Due anni e mezzo all’insegna della decisione di non decidere.
Questa, in sintesi, la politica economica dell’Utilizzatore Finale, il cui governo, confermato oggi dai due rami del Parlamento, resta appeso a una maggioranza risicata di tre voti alla Camera dei deputati. Voti sui quali si è appena cominciato a discutere, voti cari alla maggioranza “risicata” e morente, perché le permette di proseguire con l’accanimento terapeutico.
Voti cari. Qualcuno, forse, nei giorni prossimi ci rivelerà quanto.
Di quei tre voti, elargiti da sconosciuti che per la prima volta sentono i loro nomi rimbalzare nei media, il grande Totò, previdente come sempre, parlava già mezzo secolo fa, nel profetico film di Sergio Corbucci Gli onorevoli.
L’analisi dell’economista Tito Boeri a questa pagina.
Vi si parla della scelta tremontiana di non fare nulla per “sistemare” i problemi economici degli italiani; quella che ha portato a una caduta complessiva del reddito nazionale del 6,5 per cento e del reddito pro-capite di più del 7 per cento.
Bella roba, eh? Di fatto, quelli che oggi “mugolano” vittoria, non hanno realizzato nessuna riforma strutturale, benché disponessero di una larga maggioranza in Parlamento.
E così l’Italia ha perso altri trenta mesi senza il varo di provvedimenti indispensabili per riprendere a crescere.