Non ho mai avuto un contatto diretto con Carlo Bisi, anche se ho sempre letto le storie che disegnava per il Corriere dei Piccoli. Il suo Sor Pampurio era citato almeno dalle due generazioni di lettori precedenti alla mia, con il Signor Bonaventura, con Fortunello, con Arcibaldo e Petronilla, con il gatto Felix, che però in tali circostanze si chiamava Mio Mao.
Praticamente, nella mente della maggioranza dei lettori, o degli ex lettori del Corrierino, Sor Pampurio era il solo altro personaggio italiano, con il fortunato gadadagnator di milioni (e miliardi) di Sergio Tofano, a tenere alta la bandiera dei “vecchi eroi” del glorioso settimanale per i più piccini.
Ormai più di tre decenni fa, quando incontrai René Pellegrini (che una volta ha anche scritto a questo blog, nel quale era rimasta impigliata per caso), direttrice del settimanale del Corriere della Sera in “epoca Pimpa, le chiesi di Bisi.
E se non ricordo male mi disse che ormai viveva da solo, forse in un pensionato per anziani, e che l’azienda di Via Solferino gli riconosceva un mensile, riconoscente per quello che il prolifico, personalissimo disegnatore e illustratore aveva dato al Corrierino in tanti lustri di onorata attività, pur non avendo un contratto da dipendente.
Bisi scomparve pochi anni dopo.
Come altri grandi autori della sua classe e del suo tempo (Pier Lorenzo De Vita e Giovanni Manca fra gli altri), mancò a un confronto e anche solo a un contatto affettuoso con la critica della nostra generazione. Forse non ebbe nemmeno la percezione di quale fosse stata la sua influenza su milioni di piccoli lettori, di quanta leggera allegria avesse loro procurato.
Nel 120.mo della sua nascita, saggiamente l’ANAFI intende iniziare a colmare tale evidente lacuna con questo Convegno e il relativo volume che seguirà.
Sotto, il piano dei lavori, che saranno ospitati nell’imperdibile cornice della prossima Mostra Mercato di Reggio Emilia, quella grande d’inverno, prenatalizia, foriera di curiosità un po’ polverose ma profumate di carta e umori antichi, da smucinarsi poi a casa, con calma vicino al fuoco, mentre i ghiaccioli si allungano dietro il vetro.
Carlo Bisi (Brescello, 1890 – Reggio Emilia, 1982) è stato un prolifico disegnatore, illustratore, fumettista, incisore e pittore.
Il Sor Pampurio (arcicontento) di Bisi, burlesco rappresentante del ceto medio italiano, ha vissuto sulle pagine del Corriere dei Piccoli per oltre 35 anni ed è stato talmente popolare da diventare quasi proverbiale.
Creato, a quanto si dice, già nel 1925, il personaggio ben poco serio (nel suo nome c’è la radice di pampe, che è un po’ l’equivalente di bamba = scemone) compare sul Corriere dei Piccoli solo tre anni dopo. Il critico Antonio Faeti lo sceglie, con una vignetta dal contenuto irrealistico, per la copertina della prima edizione del suo illuminante saggio Guardare le figure, pubblicato da Einaudi.
In realtà, Bisi è stato un artista straordinario, che ha attraversato il suo tempo lasciando dietro di sé tante opere e tanti personaggi di grande efficacia e suggestione.
Eppure (nota la stessa introduzione critica al convegno diffusa dall’ANAFI), non gli è mai stato tributata più di qualche citazione nella letteratura di carattere storico e critico che nel corso degli anni si è occupata di fumetto e illustrazione.
Da qui l’idea del conveno di studi, del quale parleremo ancora, con l’appropinquarsi dell’evento.