Anche il Pinocchio disneyano, il cui modello definitivo era stato disegnato prevalentemente da Fred Moore (ma non solo), compie il suo naturale passaggio dal disegno bidimensionale al 3D.
Essendo, esso, un burattino “a tutto tondo” c’era da aspettarselo.
Viene così superato il limite che fu da ostacolo a F. Ford Coppola, che ci raccontò, in una sua lontana visita italiana della quale riferii, se non sbaglio, su un antico Totem Comic degli anni Novanta, di non aver dato seguito al progetto di trasposizione cinematografica del ligneo monello collodiano per ragioni di forza maggiore. La tecnologia animatoria dell’epoca, infatti, non era in grado di fornire un risultato che Coppola trovasse soddisfacente per i risultati artistici prefissatisi.
Un Pinocchio tridimensionale, a suo modo anche simpatico, è apparso poi in almeno due dei lungometraggi con l’orco verdino Shreck, la cui ultima pellicola in “vero 3D”, per inciso, suggerisco caldamente.
Questo Pinocchio della Dreamworks è personaggio memorabile (vedi fotogramma sotto), ma è “solo” la parodia della marionetta originaria o della sua derivazione disneyana, non un vero Pinocchio.
Assomiglia più a questo, recentissimo, che appartiene al ciclo di panels <em>Strange Brew, di John Deering.
Difficilmente l’uno e l’altro si possono prendere in considerazione come se fossero il “vero” Pinocchio.
Da qualche dettaglio, come le bretelle (o la salopette) si capisce che il riferimento a Disney è ben presente agli animatori di Shreck. Molto più che quello a (per dire) Carlo Chiostri o Attilio Mussino, storici illustratori in due momenti diversi, delle avventure del burattin-marionetta.
Questa dicotomia, tutto sommato non traumatica, è ben espressa dal grande Bruno Bozzetto nella vignetta sotto (il © sull’illustrazione è suo, quelli sui Pinocchi disneyani, oviiamente sono © Disney).
Sotto, la versione animata, per ora solo in via sperimentale, in queste sequenze create a scopo dimostrativo.
I risultati mi sembrano ottimi; la scenetta con il picchio che vuole traforare il legno del personaggio abbastanza divertente.
Attenzione, Pinocchio arriva dopo il primo minuto e mezzo, muto, di animazione dimostrativa. L’audio torna nei video successivi.
Dati tecnici (in inglese):
The original Pinocchio animation was created by the WDAS 2009 summer associate team:
2D Animators: Carlos Romero (mentor Randy Haycock) and Patrick Stannard (mentor Bert Klein)
CG Animators: Lisa Allen (mentor Lino DiSalvo) and Michael Sauls (mentor Mark Mitchell)
Modeling: Akin Bilgic (mentor James Stapp)
Visual Development: Haylee Herrick (mentor David Womersley)
Look Development: Yibing Jiang (mentor Andrew Kinney)
Lighting: Rebecca Forth (mentor Paul Goldstein)
Char TD: Scott Peters (mentor Frank Hanner)
Story Artist: Stanley Moore (mentor Michael LaBash)
Production Manager: Andres Perilla-Glen (mentors Christin Ciaccio and Michael Wigert)
Software Engineer: Aylwin Villanueva (mentors Mike King and Yun-Chen Sung).
Ecco il model sheet completo (o uno dei vari) osservato per il corretto design del personaggi.
CLICCCCCQQQQKandoci sopra si ingrandisce non poco.
Secondo John K. il modello originario di questo Pinocchio è servito, in seguito, anche per costruire altri personaggi, come tutti i fantasmini della Paramount_Harvey, o (per loro diretta enucleazione) anche i bambini.
Ecco, quindi Casper, Spooky, Little Dot, Richie Rich, Little Audrey, Wendy the good little witch…
Per tornare alle “cose fresche”, seguono due video con vari esempi di proposte animate in 3D presentate il mese scorso a Los Angeles al Computer Animation Festival dal nome SIGGRAPH 2010.
Oggetti di studio e di comparazione riflessiva, oserei dire.