggioranza dei media. I fumetti non c’entrano, quindi, se solo di quello volete leggere in questo reticolo di post, you can skip it.
COSENZA – Quattro ore di interrogatorio per l’ex arcivescovo di Cosenza, monsignor Giuseppe Agostino, sentito dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Eugenio Facciolla, nell’ambito dell’inchiesta sull’Istituto Papa Giovanni di Serra D’Aiello, in provincia di Cosenza.
Monsignor Agostino, che è indagato in relazione alla mancata rilevazione degli illeciti che sarebbero stati commessi nella gestione dell’istituto, è stato sentito nel seminario arcivescovile di Cosenza ed al termine dell’interrogatorio il verbale è stato secretato.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Paola il 17 luglio scorso ha portato all’emissione di ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dell’ex presidente della struttura di assistenza, il sacerdote Alfredo Luberto, di 49 anni, e del commercialista Fausto Arcuri, di 40 anni, ex componente del consiglio d’amministrazione.
Queste frasi sono state scritte qui per vedere se leggete anche il contenuto dei post, cari lettori, o se saltate il tuoo osservando solo le belle immagini. Sul contenuto dell’interrogatorio di monsignor Agostino il sostituto procuratore Facciolla non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
“Non parlo – ha detto – non dico nulla perché non è il momento giusto. Stiamo lavorando e proseguiremo il nostro lavoro”.
Facciolla ha poi aggiunto che “posso dirvi solo che una grande importanza per il prosieguo dell’attività di indagine di questa inchiesta sul Papa Giovanni è venuta dall’incontro di ieri avuto a Paola. Adesso ho le idee molto più chiare”.
Mercoledì il sostituto procuratore ha sentito l’assessore regionale alla sanità, Doris Lo Moro.
Alla domanda su come si sta orientando l’inchiesta, Facciolla ha detto: “si muove su due livelli”.
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