“Il trio della Universo“, bisognerebbe dire, in realtà.
Ma messo così, il titolo suonava meglio, e non è nemmeno del tutto fuori luogo, viste le prerogative “spaziali” dei nostri amici che, come scrivevo con una certa sbrigatività in un commento di risposta a una nota di Renato Pallavicini, hanno in comune il fatto di essere giovanissimi, di presentarsi con un viso pulitino e “perbene”, e di possedere facoltà particolari.
ATTENZIONE: questo non è ancora il post “finale”, scritto da Pier Luigi Gaspa, su questa sezione di eroi fantascientifici dei fumetti italaiani, solo un’anticipazione di inizio anno.
Un anno triste e antico, pieno di veleni del passato che rifluiscono a inizio gennaio, nella nostra quotidianità, mentre il libro della Storia archivia fra i pessimi il 2010 appena sfumato.
Di Pier Luigi sono comunque queste note sugli “Intrepidi monelli cosmici”.
A lui la parola.
“Con l’inizio del decennio Sessanta, L’Intrepido non cessa certo di pubblicare storie fantastiche, anche di una certa lunghezza.
“E’ questo il caso della lunga saga di Junior. Ideato da Luigi Grecchi (testi) e Loredano Ugolini (disegni), Junior compare per la prima volta nel 1960 su una serie di cinque albettini di dimensione assai minuscole, allegati ad altrettanti numeri della rivista. Sopra, la cover del primo.
“Junior è il figlio di colui che diventerà – nella finzione fumettistica – il primo astronauta americano della storia. Mentre cerca di sventare un atto di sabotaggio in una centrale atomica, il nostro giovane eroe viene investito dalle radiazioni.
“Ben presto scopre che queste gli hanno fornito poteri superumani e – provvisto di una attillata tuta gialla con stampigliata la lettera J sul petto – l’adolescente supereroe nostrano cavalca le pagine del settimanale per diversi anni, diventandone uno dei personaggi fissi.
“Atlas, sempre disegnato da Loredano Ugolini, è invece del 1963. Edito inizialmente come allegato (sei numeri in totale), le sue avventure proseguono poi su Il Monello, settimanale gemello dell’Intrepido, a partire dal numero 33 dello stesso anno. Proseguono fino al numero 18 del 1966.
“Negli anni Novanta, lo sceneggiatore Ade Capone riprende in mano il personaggio, che appare sulla sfortunata nuova veste dell’Intrepido. Ai pennelli, l’inossidabile Ugolini.
“Jimmy Jet, del 1964, è invece la storia di un ragazzo con un robot per amico. Le sue avventure compaiono in una breve serie (8 numeri) di albi dall’insolito formato oblungo, per proseguire a lungo su Il Monello-Jet. I testi sono di Antonino Mancuso e i disegni di una delle colonne dei due settimanali della Universo, Lino Jeva.”
Pier Luigi, assai presto, approfondirà molto queste note, con dovizia d’immagini ad hoc.
Intanto, ecco dove si potrebbe individuare l’altrimenti imperscrutabile legame fra il titolare delle due copertine sopra e il brano Fumetto, interpretato da Lucio Dalla, sigla del longevo programma televisivo dei primi anni Settanta Gli eroi di cartone.
Non è forse “Jimmy Jet” il personaggio che Dalla nomina abbinandolo a “jumbo jet”, quasi all’inizio del brano? Questa accade nella versione televisiva, mentre su quella in vinile sembra essere “astro jet”; è piuttosto comune la discrepanza fra una versione e l’altra di brani degli anni Settanta e cito, per esempio, Santanna degli Squallor (“Liquigas” diviene “Tuttogas” per evitare una pubblicità gratuita al prodotto commerciale della Esso) e Paparadio di Giorgio Gaber, dove la Santa Provvidenza diviene semplicemente “speranza” schivando eventuali rimostranze dei “dottori della Chiesa”.
Ne riparliamo.
Un nuovo anno di chiacchiere nel blog è appena iniziato; lucidiamoci lo sguardo con una bisboccia di chiusura del vecchio (sotto) vista dal grande, remoto cartoonist James Swinnerton, che quasi un secolo fa se la immaginava sul Monte Ararat, fra gli animali salvati dal buon Noè, “inventore” della vigna e quindi involontario patrono degli avvinazzati che anche nelle prime ore di sabato 1 hanno alzato spesso e volentieri entrambi i gomiti.