Anche Otto Gabos è al festival Bilbolbul, da ieri al 6 marzo 2011, a Bologna.
VEN 4 marzo H 21.00
inaugurazione mostra – reading
ANNO NERO
Luogo: Simon spazio per le idee
DI OTTO GABOS
INTERVENGONO PINO CACUCCI, OTTO GABOS, LORIANO MACCHIAVELLI
IN COLLABORAZIONE CON LIBRERIA ULISSE
Sab 5 marzo H. 14.30
Sessione dediche libri in Sala Borsa.
SAB 5 marzo H 17.00
incontro – performance
IL PARADISO DELLE TROTTOLE
Luogo: Libreria coop Officine Minganti
OFFICINE MINGANTI IL CENTRO DELLE IDEE
CON BANDA PUTIFERIO, LOLA AIRAGHI, AKAB, ROBERTO “FREAK” ANTONI, ONOFRIO CATACCHIO, OTTO GABOS. INTERVIENE EMANUELE ROSSO
SAB 5 marzo H 22.00
festa
EVERY TIME I SEE YOUR PICTURE I CRY
Luogo: locomotiv club
PERFORMANCE SCRITTA, ILLUSTRATA ED ESEGUITA
DA DANIEL BARROW
COLONNA SONORA ORIGINALE DI AMY LINTON
a seguire
THE AUTHORS PARTY
DJ SET DI ALESSANDRO BARONCIANI, OTTO GABOS, DAVIDE TOFFOLO
DOM 6 marzo H 16.15
incontro
RACCONTARE IL NERO TRA LETTERATURA E FUMETTO
Luogo: biblioteca salaborsa – auditorium
CON PINO CACUCCI, OTTO GABOS, LUIGI BERNARDI
INTERVIENE LUCA BALDAZZI
Su Otto Gabos e la sua collaborazione con Loriamo Macchiavelli, riproponiamo una recensione, a cura di Susanna Daniele.
Loriano Macchiavelli illustrato da Otto Gabos, Sarti Antonio – Come cavare un ragno dal buco, Leonardo Publishing, Parma
Un nuovo romanzo di Macchiavelli fa parte delle cose buone in cui speriamo un giorno o l’altro di imbatterci di nuovo; un incontro sempre piacevole, come quando in fondo alla strada scorgiamo un amico che non vediamo da tempo.
L’ultima fatica è un romanzo per ragazzi e adulti illustrato dai magnifici disegni di Otto Gabos (alias Mario Rivelli). Dire illustrato è forse riduttivo perché le illustrazioni sostituiscono talvolta le descrizioni di eventi di cui sono protagonisti tre ragazzi, diventando parte integrante della storia stessa.
Un romanzo che ne contiene diversi, se vogliamo dare delle etichette: il romanzo di formazione, il romanzo di denuncia sociale, il mistero.
Inizia con la fuga da casa di tre ragazzini della Bologna agiata che vogliono scoprire cosa c’è appena fuori dal giardino di casa, come nelle fiabe. C’è la figura ormai conosciuta di Settepaltò, il senzatetto raccoglitore dello spreco altrui, c’è l’immancabile Sarti Antonio e tutta la sua piccola squadra a cui si è aggiunta una giovane poliziotta, l’insulso e presuntuoso ispettore capo, e Rosas, ricercatore universitario non si sa di che cosa ma che ha acume e sesto senso bastevoli per risolvere i misteri, altrimenti inestricabili per il modesto questurino.
I veri protagonisti sono però i tre ragazzi, due maschi e una femmina, caratterizzati da alcuni tratti indimenticabili. Francesca, detta Bambinamia dal nonno, parla di se stessa in terza persona, Anselmo detto Elmo ha la passione della lettura e tiene su il morale dei suoi compagni leggendo Edgar Allan Poe e Dino Buzzati, Luca che ha la mania di tenere continuamente l’IPod nelle orecchie.
Sarà la ragazzina, astuta come Ulisse, a trovare la soluzione per uscire dal “buco del ragno”.
Macchiavelli si serve ancora una volta della forma romanzo poliziesco per piazzare una forte denuncia contro lo sfruttamento dei clandestini e il traffico dei minori dai paesi più poveri del mondo. Non mancano riferimenti alla strage alla stazione di Bologna; la storia si richiude proprio lì, come a significare che all’illegalità si è saldata altra illegalità, altrettanto odiosa.
Non manca l’ordine di sgombero di un campo di baracche lungo il Reno, ordinato dai vertici della questura e a cui Sarti Antonio non può disobbedire.
“Il rumore dei potenti motori delle ruspe si annuncia di lontano, ma arrivano troppo presto. Si dispongono attorno alla baraccopoli e sostano a motore acceso, le lame minacciose protese sugli illegali. Un lavoro infame. Lingua incomprensibile, nomi impronunciabili che non si sa come scrivere. I bambini piangono,; le madri maledicono gli invasori fino alla terza futura generazione; gli uomini sono rastrellati mentre cercano di sparire lungo l’argine… L’ultimo clandestino è salito sull’ultimo automezzo e le ruspe viaggiano sul greto a grande velocità. La prima baracca è rasa al suolo e la donna che l’abitava, sporgendosi sulla sponda del camion in allontanamento, agita le braccia e maledice il mondo. Una dopo l’altra le baracche finiscono sotto i cingoli…”
Dite se non sembra di leggere la cronaca di uno dei tanti sgomberi dei campi di clandestini sparsi per tutta la penisola.
Un pensiero va a Bologna com’era. “In lontananza, le Due Torri d’antica memoria, sono silenti testimoni delle ingiustizie umane. Si dice che un tempo fossero simbolo d’accoglienza e chi, arrivando da città foreste, le vedeva apparire, alte e svettanti contro il cielo, si rallegrasse. Lo aspettava una città accogliente, dai portici protettori.”
(Pagg. 297, 298)
Susanna Daniele
(Uniti a quelli tratti dall’opera, abbelliscono il post due disegni realizzati da Otto Gabos per i suoi fans; NfT)
BONUS
Ieri (3 marzo) Emma (Marrone), vincitrice di Amici, ha cantato La ballata di Sacco e Vanzetti, composta da Joan Baez nel 1971.
Chi volesse saltare a pie’ pari l’introduzione, trova l’intervento di Emma dal minuto 8 e 25 secondi in poi del video.