E’ un rarissimo Jacovitti quello del Meo Pantera che posto sopra, e che comparirà in un’opera (imminente) della quale per il momento non mi è concesso proferir parola.
Ma tra un po’…
Un giorno o due, facciamo…
Be’, allora sarà possibile dire qualcosa, annunciare l’opera, magari anche mostrarne qualche dettaglio della copertina, i suoi contenuti e il giorno e l’ora in cui il tutto sarà presentato ai papabili acquirenti a una torma di curiosi.
Ordunque, questo Meo Pantera appariva occasionalmente in un tascabile dei Frati Armeni, Voci d’Oltremare (anche detto VOM), la stessa pubblicazione sulla quale lavorava il bravo e velocissimo Luciano Capitanio, e dove Giorgio Cavazzano, giovanissimo cugino di Capitanio, mosse i primissimi passi (come inchiostratore).
In questa opera molto particolare, scritta da quattro sapienti menti di appassionati ed esperti (mi si dice) compariranno molte immagini rare, fra le quali anche la copertina di un noto tascabile francese, Pepito (dedicato al corsariono firmato da Luciano Bottaro).
Sopra, l’esemplare di una copertina del pocket francese, con una copertina jacovittesca. Corre l’anno 1957 (lo stesso di Meo Pantera) e in copertina (e al suo interno) compaiono Pippo e il cane Tom di Lisca di Pesce.
Intanto, ricordo a chi non se lo fosse segnato che è dedicata a Jacovitti l’ottava edizione della Mostra del Fumetto di Città di Castello, Tiferno Comics, che vede nel ruolo di direttore artistico il giornalista della Rai Vincenzo Mollica.
La mostra si è aperta il 25 settembre e starà su fino al al 17 ottobre, quindi un’altra decina di giorni per visitarla resta.
L’iniziativa è curata dal sempre solerte Gianni Brunoro (nella foto sotto è il primo a destra, seduto al tavolo, se si guarda la tavolo stesso; il primo a sinistra se siamo fra il pubblico in sala), mentre il suo contesto è Il Quadrilatero di Palazzo Bufalini, sito nel centro storico della citta’ tifernate.
Ha aiutato Brunoro nell’allestimeto Franco Barrese.
Durante la conferenza stampa, il presidente dell’associazione Amici del fumetto, Gianfranco Bellini, ha ringraziato le istituzioni che hanno sostenuto l’iniziativa, “nonostante l’attuale momento di crisi economica”. Per Bellini, “il ‘Novecento è rappresentato da tre grandi: Fellini, Sordi e Jacovitti“, ma queste non sono parole sue, in quanto lo stesso Jac mi aveva riportato questa opinione, espressa per la prima volta da Oreste del Buono, tantissimi anni fa e il presente blogger stesso l’aveva riportata come tale in più di uno scritto.
Di Jacovitti ha ampiamente parlato Brunoro, che l’ha definito “non un semplice disegnatore, ma un autore completo di una quantità sterminata di materiale di vario genere”. “La mostra – ha aggiunto – evidenzia i suoi diversi momenti creativi, dedicando una sezione anche al famoso Diario Vitt, di cui ne furono venduti due milioni in un anno”.
Di fatto, su queste vendite poggiavano le fortune della A.V.E., quando la testata che pubblicava, Il Vittorioso, perdeva colpi in modo progressivo, con un’irrefrenabile emorragia di lettori.
Ripromettendomi di approfondire tutti questi punti, chiudo con la riproduzione per intero di un redazionale d’epoca, indirizzato ai ragazzi senza farsi problemi soverchi sul suo contenuto, dove si citano statisti criminali come Mussolini e Hitler, per esempio.
Accadrebbe, oggi, su un giornale o su un libro per ragazzi, all’ombra del politically correct?
Questo redazionale (anonimo) è stato scritto all’inizio degli anni Sessanta forse dal direttore del “Vittorioso” Domenico Volpi, comparendo con altri di taglio simile per il volume Festival di Jacovitti, della gloriosissima, indimenticata casa editrice cattolica A.V.E.
(continua)