Dopo aver trattato, nei giorni scorsi, della più importante manifestazione di Comics della Danimarca, diamo uno sguardo rapido, decisamente insufficiente e lacunoso, sulla più importante della Norvegia, che si è tenuta appena una settimana dopo.
Trattasi (come avete già dedotto dalla locandina, senza bisogno di spremere spropositatamente le meningi) dll’Oslo Comics Expo.
Sono conventions di respiro internazionale abbastanza diverse da quelle italiane, con sciamare di cosplayers e ragazzi interessati più ai gadgets e ad aggregarsi che a vivere un’esperienza culturale. Le ragioni ci sono. In Italia la Cultura (con la “c” di qualsiasi dimensione, fate voi) ormai è vissuta quasi come un ostacolo alla comunicazione fra esseri umani in via di formazione. Non ci si vergogna più, in linea di massima di essere ignoranti, visti gli esempi agghiaccianti che vengono dall’alto (leggasi “dalla classe dei politici e dei giornalisti che infesta le tivù”).
Invece, la necessità di ritrovarsi è riunirsi intorno a interessi comuni, più o meno pretestuosi, soprattutto nei ragazzi italiani è molto forte. La solidarietà e amicizia dell’oggi compensa come può lo spettro di un domani nebuloso, se non spaventevole: quello che almeno le ultime tre generazioni hanno loro rapinato.
In Nord Europa, forse, le cose sono messe un po’ meglio che da noi.
Basta guardare l’abbigliamento della gente che fa la fila per le mostre di fumetti e di illustrazione, le foto degli interni delle loro case, gli oggetti che le arredano. Tutto sembra suggerire una società più tranquilla e più umana, più rassicurante. Senza i modelli falsi propinati dai tronisti cocainomani e dalle cartigiane arriviste del nostro tubo catodico pomeridiano.
Le attività creative sono sostenute dallo Stato, così anche i fumettisti giovani, invece di essere frustrati regolarmente come avviene da noi, sono spinti a inventare i loro mondi, i loro personaggi. Alcuni faranno schifo, d’accordo, altri sono fuori tempo massimo. Ma qualcosa di buono dovrà pur uscire fuori, imponendosi in patria e anche all’estero, con qualche traduzione, magari con etichette minime, ma…
Un approfondimento sull’OCX (così si abbrevia confidenzialmente l’Oslo Comics Expo) si può leggere in questa pagina di Matthias Wivel, che continuo a ringraziare per i servigi resi alla comunità internazionale dei fumetti, e che è anche l’autore della foto sopra, con Jim Woodring (suo è il poster della manifestazione) e Bendik Kaltenborn, immortalati fuori dalla Serieteket, la libreria pubblica della fredda città.
Gli ospiti dell’OCX 2010 sono stati una bella listona (quella che segue). Quasi tutti misteriosi da noi, molti locali o comunque scandinavi, legati soprattutto a piccole produzioni. Le grandi case editrici pare che disertino regolarmente la manifestazione, salvo inviare dei fiduciari che sostano agli stand a vendere le loro cose. Così fa anche la Egmont, che a Oslo aveva (e forse ancora ha) un ramo creativo di una certa importanza, quello “librario” che confezionva tra le altre cose la collana di bei cartonati Hall of Fame (da tempo chiusa) alla quale aveva collaborato sporadicamente anche il blogger di cui state leggendo queste insipide righe.
Ecco il listone:
LENE ASK
VANESSA BAIRD
HENRY BRONKEN
BECKY CLOONAN
MAX ESTES
LARS FISKE
GLÖMP
METTE HELLENES
MIKAEL HOLMBERG
HÅVARD S. JOHANSEN
BENDIK KALTENBORN
HARALD KOLSTAD
IDA LARMO
MAWIL
GEIR MOEN
ANDREW PAGE
ØYSTEIN RUNDE
JIM WOODRING
TOR ÆRLIG
Sotto, il video di una performance con una ragazza piuttosto assatanata dell’edizione 2009, Sophie the Human Beatbox: un piccolo documento che può servire a rendere l’idea del clima, anche se di “microdettaglio” trattasi.
Qualcosa che può richiamare da noi alcuni eventi collaterali di Napoli COMICON o forse iniziative del Centro Andrea Pazienza, o delle iniziative di Puck o delle case editrici alternative, non certo le mostre mercato della Colosseo o le fiere di fumetti locali che vanno per la maggiore.
E che hanno la loro grande dignità, intendiamoci. Ma si tratta di cosa diversa.
Di seguito, alcune immagini random di autori e personaggi che mi hanno colpito. Altri li trovate in re, se vi va di fare la ricerca, partendo dal sito della manifestazione e fiutando i link come General Fido. Tutti sono un po’ postunderground, sicuramente non intruppati in una linea grafica tradizionale che si confà alla sensibilità della maggioranza dei visitors di Cartoonist Globale, ma credo che valga proprio la pena di gettarci comunque uno sguardo.
L’ingresso all’OCX è gratutito e il festival è aperto a tutti.
L’Oslo Comics Expo è organizzato e gestito da un gruppo di voltari costituito da disegnatori di fumetti, lettori, scrittori e fans, che collaborano con lo staffa della biblioteca pubblica sul Fumetto di Oslo, una via di mezzo fra il MUF di Lucca e il Centro Andrea Pazienza di Cremona (per quanto riguarda il servizio di lettura).
Se ne troverò il tempo, aggiungerò ancora materiali a questo post, per rendere l’excursus più completo.
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