In questo post abbiamo parlato qualche giorno fa del suo lavoro svolto in Internet e della creazione degli e-books dedicati ai più piccini, che ha deciso di realizzare insieme all’amico e collega Carlo Panaro.
Cartoonist Globale ha augurato alla coppia la miglior fortuna in questo settore e lo fa di nuovo.
Ricordando anche che Luciano Gatto (perché è di lui che si parla), da oltre mezzo secolo sulla breccia con costante entusiasmo per il suo lavoro, continua a produrre fumetti e che molti di essi (quelli disneyani) sono in costante ristampa sulle testate di The Walt Disney Company.
Nel numero di Grandi Classici Disney in edicola in questo momento, il 283 datato giugno 2010, ve ne sono ben due, la più ambìta delle quali è senza dubbio quella che si vede riprodotta a destra la prima pagina: Paperino e l’orchidea prodigiosa, scritta da Roberto Catalano.
In questo post, Gatto è immortalato anche in alcuni scatti, come quello sotto, dove si trova alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia, ritratto da Francesco Palmieri del sito Neurocomix, che lo ha anche intervistato qui.
Nella foto, da sinistra: lo scrivano di Cartoonist Globale, Andrea Sani, Luciano Gatto (appunto), Leonardo Gori e Alberto Becattini alla defunta manifestazione Pistoia Comics, nel 2007.
Sotto, Gatto disegna per i suoi giovanissimi fans (alla sua sinistra, in penombra, Giovanni Romanini).
In questo momento, inizio giugno 2010, l’interlocutore di Gatto nella foto, Frank Stajano, si trova in Australia.
All’epoca, il 25 maggio 2007, era a Reggio Emilia, dove faceva come sempre molto caldo.
Grazie assai al fotografo (il cui nome mi sfugge, ma che potrebbe essere lo stesso Paolo Castagno, o anche Marco Barlotti… Be’, la mia gratitudine va a tutti e due, e a Frank e a Luciano, il © è del legittimo autore dello scatto)!
Come ben si vede dagli esempi riprodotti in questo post, Gatto mantiene anche con le prime sue storie tutte “disegnate in proprio” un’impostazione grafica influenzata dal tratto di Romano Scarpa, col quale anche dopo l’inizio della sua carriera continua occasionalmente a collaborare come inchiostratore, come testimonia la stupenda storia I Sette Nani e la fata incatenata, che esce con qualche ritardo editoriale su “Almanacco Topolino” n. 12 del 1959, dopo che è tramontata l’idea lanciata dal direttore Mario Gentilini di destinarla ad un albo dal formato speciale.
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Intanto, Gatto aveva già esordito come egregio disegnatore completo con l’episodio “Paperino e il ciliegio rabdomante”, uscito su Topolino n. 193 del 25 agosto 1958. Proseguirà l’esperienza disneyana superando una difficile prova sui numeri 200 e 201 del tascabile, con la complessa “Paperino e il Natale natalizio”.
Dimostrando una notevole versatilità e forza comunicativa, in questa storia Gatto dovrà infatti confrontarsi in una volta sola con un cast di interpreti assai articolato: Paperino, Zio Paperone, Gambadilegno, Topolino, Archimede Pitagorico, Paperina, Gastone, Minni, Pippo, Qui, Quo e Qua, Nonna Papera, Ciccio, Edi e un membro isolato della Banda Bassotti che risponde al nome di “Basso Bassotto“.
Trascorreranno molti anni prima che il cartoonist veneziano firmi in modo occulto le tavole disneyane, in particolare nella vignettona di apertura o in quella di chiusura, disegnando dei gatti che di solito ammiccano apertamente al lettore.
Nella sua sterminata produzione di fumetti Disney, Gatto evita di scriversi le trame da solo, per collaborare con la maggioranza degli sceneggiatori in forza a “Topolino”.
Fra tutti, negli anni Ottanta stringe un proficuo sodalizio col napoletano Fabio Michelini, facendosi notare sia per le avventure che mettono in scena i Sette Nani, sia per la fiabesca “Zio Paperone e la magica atmosfera di Natale” (“Topolino” n. 1778 del 1989) dalla sceneggiatura particolarmente complessa.
Fra le creazioni originali di Michelini e Gatto, la più amata dalla coppia è senz’altro rappresentata dal coniglio Pacuvio, che debutta con “Topolino e l’incredibile bosco fiorito” sul n. 1612 del settimanele, uscito nel 1986.
Questo strampalato coniglio che si esprime rimando, imparentato sia col Leprotto Bisestile che con lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, guida Topolino e Pippo oltre uno specchio che si rivela una porta dimensionale, i cui paesaggi sono dipinti da Pacuvio stesso con un magico pennello.
Il magico coniglio ricomparirà anche in “Topolino e l’incredibile mondo Tic Tac” (n. 1692 del 1988) e in “Topolino e l’incredibile naniversario” (n. 1706, ancora del 1988).
Come omaggio all’opera complessiva di Gatto, proprio una statuetta di Pacuvio (ved foto) gli sarà assegnata dagli appassionati lettori del “Papersera” nel 2007, pochi mesi fa (fine maggio) nella cornice della Mostra Mercato di Reggio Emilia.
La più lunga e complessa storia dell’accoppiata Michelini-Gatto, eseguita nel 1993 con tecnica pittorica, è “Qui, Quo, Qua in ‘Le avventure di Pinocchio'”, con le sue 191 pagine ripartite in cinque capitoli.
Oltre a questa, Gatto ha all’attivo anche molte storie con altri personaggi, come il drago Prezzemolo e Topo Gigio, o come il gatto Sempronio (vedi le due vignette qui a lato in merito), il topo Felicino e il cane Arcibaldo, impostati graficamente da Gino Gavioli per il settimanale “Il Monello” (come i lettori di questo blog ben sanno) e ripresi da Gatto nel 1960. Forse, proprio da queste egregie storie, realizzate nel 1960, il cartoonist veneziano trae l’idea di raffigurare spesso dei gatti anche nelle tavole disneyane, in particolare nella vignettona di apertura o in quella di chiusura.
Questi felini, quasi sempre ammiccanti verso il lettore, costituiscono la “firma occulta” del loro autore, nata dal desiderio di infrangere un anonimato obbligatorio nel quale per decenni sono confinati i fumettisti disneyani dall’editore Mondadori.
Sopra, una tavola dell’unica storia disegnata da Gatto per il tascabile Oscar, dell’editore milanese Angelo Fasani, su testi di Attilio Mazzanti.
Il personaggio principale, Nonno Giobbe (sempre spazientito, a onta del suo nome) era disegnato prevalentem,ente da Vilsa, pseudonimo di Sante Villani.
Significative anche le interpretazioni gattesche dei personaggi diretti alle pubblicazioni dell’editore Bianconi: la virago Nonna Abelarda e il nipotino Volpetto, il piccolo cow boy Raviolo Kid e la coppia felino-palmipede Mao Duebaffi e Okey Papero (con Ebano Dollaroni, minaccioso nababbo africano, del quale vedete due vignette), proseguiti egregiamente da Gatto dopo il loro lancio dovuto a Giovan Battista Carpi (e prima della loro discutibile continuazione compiuta in fretta e furia da Mario Sbattella).
Per varie testate di Bianconi, fra cui “Salterello”, Gatto imposta anche una serie tutta sua; ha come protagonista il ragazzo delle caverne Pietrino, per le sceneggiature del quale interviene talvolta anche Ennio Missaglia.
Informazioni a gogò, e forse anche qualche commento, si possono trovare sul sito ufficiale di Gatto, al quale vi rimando: http://www.luciano.gatto.name/