« … L’universo trattiene il suo respiro
C’è silenzio nell’aria
La vita pulsa ovunque
La cosa chiamata morte non esiste.»
(Lawrence Ferlinghetti, da Un mucchio di immagini spezzate)
Ferlinghetti, che ha la bellezza di novantun anni e assomiglia a un incrocio fra Babbo di Bordo (Poopdeck Pappy, il nostro Trinchetto) e Nonna Abelarda ha l’aria di essere immortale. Glielo auguro, modestamente, se lo desidera (alla fine non credo proprio, pur essendo attaccato alla vita), mentre salmodio quotidianamente una delle sue poesie che preferisco, La lunga strada, dedicandola oltre che a lui anche ai “sacri vecchi” del Fumetto e del Disegno Animato ancora viventi, che tanto hanno scritto e tanto hanno disegnato per la felicità di tre, quattro, persino cinque generazioni.
Ecco, un Premio alla carriera a persone di questo tipo ha un grosso valore.
Ai tempi dei primi Saloni Internazionali dei Comics di Lucca aveva un significato importantissimo premiare grandi Maestri che avevano lavorato per decenni magari nell’anonimato e che poi erano stati accantonati.
Penso, per tutti, a Frank Hampson (1918-1985), i grande pittor-disegnatore di Dan Dare (a destra con in mano la statuetta dello Yellow Kid), che fu “scovato” da Immagine, a Lucca, e premiato mentre nella “perfida Albione” era già stato dimenticato e cacciato in un angolo, nonosnte le vibrazioni positive trasmesse a milioni di lettori, grazie alle pagine di Eagle.
Sicuramente autorevoli sono i Premi assegnati attualmente alla San Diego Comic-Con.
Anche quelli non ufficiali, per così dire, ma che approfittano dell’occasione della grande convention per avere maggiore visibilità. Il che va benone, perché se qualcuno viene premiato per dei meriti riconosciuti in via ufficiale da una giuria, la cosa si deve risapere in giro (a differenza di quanto a volte è accaduto in Italia, con assegnazioni di riconoscimenti quasi clandestine).
Lo scorso 22 luglio, come accennavamo anche qui, a San Diego è stato celebrato lo sceneggiatore Del Connell, creatore fra gli altri di Super Pippo, “implicato” profondamente anche nel rilancio di Macchia Nera negli USA, insieme a Paul Murry per il disegno e a Bob Ogle per la sceneggiatura.
La foto di apertura e quella sotto appartengono a Del, non a Lawrence, che invece “appongo” ancora più sotto, giusto per dargli la considerazione che ben merita, visto che l’ho citato. Che diamine.
Ecco qui Lawrence, in una foto di qualche anno fa (di MOLTI anni fa) preceduta da un video.
Di Connell, 93 (ma 92 nella didascalia che accompagna la foto che ho ripreso), da anni vive a Tehachapi, in California. Purtroppo, da una decina di mesi gli è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer; non è stato in grado di recarsi a San Diego per ritirare il premio, il Bill Finger award for Achievement in Comic Book Writing e l’ha fatto per lui il figlio Brady (come ci dice anche il nostro Francesco Spreafico, che ha assistito all’evento).
Il giornalista californiano Pavan Vangipouram così scrive nel pezzo Superhero among us: Tehachapi artist wins Comic-Con honor.
The award is given annually to a comic book writer the committee feels has been overlooked throughout his or her lifetime. Finger himself was an unsung hero: He helped create Batman and never saw a dime.
Mark Evanier, a television writer and comic book historian, chaired the committee that gave Connell the award. Evanier said Connell was perfect for it; he had written thousands of comic books and created memorable characters, but to Evanier’s knowledge, Connell’s name didn’t appear on a single one.
Three out of the four judges, Evanier said, had never heard of Connell.
How could that happen?
During the time that Connell worked for Western Publishing, where he spent most of his career, the policy was not to put credits on comics or let artists sign their work, Evanier said. This allowed for writers and artists to be interchangeable, he said, and was also due to the fact that Western Publishing used licensed characters, such as Mickey Mouse. But few companies had such a firm policy as Western, Evanier said.
Tre dei quattro giurati non avevano mai sentito parlare di Del Connell.
Non è pazzesco?
Noi, in Italia, siamo invece fortunati. Alberto Becattini ha scritto un famoso articolo sul vecchio Del, nell’indimenticato Zio Paperone, presentando una sua storia Disney. In più di un libro, il Nostro è stato citato (per esempio dall’etichetta – anch’essa indimenticata – Comic Art).
E sono certo che una buona parte di visitors di questo blog, dei frequentatori del Papersera (of course!) cha letto almeno un po’ di storie di Del Connell.
Brady ha anche detto che Dell, un uomo umile e schivo, non è stato certo trattato bene dalla società per la quale ha lavorato. Ha ricordato la notte del 1962, quando era un ragazzino e suo papà metteva insieme, praticamente da solo, l’idea di base per Space Family Robinson. Poi, ha parlato di lui il disegnatore Dan Spiegle, che ha realizzato le tavole di Space Family Robinson.
“He was always a very quiet, unassuming gentleman,” ha affermato Spiegle. “He really knew his craft, but he wasn’t pushy. A lot of people didn’t know he was doing all he was doing.”