Questo è un post in via di composizione, quindi… interlocutorio, suscettibile di integrazioni e correzioni, a causa della carenza di informazioni possedute sul momento.
Il dipinto che lo apre, appena trovato in rete, è della pittrice Dina Mosca, che in passato ho cercato senza successo e che, mi dicono, si è invece fatta viva di persona su FaceBook.
Gli appassionati di fumetti che seguono questo blog forse faticheranno a riportare alla memoria il suo nome, che è stato fatto per la prima volta proprio in queste pagine, un po’ di tempo fa, grazie a visitatore che ha ospitato, a suo tempo, sia lei che il suo Maestro, il grande Onofrio Bramante (adesso, forse, le idee di qualcuno cominciano a chiarirsi).
Come non intravedere nelle pennellate, e anche nella stessa composizione della figura, qualche traccia dello stile di Bramante, disegnatore di centinaia di storie a fumetti e di decine e decine di libretti e volumi illustrati, prevalentemente editi da Arnoldo Mondadori, negli anni Sessanta?
Di Dina Mosca ho parlato anche su Disney Anni d’Oro di qualche mese fa, in occasione del Portfolio di chiusura di quel numero, dedicato alle illustrazioni disneyane di Bramante (alias Nino Brahms), eseguite per conto dell’agenzia milanese dello scrittore Vezio Melegari.
Ne sono un piccolo esempio le copertine dei quattro Minilibro Mondadori che, più sotto, adornano questo post. Sono del tutto farina del sacco di Bramante o c’entra anche il suo studio, e magari proprio, già allora, anche Dina Mosca?
Nato nel capoluogo lombardo il 3 agosto 1926, fumettista dal 1949 con il personaggio avventuroso King Prater, su testi di Gian Giacomo Dalmasso, Bramante è noto per una miriade di personaggi sia di stampo realistico che comico: da Piccolo Crockett (1959 almeno come testata autonoma) a Falco Bianco (1961), da Top Mix (1964) a Carabina Slim (1969), senza contare la versione caricaturale di Richetto (sopra la copertina del primo numero del tascabile), personaggio televisivo interpretato da Peppino Mazzullo e disturbatore del Mago Zurlì, i cui panni vestiva Cino Tortorella.
Per la casa editrice Diana, alla quale partecipa in qualche misura anche Gabriele Gioggi (la situazione è più complessa di come la sto esponendo, ma un’analisi più dettagliata ci porterebbe fuori tema), Bramante realizza in toto il periodico Lupettino, che almeno sino a metà anni Cinquanta riscuote molto successo. A questo proposito, sotto si può vedere una copertina lupettìnica di Bramante con Volpone (personaggio ripreso da Lorenzo Castellari) e con Babeo, personaggio creato dallo stesso Bramante. La copertina, disegnata nel 1956, è per uno dei primi numeri dell’anno seguente; per questa ragione si avvale di una colorazione pittorica e non semplice “tipografica” e reca l’indicazione dell’anno 1957, come se stesse inaugurando un nuovo corso.
A partire dal 1961, l’artista disegna fumetti Disney e, assistito appunto dalla pittrice Dina Mosca (non sappiamo da quando e specificamente per quali lavori, ma forse può venirci in soccorso lei stessa), illustra libri e libretti di ogni tipo, non solo con personaggi Disney, ma anche con svariati altri come Topo Gigio e la parata di Hanna-Barbera.
Dal 1971, Bramante si dedica esclusivamente all’olio e all’affresco e, in prevalenza, all’arte sacra, realizzando opere nel Duomo di Potenza, a Palazzo Patigno di San Colombano al Lambro, nella chiesa dei Santi Medici di Alberobello e poi a Ostuni, Andria, Matera, sul municipio di Monopoli e in molte chiese dell’Ordine dei Fatebenefratelli, in Italia e nel mondo.
Bramante scompare il 24 giugno 2000 a Monopoli, città paterna nella quale si era trasferito per lavoro pensando di tornarsene ben presto a Milano, ma dalla quale non sarebbe più riuscito a staccarsi.
AGGIORNAMENTO
Grazie a Umberto Randoli, è stato rintracciato un articolo abbastanza recente su Dina Mosca, dal quale si evince che il suo passaggio alla pittura è avvenuto nel 1974, dopo una lunga esperienza editoriale. Nata a Roma da genitori marchigiani, vive e lavora a Bergamo.
Così parla di lei il critico Ambrogio Chiari:
Ho conosciuto di persona Dina Mosca in occasione della mostra personale tenutasi presso il Centro culturale “San Bartolomeo” di Bergamo nel marzo 2002 e presentata da Amanzio Possenti. Qui ho avuto modo di ammirare un buon numero di sue opere. Ricordo che i soggetti erano molto diversificati: paesaggi, vedute di città, nature morte, composizioni floreali, ballerine, suonatori di strumenti musicali (mi ha molto impressionato quello delle violiniste)…
Sono opere realizzate con molta cura e precisione, quasi alla ricerca di una perfezione formale, ma non in maniera fotografica bensì con quel tocco singolare e quella grazia quali solo i veri artisti sanno dare.
Nei suoi lavori si può notare quello stile che ha appreso nei lunghi anni di frequentazione del maestro Bramante, che non ha seguito pedissequamente, bensì ha elaborato in maniera personale attraverso una sua propria interiorizzazione. Così la potenza michelangiolesca delle figure del Bramante ha ceduto il passo a forme più ingentilite ed aggraziate che la maestria tutta femminile dell’artista ha saputo elaborare infondendoci soavità e leggerezza.