È ancora lontano il 25 aprile, con le polemiche che ogni anno, puntualmente, lo precedono e lo seguono. Ma intanto, anche oggi stesso, si discute sul fatto che nei nuovi programmi scolastici dei licei, in seguito alla restaurazione che passa per riforma, non si faccia alcun cenno esplicito alla Resistenza.
Come nei vecchi caroselli dell’Olio Sasso (“la lattina la voglio qui, sul tavolo!”) spariva l’ingombrante pancia dell’attore Mimmo Craig, ecco che anche questo “peso”, fondante della nostra pur dilaniata democrazia, con l'”Abracadabra” di una malefica strega – PUF! – è sparita!
Ricevo oggi, all’indomani della tornata elettorale, la comunicazione che sia l’opposizione che sindacati stiano protestando.
A destra, un bel disegno di Alberto Pagliaro, quarta di copertina de I figli della schifosa – una storia partigiana, della Premiata Officina Omonima, volumetto snello, ben stampato a colori, introdotto da Pier Luigi Gaspa. Sotto, un autoritratto del “capo officina”, in vignette.
Ne riparleremo in occasione di Napoli COMICON.
“È grave – afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo – che nelle indicazioni nazionali di storia, per l’ultimo anno dei licei, non ci sia la Resistenza che è stata uno straordinario movimento di massa contro il fascismo e che ha ispirato i contenuti della nostra Costituzione“.
Ma c’è ben poco da stupirsi: nella riscrittura (decisamente vigliacca) della Storia del Novecento, sembra che siano scomparse anche le parole Antifascismo e Liberazione, che a quanto pare non sono vissute come valori dal Governo attuale.
Nella bozza delle Indicazioni nazionali per i licei si legge che l’ultimo anno è dedicato allo studio dell’epoca contemporanea.
E si precisa: “nella costruzione dei percorsi didattici non potranno essere tralasciati i seguenti nuclei tematici: l’inizio della società di massa in Occidente; l’età giolittiana; la prima guerra mondiale; le rivoluzioni russe e l’Urss da Lenin a Stalin; la crisi del dopoguerra; il fascismo; la crisi del ’29 e le sue conseguenze negli Stati Uniti e nel mondo; il nazismo; la shoah e gli altri genocidi del XX secolo; la seconda guerra mondiale; la ‘guerra fredda: il confronto ideologico tra democrazia e comunismo; l’aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico: l’Onu; la formazione e le tappe dell’Italia repubblicana”.
“È gravissimo – afferma Manuela Ghizzoni, capogruppo in Commissione istruzione alla Camera per il Pd – che le indicazioni di studio per i licei non prevedano esplicitamente lo studio della Resistenza e dell’Antifascismo. Il ministero ritiene che quando si affronta il Novecento ci si debba limitare a studiare ‘la formazione e le tappe dell’Italia repubblicanà, come se la nostra Repubblica e la nostra Costituzione fossero sbocciate dal nulla”.
“È già di per sé sconfortante che qualcuno al ministero abbia pensato che riferimenti precisi all’Antifascismo e alla Resistenza non abbiano valore didattico, civile ed educativo – aggiunge – ma pensare che nemmeno il Ministro ritenga che ciò abbia valore politico è allarmante”.
La Ghizzoni invita quindi a un chiarimento la Gelmini “perché ogni silenzio apparirebbe inevitabilmente come un avallo a posizioni che di fatto implicano la cancellazione dello studio della storia migliore del nostro Paese”.
Il protagonista del primo video è Silvano Sarti, detto “Pillo” , Presidente dell’ANPI di Firenze, ottantaquattrenne. Qui una sua illuminante intervista.
Grazie ad Alberto per avermi segnalato la sua presenza in rete.