LA CACCIA SELVAGGIA, di Feminoska

GeorgeLiquorThanksgiving-1 L’intervento di una nuova amica, che in arte si firma col bizzarro pseudonimo di Feminoska e già contribuisce a svariate pagine elettroniche, si riferisce a un’altra legge-scandalo varata dal Senato, contro la quale stanno prendendo posizione in queste ore 150 associazioni ambientaliste e, in generale, le persone che conservano un briciolo di buon senso.

Per chi non lo sapesse, la legge fa saltare le date di apertura (primo settembre) e chiusura (31 gennaio) della stagione venatoria. Si sa che nove italiani su dieci non vogliono che i cacciatori sparino in piena estate, quando i boschi e le campagne sono pieni di famiglie, di bambini, di turisti, né che si uccidano gli uccelli migratori che volano verso la riproduzione interrompendo il ciclo della vita.
Ma, al solito, la “maggioranza” che ha in mano le redini di questo sciagurato Paese obbedisce a interessi di ben altro tipo che quelli della collettività
.



Fortunatamente (ma è ben poca cosa, come vittoria), sul testo votato a Palazzo Madama c’è stato qualche dissenso anche all’interno della maggioranza. Il senatore del Pdl Franco Orsi ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto, il leghista Sandro Mazzatorta ha detto che avrebbe preferito mantenere il testo che rinviava a Regioni e Province la definizione dei termini temporali.
Tuttavia… per il momento ce l’hanno fatta.

La parola a Feminoska.

“La barriera umano/animale, che toglie a questi ultimi dignità e rispetto e li tratta alla stregua di “cose” è una forma di assoggettamento patriarcale”- che le donne conoscono molto bene peraltro, dal momento che per molto tempo sono state e purtroppo in certi casi sono ancora legate e osteggiate nel controllo della propria corporeità (come tuttora avviene, in maniera brutale, con gli animali).

“Per abbatterla, è necessario in primo luogo riconoscere questo suo carattere e, successivamente, adoperarsi per il superamento della società maschilista.”

Clair weeks

E ancora: “L’identità maschile si è progressivamente costruita, nella nostra cultura, attraverso l’alimentazione carnea e il controllo su altri corpi, che si trattasse di donne o di animali.
“Uomo”, che generalmente nella cultura occidentale si traduce con “uomo bianco”, si costituisce come concetto e come identità sessuale solo attraverso la negazione. “Non donna”, “non animale”, “non di colore”… cioè, “non altro”.

Inoltre, la biologia maschilista ha spesso difeso la supremazia maschile facendo appello alle leggi di natura: il maschio domina la sua femmina perché è ciò che la natura impone (salvo poi infastidirsi quando lo si classifica come animale). “Essere uomo” è legato ad una identità, definita da cosa i “veri uomini” possono e non possono fare. I “veri uomini” non si vestono di rosa, i “veri uomini” vanno a caccia. È interessante notare quanti insulti omofobici vengono lanciati dai cacciatori agli attivisti anti caccia di sesso maschile.”

E’ innegabile che la caccia sia praticata prevalentemente da uomini: l’ecofemminismo a questo proposito ha sottolineato spesse volte la differenza tra il senso di interconnessione con il vivente e la capacità e il piacere di entrare in relazione (di vita) dell’etica femminile, e la supposta interconnessione dichiarata dai cacciatori quando affermano di cercare quella sorta di “ritorno alla natura” attraverso la caccia: un ritorno però, basato sull’infliggere morte ad un altro essere vivente… sicuramente non il miglior modo di “condividere il flusso della vita”!

La ricostruzione femminista della natura umana include l’esame del modo in cui, in quanto umani, interagiamo con il mondo non umano.

Cjones Sheep Dog

I diritti degli animali per questo motivo non sono antiumani: sono antipatriarcali. Se il modello di umanità fosse femminile e vegetariano piuttosto che maschile e carnivoro, allora la nostra idea di natura umana sarebbe profondamente rimessa in causa. Gli animali sarebbero considerati simili, a noi legati, e non prede, o modelli sperimentali, o macchine animate: noi stessi ci vedremmo come radicalmente legati a questi parenti e non come dei predatori, o sperimentatori, o padroni.

Viviamo in una cultura violenta, questo ne è l’ennesimo tragico esempio. La violenza e il divorante desiderio di potere e dominio sono in generale, prerogativa prevalente del sesso maschile – con purtroppo, sempre più numerose eccezioni – e vittime di questa smania distruttiva sono spesso le donne, gli animali e la natura.

Come primo atto utile ad uscirne, diamo un nome alla violenza alla quale assistiamo o della quale siamo vittime. L’assassinio di una donna non è un omicidio, ma un femminicidio.
E quello degli animali e dell’ambiente, che ad oggi non si è meritato nemmeno un nome? Forse un biocidio?

Weeks

La caccia, come forma di potere assoluto di vita e di morte, volontà di dominio, sopraffazione, divertimento che nasce dalla sofferenza e dal dolore “altro”, è praticata dagli uomini in diverse forme: alcuni cacciano gli animali, molti considerano le donne prede.

E tutto ciò ci riguarda, perché il sessismo, il razzismo e lo specismo hanno una radice comune nella cultura in cui siamo immerse, in quella logica maschilista e patriarcale che vede le donne, così come gli animali e la natura, come oggetti da manipolare e tenere sotto il controllo di un unico, “virile” PADRONE.

APPENDICE

Ciao, un aggiornamento superimportante:
Repubblica ha pubblicato un bellissimo appello in cui chiunque può mandare mail e foto del rapporto che vorrebbe con la natura!
Scriviamo, mandiamo foto, anche due righe sono essenziali!
RIPRENDIAMOCI LA PAROLA!!!!

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/01/29/news/no_alla_caccia_selvaggia_mandate_foto_e_testimonianze-2115981/

© degli aventi diritto per le immagini: John Kricfalusi per George Liquor e il tacchino del “giorno del Ringraziamento”; Warner Bros. per il bozzetto a matita di Ralph Wolf e Sheep Dog, buttato giù da Chuck Jones; gli uccelli sono schizzi dal vero, più o meno fedeli ai soggetti fatti dall’animatore Clair Weeks nel corso delle lezioni dal vero tenute a Los Angeles da Don Graham.
Belle cose, di cui forse riparleremo.

  • Garrison |

    Noto, con sempre minor sorpresa, che certe idee per me balzane (vedi religione, animalismo, veganesimo, e affini) hanno caratteristiche comuni tra loro. Noto preti cattolici disposti a “salvarti” dal peccato o salvarti l’anima. Vedo vegani disposti a salvarmi “dai pericoli della carne”; vedo animalisti disposti a “salvare l’ecosistema” e a salvare gli animali ma ben propensi a restare indifferenti alle richieste di altri umani. Vedo pure qualche femminista disposta a salvarmi “dal patriarcato”… Un mondo di salvatori, un mondo benevolo mi pare. Al contrario, credo che questo mondo di “pace” sia pericolosamente simile ad un mondo piatto, morto, asettico, asessuato, livellato. Pur non essendo cacciatore, sono favorevole alla caccia. Non penso che vietarla sarebbe giusto, però l’idea di un referendum è l’unica cosa meritevole di attenzione rispetto a tente cose postate da altri. Il referendum ha una sua logica, mentre paragonare lo stupro alla caccia o affinità è qualcosa di sciocco e una persona mediamente razionale e un tantino libera da pregiudizi politicamente corretti può smontare subito analogie cosi bislacche. In sintesi, cosa cambia tra un prete che vuole salvare l’ignorante in difficoltà con qualche preghiera e l’animalista che non riuscendo a superare il senso di “colpa” la trasforma in volontà di aiutare l’Altro da sé invece di aiutarsi? O, ragionando in termini più terreni… Ma quanti di voi sono vegani o vegetariani o animalisti o fruttariani perchè hanno la pancia piena? Riuscireste a pensare alla vita del coniglio se veramente fosse mossi dalla vera fame?

  • Annita |

    Signori miei, questo comportamento del Pdl, ma non solo, è una vergogna, uno scandalo, un’assurdità.
    Tutto per acchiappare qualche voto sporco di sangue dei fascistoni che imbracciano il fucile. I neofasci a questo mirano: mantenere il loro elettorato in barba a ogni morale, a ogni vita. I fascistoni sono gli stessi che poi se la prendono con i genitori di Eluana, con chi fa ricerca sulle staminali, con chi pratica l’interruzione di gravidanza. Sono obiettori di coscienza che poi vanno a sparare, o hanno i mariti cacciatori. O poi, magari, stanno per il nucleare. Solita feccia, anticaglia di cui ci dobbiamo liberare e che invece ci stanno stringendo in una morsa, avendo il potere.
    Senza rappresentarci.
    Uccidere madri in cerca di cibo per i loro piccoli che a loro volta moriranno lentamente e atrocemente di fame nel nido è insensato e antiiumano.
    Per un pugno di voti, per consentire a qualcuno di infierire un altro po’ sulla Costituzione. Questo è: tra poco, se continuiamo così, alzando gli occhi al cielo vedremo solo polveri sottili.
    Segnalo che in campagna i cacciatori uccidono anche i gatti all’interno delle proprietà: li considerano “nocivi” perché uccidono gli uccellini.
    Per favore aboliamo la caccia. Per sempre, e facciamola finita una buona volta con questo fascismo sessista (come dice Feminoska).
    Un bel referendum contro la caccia PER SEMPRE qualcuno si decide a proporlo?
    E vediamo chi la vince…

  • Patrizio De M. |

    Ora è un po’ tardi, ma so che anche la notte qualcuno legge.
    Domattina in tante città ci sarà una dimostrazione importante (che io e altri amici riteniamo tale).
    in molte città italiane si terranno manifestazioni in difesa della Costituzione.
    Invitiamo alla più ampia presenza ai presidi coloro hanno a cuore la Carta del 1948, perché la ritengono fondamento costitutivo della Repubblica e tutela della libertà, della democrazia e dello stato di diritto del nostro Paese.
    Aderiamo a questa iniziativa non come atto formale ma con la profonda convinzione che intorno alla Costituzione si giochi oggi una partita decisiva: quella della lunga e contraddittoria transizione italiana, che ha come sbocco il passaggio, ormai in atto da tempo, dalla Repubblica democratica a un regime senza democrazia, con tratti fortemente autoritari.
    Un regime definitivamente sottratto ai vincoli della divisione dei poteri, al principio dell’eguaglianza di fronte alla legge e all’esercizio di controllo esercitato dagli istituti di garanzia costituzionale, a cominciare dalla Corte costituzionale.
    Di fronte all’ennesimo tentativo di saccheggiare la Costituzione, che si concretizza principalmente nelle manovre del Governo per garantire impunità a Berlusconi (a partire dal nuovo Lodo Alfano) e nei proclami irresponsabili di qualche ministro che chiede addirittura la cancellazione dell’Art. 1 (L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…), abbiamo soltanto due strade: o assistere passivamente al delirio distruttivo dell’establishment berlusconiano o reagire con la prontezza e la determinazione democratica che la situazione richiede.
    Noi scegliamo la seconda.
    La Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista rimane, ad oltre 60 anni dalla sua emanazione, il principale strumento di garanzia del patto di convivenza civile di una società che fonda le proprie basi sul principio di uguaglianza tra i cittadini e l’anticorpo più efficace contro il rischio di nuove derive autoritarie.
    E’ per questo che ad ogni cittadino democratico compete difenderla. Noi siamo tra questi.
    Per questo diciamo con chiarezza che la democrazia costituzionale italiana è a rischio, sotto la pressione della parte più rilevante dell’attuale maggioranza che preme per una svolta autoritaria.
    Lo svuotamento di ruolo e potere del Parlamento è sotto gli occhi di tutti, l’attacco alla magistratura è quotidiano, la ricerca di soluzioni ai vari problemi istituzionali, che la maggioranza dice di voler affrontare per il bene del Paese, parla soltanto di interessi personali del capo del Governo e di ulteriori slittamenti verso la cancellazione dei capisaldi costituzionali che sono alla base della Repubblica italiana.
    Domani, se interessa (e credo di sì), vi posterò un commento interessante di S. Rodotà.
    Buonanotte a tutti e buongiorno a chi lo fa domani.
    I presidi del 30 gennaio sono un appuntamento democratico per tutti, tutte noi.

  • Entero l'Etero |

    A me è piaciuto il film della Warner Bros, con Testa d’Uovo il cacciatore. Non l’avevo mai visto benché ne conosca vari, della Warner.
    La cosa interessante è che Daffy canta la sigla, con parole sue, che diventerà il ritornello di apertura, stabile, dei Looney Tunes e delle Merry Melodies.
    Vi dico anche il titolo: “The Merry-Go-Round Broke Down” (la giostra è venuta giù).

  • Antonello |

    Caccia come stupro, equazione perfetta.
    Quel fucile lungo, puntato contro prede indifese, senza necessità alimentari, è una precisa pratica che deriva dell’educazione a sopraffare.
    Matteoli, ne sai niente?
    Mica sarai figlio di questa beeeeella cultura, ehhhhhh?

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