Sognare è un’arte è il titolo della bella mostra di Lara Molinari, che si tiene dallo scorso 19 novembre alla Galleria d’Arte L’Ariete a Torino, dove Lara è nata (pochi anni fa, peraltro).
Chi non ce la facesse a precipitarsi colà, la può comunque visionare, sfogliandone pagina per pagina una sorta di catalogo virtuale delle opere, a questo indirizzo.
Non si tratta esattamente della mostra di Lara (il catalogo si riferisce a una mostra precedente di un anno a quella in oggetto), ma serve a dare un’idea precisa della nuova linea grafico-pittorico dell’artista.
Il catalogo cartaceo, tirato in 1500 copie, tuttavia esiste, è bellissimo e si avvale di una prefazione di Matteo Paoletti.
Come procurarselo?
Ci informeremo (ma io ringrazio Lara che me ne ha spedita una copia; la copertina è quella che apre questo primo post decembrino).
Chi è abituato a seguire (e ad apprezzare) lo stile disneyano assai dettagliato impostato da Lara in una ventina di anni di attività presso la casa editrice di Via Sandri, a Milano, stenterà a riconoscerne i contorni in questi quadri-illustrazione dedicati al mondo dell’infanzia, ma godibilissimi da qualsiasi fascia di età.
Non è la prima volta che Lara, la quale è anche illustratrice pubblicitaria e fashion designer, è protagonista di una rassegna di questo tipo. Anzi, pochi mesi prima era stata, con opere di questo tipo, in visione alla sala incontri del Teatro Ariston di Sanremo.
Dal 18 giugno all’11 luglio 2008, la fumettista aveva presentato una mostra dal titolo Sognare giocando, con 42 opere in mostra (fra le quali quella riprodotta immediatamente sotto, che costituiva anche la copertina di quel catalogo).
Ha scritto di lei quanto segue il gallerista Pietro Vasco.
“Così sognano i bambini…
Lara ha rappresentato e raffigurato il mondo onirico del bambino con tale realismo e verità da colpire, nell’adulto”… Il fanciullino che è in noi” (Giovanni Pascoli). L’appartenenza a questa caotica civiltà dei consumi, oberata ad annichilita dalla corsa al benessere materiale, ha dimenticato la serenità dell’infanzia. La gioia pura dello scoprire un giocattolo, di accarezzare una bestiola, immergersi in un prato in fiore, di addormentarsi, cullati da un morbido peluche.
Questa gioia è allontanata, accantonata, dimenticata, sommersa dall’assillo quotidiano della meritocrazia, in ufficio, tra gli amici, in famiglia. Lara è un adulto che non ha dimenticato i sogni ed i giochi dell’infanzia. Li ha coltivati com amore, da bambina, ed arricchiti grazie alla sua natura meditativa, li ha coltivati e raffigurati nella sua vita artistica, particolarmente nella sua lunga permanenza nel mondo Disney, ma non solo.
Ha maturato in modo ottimale la capacità di trasferirii nel colore, nelle immagini, ed offrire all’adulto esausto di oggi, finestre aperte su quel mondo infantile che, ognuno di noi, pensava di avere ormai sepolto per sempre. La sua pittura sembra quasi “inconsapevole”, in realtà è il risultato di ricerche e di regole apprese durante la sua carriera artistica, è frutto di continue sperimentazioni.
Attraverso la sua arte avviene un contatto diretto, concreto con la realtà, in questo modo l’animo viene liberato da ogni oppressione e la sua pittura diventa un sogno nella realtà. Ecco perché Lara piace ai giovani, ma, soprattutto, all’uomo maturo.
Si scopre un nuovo motivo per respirare a pieni polmoni, per allontanare, almeno per qualche minuto, le scorie dei pensieri quotidiani e consumistici e rendersi conto che, esiste ancora, in ogniuno di noi, una base di serenità e giocosità su cui costruire un futureo meno aberrante.
Sopra, uno scatto di Lara risalente a due anni e mezzo fa, quando la bravissima illustratrice era all’opera con il Drappalio di Settimello, da pubblicarsi su Topolino. L’ambito premio del Palio della Torricella è apparso nella rubrica degli appuntamenti italiani da non perdere del settimanale Disney.