ALAN MOORE… ALLA RICERCA DI STEVE DITKO

Ditkoart

Il grande Alan Moore, nel bel video sotto, prova a descrivere le ragioni “vincenti” del personaggio di Spider-Man e i meriti del misterioso Steve Ditko.

Su di lui, in questo special inglese, si cerca di fare un’indagine non troppo superficiale, benché legata ai modi e al montaggio un po’ tanto “rapido” del linguaggio televisivo.

Compaiono anche altre importanti personalità del mondo dei comics, anche vicini a noi, come John Romita, Joe Quesda, ospite di una eccezionale edizione di Napoli COMICON (quella del 2003) o Neil Gaiman, costantemente presente in questo blog e del quale si parlava giusto ieri a Perugia, a Immaginario Festival, con Luca Raffaelli e Dave McKJean (a proposito del loro modo estremamento diverso di lavorare per comporre una storia)…

Consiglio, se si ha un’oretta di tempo, di guardarsi e godersi tutti i frammenti dello show.
Altrimenti…

… altrimenti si può zompare direttamente a quest’ultimo frammento del documentario, dove si vede il conduttore del programma che insieme a Neil Gaiman cerca di incontrare direttamente il creatore grafico (e non solo) dell’Uomo Ragno nel suo ufficio. Invano, bisogna dire. Ditko non compare in video, si sente la sua voce (o meglio, la sente – o finge di farlo – l’intraprendente Jonathan Ross.

Ma (se non siamo davanti a una finzione) si vede l’esterno del palazzo nel quale lavora… Il che è decisamente pericoloso per lui, dato che i suoi innumerevali fans, compresi i nerd senza scrupoli, forse avranno tentato di approcciarlo attendendolo fuori per farsi autografare dei comic books, dopo la visione del documentario.
Chissà chi lo sa!

  • Gino Vercelli |

    Oh, gli argomenti principali di questo post, commenti a parte, non è che non meritino altrettanta attenzione. Il filmato è molto ben fatto, mi ha fatto piacere vedere per la prima volta la faccia (e sentire la voce) di Romita senior.

  • Gino Vercelli |

    Caro Ossian, ciao; dai giornali di questi ultimi giorni abbiamo la conferma, rifacendomi alla prima parte del tuo intervento, che lo stalliere Vittorio Mangano fu assunto alla corte di Arcore, dietro presentazione da parte di Dell’Utri, come deterrente per eventuali sequestri che potessero colpire i familiari ddi un imprenditore del cemento e dell’etere.
    Il che, quantomeno, dimostra che Sua Emittenza, quella storia dei sequestri la conosceva benissimo (e l’ha taciuta, minimizzando, non gli conveniva, ha nmentito anche su questo ai suoi elettori).
    Fa sorridere che il ministro Maroni queste cose le stia scoprendo oggi dalla viva voce di Roberto Saviano. E farebbe bene a tenerne conto stasera (ormai è il 22), nella puntata di Vieni via con me , dove lo hanno “invitato” per forza, a seguito del suo rumorosissimo “autoinvito”.
    Roba da matti, come se tutti volessero fare da contrappeso alle verità di Saviano.
    Come ho letto, se Maroni cercasse autentico riscatto, gli basterebbe ricordare la sentenza di Palermo su Dell’Utri, anche se ieri ha detto quelle cose, sulla galera, all’Annuziata.
    Se le rimangerà?
    Non dirà queste cose da Saviano e Fazio, statetene certi, questa è la mia previsione. Ché il rapporto mafia-politica, per gli esponenti di questo governo, non è “cosa che si mangia” (cito il Tremonti).
    L’argomento, in altre parole, è indigesto.
    Tante buone cose a tutti,
    Gino

  • Ossian il Barbaro |

    Fermiamo questo momento storico: voi scrivete del Maestro Ditko e intorno ci sono tanti insetti che pensano solo al loro verminaio.
    Se la Corte di Cassazione dovesse confermare la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Palermo (sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa) il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri «probabilmente dovrà andare in galera, perché non c’è immunità che tenga di fronte ad una sentenza di condanna». Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso della trasmissione In mezz’ora.
    Eh, be’… i nodini vengono al pettine.
    A parte questo, ho trovato alte informazioni su Ditko che potrebbero integrare il discorso fatto. Dal 1958 al 1966 Ditko condivise a Manhattan uno studio con il noto artista fetish Eric Stanton, suo compagno di classe della scuola d’arte.
    Anche se nego’ sempre di aver collaborato con Stanton, si pensa che quando uno dei due artisti era in prossimità di una scadenza di consegna, non era infrequente che l’altro aiutasse il collega a completare il lavoro assegnatogli.
    Dopo aver creato l’Uomo Ragno con Stan Lee su Amazing Fantasy numero 15 nel 1962 e poco dopo il Dottor Strange, Ditko disegnò anche molte storie dell’Incredibile Hulk e lavorò anche su Iron Man.
    Le storie del “Dottor Strange” di Ditko erano notevoli per i paesaggi mistici e le immagini sempre più surreali, che contribuirono a rendere la serie una delle preferite degli studenti universitari di allora.
    Alla fine, come coautore e poi come unico autore delle trame, Ditko avrebbe condotto Strange in mondi sempre più astratti.
    Qualsiasi serie disegnasse, il peculiare stile artistico di Ditko, nitidamente dettagliato ed immediatamente riconoscibile, capace di enfatizzare stati d’animo e ansia, incontrò grande favore presso i lettori.
    Nell’altro versante, il personaggio dell’Uomo Ragno e la sua travagliata vita personale si integravano bene con gli interessi di Ditko, che dopo quattro anni di lavoro inesauribile lasciò la Marvel, forse per contrasti con Stan Lee.
    E su questo punto le cose non sembrano essersi mai chiarite.
    E ora ciao: tra Stan Lee e Carfagna, basta che se magna.

  • Filippo |

    Quanta roba! In effetti di S. Ditko si conoscono ben poche foto. Un tipo schivo, forse amareggiato dal trattamento riservatogli.

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