IN VIAGGIO VERSO “THE STRAND”: UNO STATO DELLA MENTE

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Se vi capita di superare l’edificio piatto e metallico (Flat Iron Building) passeggiando verso la piazza dell’Unione, dove bancarelle di libelli e fiori freschi si contendono lo spazio in un’atmosfera molto più europea che metropolitàn-statunitense, vi imbatterete nella gigantesca libreria fotografata sopra, The Strand, sconfinata prateria cartacea dove una volta mi hanno recuperato valendosi di una lucerna, molto dopo l’orario di chiusura, essendomi perduto in uno dei suoi oscuri corridoi, compagni solo alcuni anziani pipistrelli penzolanti fra le le stalattiti.

Ogni volta che ci vado, prendo un pezzo di Strand da riporre in qualche scaffale di una delle mie biblioteche, le quali (anche) adesso, indòmite, emanano afrori di muffe cartacee tipiche di The Strand: un momumento della libreerità americana e mondiale rinomato al punto di fartela studiare alle Medie a Inglese, tra London Bridge e The Boat Race (che si tiene, come è noto, nel tratto fluviale from Putney to Mortlake).

In effetti, la professoressa Sinatti Vilma me lo dette da imparare a memoria, in seconda.

Sethbag

Borsetta

STRAND_PANTONE_COLORS

Da qualche tempo The Strand commercializza vari articoli esclusivi, fra i quali le borsette abbastanza ecologiche, illustrate da famosi disegnatori anche di fumetti, come un paio di anni fa avvenne con Seth e ora con Daniel Clowes, la cui Strand Bag è attualmente acquistabile, mentre le altre sono, come si direbbe dei libri, “fuori catalogo”.

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The Strand è davvero un’istituzione.
Ecco com’era nel 1938 (foto sopra), l’anno in cui Topolino, senza impiego e senza dollari, si riciclava come assistente idraulico presso la ditta di Giuseppe Tubi.

Oggi, talvolta, vi fanno presentazioni di libri a fumetti, conferenze. Con poster come quello sotto.
Non nella bottega di Tubi.
Dentro The Strand.

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Qualche passo rilassato e nel giro di mezz’ora si raggiunge il leggendario Greenwich Village, dall’architettura molto mitteleueuropea, ma che a tratti ricorda anche certe inquadrature dell’area del Bronx raffigurate dal Maestro Will Eisner.
Il clima è mite, i glicini profumano, il rutto è libero.

Sopra, il documentario di una qualche notorietà Village Sunday (1960), di Stewart Wilensky, narrato da Jean Shepherd. Nel 2004, durante gli interventi di restauro dell’Arco, vi è stata messa dentro un po’ d’illuminazione; così la scala a chiocciola non è più buia, deh.

Gli amici napoletani che leggono e nel frattempo ascoltano il documentario, aspettino almeno fino a quando parla della festa di San Gennaro, che si celebra(va) anche al Greenwich Village, nel 1960. Idem, quella della Madonna di Pompei.

Parla del menu a base di pizza, salsiccia, calzone, sapone (?), spungili (???), cannoli… mamma mia!

Una NY linda, sgombra di cartelloni pubblicitari, “respirabile”, direi meravigliosa (e molto simile a certi quartieri romani di tre lustri dopo). Il simulacro di un’America a misura d’uomo che per ragioni anagrafiche non ci è mai stato possibile conoscere di persona (né qualcuno si nemmeno scomodato a presentarcela).

Ma tutto il male non vien per nuocere; nelle nostre memorie postume possiamo includere comunque l’impagabile ebbrezza di aver subìto un tal Calderoli come Ministro della Semplificazione.

Anche l’illustrazione di Dostoyewsky Comics è stata apposta, a suo tempo (nel 2007) su un’edizione delle borsette di The Strand. Lo vedete chiaramente, senza che qualcuno debba farvi da guida.

Spero che questo taccuino di viaggio vi sia piaciuto.
Prossimamente, in coincidenza con questa dolente estate 2010, altri itinerari cultural-rasserenanti saranno suggeriti da Cartoonist Globale, vuoi sulla cartina geografica, vuoi nel tempo.

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  • Da L. E. |

    Buongiorno! Sono una mamma a conoscenza della Carta sui Diritti del fanciullo e sostenitrice dell’importanza fondamentale che l’infanzia e la crescita del bambino hanno per dare come risultato l’uomo che farà la società e starei volentieri ore sull’argomento per darne l’idea della complessità dei risvolti negativi, là dove l’infanzia viene distrutta nelle maniere più disparate, da adulti malsani e una società ormai allo sbando.
    Ma purtroppo sono a scrivervi per motivi più pratici e concreti, gravi e urgenti. Ho bisogno di aiuto.
    Sono madre di un bambino di 10 anni. rientro nella classifica di “ragazza madre” perchè il compagno con cui ho concepito Andrea, mio figlio, ci abbandonò al nostro destino già prima del parto..
    La storia è complessa perchè lunga 10 anni ormai, e non basterebbero pagine, ma è importante sapere che nel tempo ho provveduto a fare i tentativi possibili per far nascere un rapporto umano con il padre (che non ha mai provveduto ne al mantenimento ne agli interessi del bambino) senza forzature, non mettendo di mezzo le orribili vie legali, ma mantenendo nei confronti di un “istinto paterno” inesistente e nel limite del sopportabile, i contatti con padre biologico e famiglia, interrotti gravemente sei anni fa, a causa di un’aggressione pesante fatta dal suddetto padre e nonna paterna nei miei confronti coinvolgendo attivamente il bambino messo in mezzo tra le loro urla e i miei inviti calmi di abbassare termini toni e modi per il bambino terrorizzato (eravamo chiusi in macchina). Infatti gli comparve un tik nervoso che fu resistente a passare (durò quattro mesi con le cure del caso).
    Il presupposto già non era favorevole tanto più che durante la gravidanza ho subito vero e proprio stolking per farmi abortire fino al sesto mese e mezzo di gravidanza, anche previo pagamento e con la clinica già contattata per l’illecito (non denunciato per ingenuità)… in seguito alla dichiarazione del padre dopo la mia richiesta sulle sue intenzioni rispetto al nascituro, che affermava il rifiuto di occuparsi del bambino perchè intenzionato a fare altre esperienze rispetto alla carriera e personali (allora faceva uso di droghe leggere e pesanti come già risultato anche agli interrogatori durante uno dei procedimenti), mi feci poi seguire nel tempo dal servizio sociale ( più che altro per orientamento avendo comunque e per fortuna una situazione familiare e affettiva di amici a sostenermi nei modi possibili, e per avere un occhio ulteriore e affrontare una maternità da sola).
    In seguito alla nascita ci furono varie minacce di strapparmi il bambino togliermelo e rovinarmi la vita, da parte del padre biologico e famiglia, per fare in modo che io scendessi ai loro compromessi e facessi il loro volere secondo le loro esigenze, in ogni situazione, per tenermi sotto scacco timorosi che io volessi “incastrarlo” come ingiuriavano, ma invece io ero decisa e convinta per un “diritto alla vita” e il “diritto del fanciullo” superiore alla grettezza di certi pesonaggi, e quindi non assoggettabile alle loro minacce.
    Fatto è che invece io ho proseguito da sola ma tranquilla e con le fatiche del caso, nella vita mia e di mio figlio solo concentra sul bene, sull’amore e sull’educazione completa del meraviglioso Andrea, di cui tutti i miei sostenitori dei servizi, delle scuole, amici e parenti vanno orgogliosi per le ottime soddisfazioni con cui il mio bambino ripaga affetto e attenzioni.
    In seguito la minaccia si è fatta sempre più seria, con situazioni strane e evoluzioni agghiaccianti di ricorsi e procedimenti legali. Dalle minacce che non sortivano effetti su di me, sono passati ai fatti!!!
    Loro sono una famiglia potente calabrese, risiedono in Calabria, e hanno posizione sociale molto alta e allacci o “mani in pasta” ovunque, molto ben inseriti nell’ambiente giuridrico di tribunali, giudici,magistrati, avvocati, procure, amministrazioni varie ( finanza, polizia, crabinieri, politici) imprenditori e quant’altro….
    Forti della loro posizione hanno iniziato battaglie legali strenuanti e procedimenti con una violenza e aggrssività che sicuramente conoscete o immaginate per esperienza, basati su menzogne totali e terrorismo.
    Ad oggi il bambino nato nel 2000, è stato riconosciuto nel 2008 dopo un ricorso ex art. 250 CC impiantato dal padre biologico nei miei confronti e conclusa con decisione del Tribunale dei Minori di Roma, che riconosceva la paternità, ma per i diritti e doveri rimandava ad altro procedimento..in risposta al richiedente.
    Questo lungo procedimento è durato tre anni perchè già allora feci notare tutta una serie di problematiche gravi riguardo al padre e alla famiglia, e malgrado io non abbia mai rinnegato fosse il padre uscirono una serie di fattori su cui effettuare una serie di indagini.
    Come si pronunciò il P.M. nell’ultima udienza collegiale si era riservato di fare indagini sul padre che tra l’altro in quel periodo era già indagato perchè coinvolto in fatti che fecero scalpore e vedevano coinvolti magistrati e politici tra cui la sua famiglia. Ma non ci fu seguito … e vinse il ricorso, complice il mio avvocato che è sparito dalla circolazione senza notificarmi la decisione del tribunale e senza chiedermi la parcella che ancora gli dovevo.
    scaduti i termini per un eventuale ricorso ( mai potuto impiantare per i motivi di cui sopra) mi arrivo direttamente l’avviso da parte dell’ufficio anagrafico dove il padre fece la registrazione a mia insaputa.
    Ho poi dovuto impostare un procedimeno perchè all’ufficio anagrafico malgrado i nove anni del bambino, Andrea, il padre aveva espresso la volontà di “sostituire” il cognome materno con quello paterno, al quale mio figlio ha reagito malissimo avendo già nove anni, con conseguenze sulla sua serenità ed equilibri psicofisici (abbassando il rendimento scolastico malgrado con il sostegno resta tra i primi della classe).
    Ormai Andrea si è identificato nel suo “vero nome”, come dice lui, con cui tutti i suoi amici lo conoscono e mi ribadisce che odia il padre per questo e perchè lo vuole costringere a fare quello che lui non vuole. Ma malgrado le certificazioni il “nome” e la posizione del padre e famoglia fa più effetto…. Non ho potuto più far nulla.
    Ora invece siamo alla fase peggiore………. “affidamento”.
    Come vi ho detto è una storia lunga. Mi trovo ad affrontare una situazione raccapricciante dove addirittura il medico psicologo e i servizi sociali hanno voltato faccia a mio figlio e a me, tradendo ogni mia fiducia, reagendomi con frasi di circostanza per giustificare che non si aspettavano di “ritrovarsi coinvolti in affari di questo genere”, avanzando motivazioni che non rientrano in nulla di fondato e alimentando i miei sospetti! Sono sconvolta!!
    Mio figlio sta per essere costretto a subire tutta una serie di giri e ribaltamenti della sua regolare vita da bambino tranquillo rimbalzato ingiustamente in una situazione che a lui non deve portare il disagio che invece già si è creato nei primi incontri con i servizi sociali dopo cui piange e si sente male.
    Mio figlio rifiuta il padre, rifiuta il suo nome, mi dice addirittura che lo “odia” (parola che un bambino non dovrebbe neanche conoscere) e si sente in trappola chiedendomi di proteggerlo.
    Cresciuto per 10 anni in una famiglia sana e circondato dal pieno rispetto, Chi può dargli torto!!!!
    La situazione emotiva e psicologica di mio figlio mi sta ovviamente a cuore prima di ogni cosa, ma ora è anche il momento che io debba far uscire tutta una serie di “stranezze” e “assurdità” nel cosro dei procedimenti legali, dei comportamenti e avvenmenti di questi anni. Comportamenti di vari personaggi di ruoli importanti in tutta la vicenda che mi destano sospetti di operazioni dietro le quinte, come anche rivelato agli occhi del mio legale, che però non ci può far nulla perchè non è a quei livelli e si scusa con me malgrado continui a difendermi come può.
    Vi chiedo aiuto per potervi approfondire il problema troppo delicato per essere affrontato via mail. troppo importante troppo grave. Abbiamo bisogno di protezione e che venga gestita regolarmente una situazione che ha preso una piega che non sta ne in cielo ne in terra, assurda!!!
    Le minacce ora stanno diventando sempre più concretizzabili nei miei confroni e nei confronti del bambino.
    Vi chiedo un colloquio o la possibilità di darmi indicazioni e consigli su strade percorribili per salvare l’infanzia di mio figlio, un sostegno concreto con tutta la mia disponibilità a fornirvi indicazioni sui fatti.
    Abbiamo bisogno di protezione mio figlio ed io, perchè ci sentiamo nelle mani sbagliate e assolutamente non tutelati e trattati come la materia vorrebbe…ricevo costrizioni e minacce anche da parte degli operatori coinvolti ( di cui posso fornire indicazioni )
    Distinti saluti
    L. E.

  • Gelindo |

    Fammi capire, Andrea, vuoi dire che questo meravoiglioso posto appena appena descritto in questo post è solo la memoria di un passato “distrutto”, oppure ti riferisci a una specie di succursale di The Strand?
    Questo sembra il Paradiso!
    Che libri ci avete comperato, ragazzi?

  • Andrea Cara |

    Il mese scorso sono andato a visitare lo Strand Bookstore di Fulton Street a New york (pensando di trovarlo ancora al suo posto) e ho visto che è stato “svenduto” per essere sostituito da un negoziaccio di articoli per la casa. un vero peccato. Ho sempre trovato dei libri veramente rari e a me molto cari.
    Buon lavoro
    Andrea

  • Giuseppe |

    Luca, ti scirvo qui perché non trovo altro.
    Hai una mail?
    Ciao
    Giuseppe

  • La Venexiana |

    “In winter I’m a buddist, in Summer I’m a nudist”!
    Il documentario è stupendo, e queste parole mi risuonano nelle orecchie, ora che l’estate dovrebbe (se non fa la stronza) avvicinarsi a grandi passi.

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