Come si legge nel titolo, in questo post, che torna “di moda” corredato da tutti i suoi commenti, ci sono alcune modifiche, aggiunte e integrazioni rispetto alla versione precedente.
Poche cose, certo. Ma chi vuole darci un’ulteriore sbirciata è il benvenuto.
In apertura, segnalo una storica intervista a Floyd Gottfredson, quella annunciata nella porzione di sommario che vedete qui sopra. Condotta dall’esperto Tom Andrae, è tratta dalla bella rivista Nemo (n. 6, uscita nell’anno di Orwell), diretta da Rick Marschall e pubblicata da Gary Groth.
Una sua pubblicazione in rete è imminente. Quando ciò accadrà la sottoporrò all’attenzione dei lettori anglofoni di buona volontà.
Con un ritardo di ormai almeno quindici settimane, questo post dovrebbe sciogliere qualche dubbio residuo sulla collana indicata nel titolo, distribuita settimanalmente ogni lunedì in trentotto (38) volumi curati da The Walt Disney Company – Italia per conto del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport.
Il consiglio è di continuare a sbirciare almeno sino alla fine del mese in questo post, che si arricchirà (si spera) di commenti, suggerimenti e altre donde, corredate dalle loro brave risposte.
Per chi si fosse perso un’intervista radiofonica con il presente blogger andata in onda sabato 27 marzo 2010, può ascoltare al seguente link:
http://garagermetico.blogspot.com/2010/03/gottfredson-e-schulz.html
Si tratta di una puntata de il Garage Ermetico, gestita dai bravissimi conduttori (e ideatori della trasmissione Laura Pasotti, Andrea Antonazzo e Francesco Matteuzzi), dedicata per metà puntata a Floyd Gottfredson e per l’altra metà a Charles M. Schulz. In particolare, in questa seconda parte Daniele Brolli parla del libro Ragazzi, pubblicato da Comma 22.
Ed ecco una integrazione delle prime FAQ:
La collana Gli anni d’oro di Topolino propone la totalità delle strisce di Floyd Gottfredson nella loro versione integrale?
Sì sono prive dei tagli e delle modifiche dettate in altre occasioni da necessità contingenti o dalla logica del “politicamente corretto”. Sono state tradotte per l’occasione dal testo americano e si avvalgono di nuovo lettering, realizzato da Diego Ceresa.
Gottfredson ha realizzato solo Mickey Mouse per Disney?
No, anche storie con altri personaggi. Ed ha aiutato Al Taliaferro nella realizzazione grafica dei personaggi del mondo di “Topolinia” nella serie delle Silly Symphonies dedicate a Paperino, come si vede anche dalla foto sotto, dove ritocca (o disegna?) Pluto per una tavola domenicale di Donald Duck, quella che sarebbe uscita il 3 ottobre 1937 (si veda sotto).
Nelle nuove traduzioni i nomi dei personaggi e dei toponimi conosciuti dai lettori italiani sono stati conservati?
Quasi sistematicamente sì, quindi il gorilla Umbrage è Cirillo, Eta Beta (come abbiamo visto nei volumi già usciti) mangia naftalina e cos’ via.
Le ampie note introduttive di ciascuna storia e un elenco specifico nell’ultimo volume della collana, indicano comunque i nomi originali.
Nei limiti del possibile, le note mettono e metteranno in evidenza giochi di parole e riferimenti alla cultura americana che andrebbero altrimenti perduti o sarebbero incomprensibili ai più.
Che scelta è stata fatta quando a uno stesso personaggio sono stati assegnati nomi in italiano diversi?
In questi casi si è mantenuta la traduzione italiana prevalente o preferibile a modeto avviso dei curatori. Così, per esempio, si è preferito Topesio (Mortimer), agli altri nomi; era stato tradotto anche come Princisbello o Ranulfo. Il nome delo stato di Gran Tassonia (Medioka), è stato preferito a Manioka (sua prima traduzione negli anni Trenta).
Chi si occupa della colorazione delle vignette?
L’operazione avviene negli studi di LitoMilano (attualmente ci lavorano ben cinque persone per mantenere i ritmi settimanali di uscita). Tale colorazione è stata curata appositamente per la collana tenendo conto dei canoni internazionali, dai quali le pubblicazioni italiane avevano più volte sgarrato in passato.
Così, l’abbigliamento dei personaggi resta fedele ai loro modelli e i loro guanti (per esempio) sono sempre bianchi come nei film, e non gialli come per lungo tempo è avvenuto.
A partire dalla striscia del 29/11/1943, nella prima vignetta di ciascuna di esse, in alto, c’è uno spazio che non è mai occupato da balloon.
Non può essere un caso.
C’è una ragione precisa che spiega questa circostanza?
Certo! Molti quotidiani, riducendo lo spazio a disposizione per ospitare i fumetti, invece di scrivere il titolo della striscia sopra la stessa, lo incollavano (quando il computer non c’era si usavano forbici e colla) direttamente all’interno della prima vignetta.
Per questo, era necessario riservare uno spazio a questa “striscetta di carta” in modo che non si sovrapponesse al testo di un dialogo, a un suono onomatopeico o a parti significative del disegno della vignetta.
I redazionali sono arricchiti da belle immagini disneyane spesso inedite, che si riferisco ad albi, storie, collane di difficile reperibilità. E’ materiale d’archivio rispetto al quale si spuò sperare in una ristampa?
A questa domanda è impossibile rispondere adesso. Ristampe di storie o illustrazioni che in Italia non sono note o sono poco diffuse sono auspicabili, ma chi di dovere le valuterà caso per caso secondo le circostanze.
Tutto il materiale iconografico proviene dalle nostre collezioni e la sua scelta (e correzione grafica) rientra nelle mansioni di autori degli articoli nei quali sono inserire.
Fra i collaboratori e sodàli che ne hanno imprestate alcune dalla loro collezioni, ci sono appassionati (che sono felice di ringraziare anche qui) come Sergio Lama, Luciano Niccolai e Pier Luigi Gaspa, che svolge anche un ottimo lavoro di collaborazione alle traduzioni.
Cosa succede nei volumi della collana quando, dopo le strisce pubblicate nel 1955 con l’episodio Li’l Davy, Gottfredson disegna solo gag autoconclusive?
La collana pubblicherà tutte queste strisce, raccogliendole nei volumi nelle misura di un anno e parecchi mesi per ciascuno, sino all’ultima striscia in cui Gottfredson ha collaborato a Mickey Mouse, nel 1975.
In che data, per la precisione?
L’ultima striscia di Mickey Mouse del grande Floyd appare il 15 novembre 1975. In seguito Gottfredson disegnerà ancora Topolino e amici immortalandolo in alcuni momenti importanti delle sue classiche storie; lo farà in quattordici celebri acquerelli, prima di andarsene, il 22 luglio 1986.
La collana Gli anni d’oro di Topolino proporrà anche questa produzione di Gottfredson post-Mickey Mouse?
Sì. E oltre a questo materiale anche foto rare o inedite, illustrazioni, omaggi.
Le strisce sono egualmente interessanti delle storie di ampio respiro?
Per un appassionato sono interessanti e forse sono ancora più preziose delle storie classiche più note, perché è la prima volta al mondo che si pubblicano in una collana cronologica completa dell’opera di Gottfredson, della quale sono una parte essenziale.
Quanto alle modalità di fruizione, conviene leggere un po’ di strisce alla volta, poi riporre il volume e riprenderlo a mente sgombra, anzi: sfruttarlo, magari, per compiere un rilassante reset dopo avere impegnato il cervello su altri fronti.
Valgono le stesse norme adottabili per i volumi dei Peanuts, di Beetle Bailey o di B.C., serie famose anche in Italia, soprattutto negli anni Sessanta – Ottanta, quando il modulo narrativo della comic strip era molto diffuso grazie a riviste contenitore come Linus, Eureka, il Mago.
Le strisce autoconclusive, quindi, sono in parte inedite?
In massima parte lo sono per una pubblicazione da edicola.
Negli anni Ottanta, due editori del circuito degli appassionati e dei collezionisti, Comic Art e ANAF (Associazione Nazionale Amici del Fumetto) hanno raccolto in modo sistematico, in bianco e nero, varie annate di strisce di Gottfredson, proseguendo anche con il suo successore Román Arámbula.
Soprattutto la Comic Art si è dedicata con impegno alla stampa, in modo sistematico, di questa produzione, riprodotta in bianco e nero in albi grandi brossurati.
Sotto, la copertina, realizzata da Frank (Francesco Privitera) del primo volume della casa editrice romana contenente strisce di Mickey Mouse.
Due anni fa venne annunciata l’uscita negli Stati Uniti di una collana di volumi dedicati a Gottfredson, ma poi non se n’è saputo più nulla. Si trattava di una iniziativa analoga a questa, oppure questa l’ha sostituita?
Questa è una delle domande più ricorrenti, anche perché fu questo blog ad annunciare, fra i primi nel mondo, tale iniziativa curata dall’amico David Gerstein, mostrandone anche la copertina (si veda sotto).
L’iniziativa non ebbe seguito perché annunciata dalla casa editrice Gemstone di Steve Geppi, che aveva dalla Disney la licenza per pubblicare fumetti di Topolino & C. negli USA.
Ma al momento del rinnovo del contratto, la Gemstone non ottennenne di nuovo la licenza, che fu concessa all’attuale editore, la Boom!, per la quale lo stesso Gerstein lavora attualmente, e che ha una linea editoriale molto diversa da quella mirata al pubblico degli appassionati che la Gemstone privilegiava.
In ogni caso, si sarebbe trattato di un’iniziativa assai diversa da Gli anni d’oro di Topolino. Sarebbe stata una collana non cronologica, bensì antologica, con un prezzo di copertina non popolarissimo, tiratura limitata, bianco e nero (so che molti appassionati l’avrebbero gradito anche per questi volumi italiani relativamente alle strisce quotidiane) e una selezione dei contenuti che non teneva conto dell’integralità rigorosa delle storie.
Cosa succede alle strisce di Mickey Mouse dopo il pensionamento di Gottfredson?
Risponde Alberto Becattini.
Il mediocre Arambula (mai capirò perché tra tutti abbiano scelto lui per proseguire le strips) “cura” la grafica delle dailies dal 17 novembre 1975 fino al gennaio 1990, affiancato negli anni da vari inchiostratori (Bill Langley, Larry Mayer, Jules Coenen) che se non altro ne migliorano un po’ il tratto. Unica eccezione, le due settimane di strisce nell’ottobre 1982, disegnate (bene) durante lo sciopero allo Studio Disney da Carson Van Osten (matite) e Steve Steere (chine).
Dal gennaio 1990 è il King Features a farsi carico della priduzione delle strisce Disney, laddove lo Studio si limita a fare l’editing.
Le autoconclusive (quasi tutte ristampe di strisce realizzate da Arambula negli anni Ottanta) si alternano adesso con nuove mini-continuities (3-4 settimane ciascuna) affidate a vari freelancers che lavorano per il KFS.
I testi sono di Floyd Norman (unico a lavorare in Disney), Alex Howell, Colette Bezio, Gary Whitney e Mike Fry.
I disegni sono di Alex Howell, Rick Hoover, T. Lewis e di almeno un altro artista ad oggi non identificato. Con questa modalità, la striscia va avanti almeno fino al 1995. Successivamente e fino al 2003, il King Features ripropone le continuities già pubblicate alternandole con le ristampe di Arambula, ovviamente aggiornando le date e i copyright.
Come sono le brevi continuities che riprendono argomenti avventurosi già trattati in precdenza con i disegni di Gottfredson?
Risponde Alberto Becattini.
Le mini-continuities non sono davvero granché. Unica nota positiva, il ritorno di personaggi classici quali i Professori Ecks e Doublex, Gambadilegno e Macchia Nera, l’apparizione di personaggi quali Emil Eagle (Spennacchiotto), e i tre mini-remakes del 1994 (testi Whitney, disegni Hoover) che ripropongono in sintesi “Castello incantato”, “Macchia Nera” e “Topolino eroe dell’aria”, con tutta probabilità in occasione della campagna pubblicitaria “Perils of Mickey”, della quale scriverò in un prossimo portfolio sugli Anni d’oro di Topolino.
© Disney per le immagini.