I CARTOONS DELL’AMICO PUTIN

Freschissimi, inediti e più o meno in anteprima, ecco alcuni dei cartoons satirici in 3D andati in onda in Russia sulla televisione putiniana la notte di Capodanno.

Non male… Non so se la loro stessa esistenza debba essere intesa come sintomo positivo di “disgelo” rispetto alla rigidità e al rigore (anche in termini di censura) che vige da quelle parti.

Il fatto in sé della parodia, nella terra dell’amico Putin, merita una riflessione e un approfondimento che ci piacerebbe poter fare non appena avremo gli elementi in merito.




Aggiungo questo: Мульт личности; Фрагмент из новогодней программы на первом канале.

  • Da Don Paolo Farinella |

    Genova, lunedì 4 gennaio 2010.
    – Il discorso ecumenico di fine d’anno del Presidente della Repubblica ha dato la stura alla feccia e alle fogne.
    In un tempo normale, sarebbe stato un discorso sereno e di respiro pacificante con uno stimolo alla speranza. Sarebbe stato … se non fosse …! Infatti, così fu.
    Il Presidente non aveva ancora chiuso la sua augusta bocca che subito cominciano i botti di capodanno, specialmente sulla sponda destra del Paese, per festeggiare il grande equilibrio, lo spirito unitario e specialmente il richiamo alle riforme che la ministra Carfagna, esperta in materia, vorrebbe anche che fossero fatte «con amore» e magari fissate su calendario finto Pirelli.
    Detto e fatto.
    Bisogna fare subito le riforme: lo dice anche il Capo dello Stato.
    Al convito di nozze delle riforme bisogna invitare anche l’opposizione. Quale opposizione?
    Non certamente quella che c’è, ma solo quella la Destra vorrebbe e vuole, anche a costo di comprarla al mercato. Berluskonijad infatti il domenica 3 gennaio, sistemate le bende va al supermercato a comprare un par di chili di «manzo condiviso». Com’era bello il vostro presidente, con le bende del martirio!
    Si dice che la cantina di Arcore sia piena di poster formare 6×6 con la sua faccia sanguinante che dai muri delle città «colpirà» a morte, ma sempre con amore, i distributori dell’odio per le prossime elezioni regionali. Una commissione sta già lavorando per le prossime politiche: invece dell’album di foto di «Una famiglia italiana», distribuirà «porta-a-porta» una reliquia fatta con le bende e specialmente con la camicia che in tutto il parapiglia non si è sporcata nemmeno di una goccia di sangue.
    E’ stato un miracolo!
    Don Verzè glielo aveva anticipato: Tu sarai miracolato sulla via del Duomo.
    Tocchetti di malta e silicone che ricoprivano la guancia sinistra colpita (ah! la sinistra fonte di perenne dolore!), verranno messe all’asta e il ricavato andrà in beneficienza al sereno, mitico, sano partito dell’Amore.
    Lui lo dice sempre: chi ama deve pagare!
    Dal canto suo la sinistra – ohibò, non esageriamo! –, ma sarebbe meglio dire la destra, che gira tanto su se stessa che qualche volta si trova per caso a sinistra e si confonde, fa di tutto per facilitare l’en plain.
    Chi fosse incredulo faccia un pellegrinaggio in Puglia o in Lazio e si accorgerà che tutto è pronto per incoronare Berluskonijad 1° presidente a vita dei resti archeologici della ex sinistra, ora riformista, forse centrista, probabilmente destra che non disdice di svoltare a sinistra quando si tratta di fare riforme condivise.
    Bersani è coccolato da tutta la destra e Berluskonijad manda ogni sera Bonaiutì, Bondi e Brunetta a rimboccargli le coperte, a cantargli la ninna-nanna e a a suonargli il serpente a sonagli per incantarlo.
    Con Bersani, sì che si può parlare: è persona seria, non disdice il salvamento del capo da quei cattivi dei giudici, e poi anche lui vuole «più potere al premier» perché così qualche volta può andare a pescare a Piacenza tranquillo e coltivare gli affetti «condivisi» in famiglia; tanto di là c’è lui che comanda sia la maggioranza che l’opposizione.
    Meno male che non siamo al tempo di Troia perché allora si diceva che «Timeo Danos et dona ferentes – Temo gli sciacalli berlusconiani anche quando portano doni».
    Ma no, Bersani è come il gas «gli dà una mano».

  • Harry Brendt |

    In Russia scherzano, la buttano in macchietta, ma alcune frequentazioni, qui in Italia, in quel di Arcore, lasciamo quantomeno perplessi.
    E fanno pensare a… Traete voi le conclusioni.
    Intanto, i fatti.
    Berlusconi avrebbe incontrato il 29 dicembre l’onorevole Bartolo Pellegrino, sorvegliato speciale per mafia.
    Sembra una cosa regolare? Cosa si saranno detto? Cosa lega queste due persone?
    La circostanza è stata smentita da Palazzo Chigi: “Pellegrino è venuto ad Arcore, ma il presidente era impegnato e non ha avuto tempo per riceverlo”.
    Ammesso che sia così, cosa va a fare a casa di un premier amico e co-fondatore del suo partito di un condannato per reati legati alla mafia (Dell’Utri, che attende sentenza di appello)?
    Scrive il giornale “il Fatto2, a firma Sandra Amurri e Rino Giacalone: “Il 29 mattina, l’on. Pellegrino, come gli impone la misura restrittiva a cui è sottoposto, si è recato alla stazione dei carabinieri di Paceco, dove risiede, per comunicare che stava andando ad Arcore a trovare Berlusconi.
    Alle ore 18 dello stesso giorno, si è recato presso la stazione dei carabinieri di Arcore e ha detto che in serata sarebbe andato nella residenza del premier per lo scambio degli auguri.
    Il giorno dopo, 30 dicembre, alle ore 12.10 è andato di nuovo alla stazione dei carabinieri di Arcore per comunicare che stava partendo”.
    Quindi, è stato per un po’ con il premier.
    Lo dicono i carabinieri.
    Cosa vi pensare questo???

  • Sembranti |

    Penso che Giulio veda giusto.
    Questa potrebbe essere una buona chiave per distinguere la satira dallo sfottò, o dal semplice divertimento “di regime” come dice lui, che ricorda un po’ le cose fatte dal pur grande Alighiero Noschese (ma erano altri tempi, e si cominciava allora a infrangere una spessa barriera di pregiudizi) o del Bagaglino televisivo negli ultimi vent’anni.
    Intendiamoci: non solo del Bagaglino; la superficialità poco satirica c’è stata sia a destra che a sinistra. A sinistra ricordo con sgradevolezza sia “Convention”, su RAI 2, con Enrico Bertolino, che “Ciro il figlio di Target” su un canale berlusconiano, con la regia diu Paolini anche questo.
    Dietro la satira falsa non c’è una visione del mondo alternativa o un vero e proprio pensiero, ma solo qualcosa di assai superficiale e di facile ridancianità.
    Certo, meglio di nulla… Ma non sarei nemmeno troppo sicuro.
    Che siano “pagliacciate” è sicuro.
    La Russia comunista e post-comunista, che non ha certo placato i suoi orrori totalitari nonostante la facciata, ha ancora tanta strada da fare e non penso che la farà finché questo regime e questa dirigenza restano in piedi.

  • giulio bonatti |

    Non parlando un granchè il russo ho capito chiaramente solo il video con i sottotitoli.
    Per essere satira è satira… ma satira di regime. La satira è un organo che ha valore quando stimola alla riflessione e (magari…) promuove un cambiamento. La satira è rivolta, in un modo o nell’altro, a sè stessi. La satira deve avere dei contenuti. Qui i russi parlano male dell’Europa e degli Stati Uniti (niente di nuovo) senza portare contenuti un pò più profondi di “Ehi! Guardate come sono scemi! Egli italiani poi! Non c’è italiana che non sia stata con Berlusconi…”. Non parliamo poi del valore autocritico della satira. Loro son “superiori” a queste cose… ( Sono stati tirati in ballo tutti, specie i più scomodi per i russi, ma figuriamoci a tirare in ballo un russo qualsiasi).
    Mi ricorda un pò le storie del corriere dei piccoli durante il ventennio o (guarda caso) i vecchi cartoni sovietici (ma anche americani) di propaganda. L’unica differenza da questi è la qualità, che in quei fumetti e cartoni animati era assai superiore e piena di contenuti artistici, tecnici e ideologici (anche se spesso sbagliati), rispetto a queste pagliacciate.

  • Giordano Bis |

    Scusate, avevo postato in coda a un post non appropriato, forse qui avrò più visibilità, anche se non si tratta di cartoons, ma il tema è “caldo” e può interessare a parecchi.
    Vorrei girarvi questa notizia. Positiva.
    Fare giornalismo d’inchiesta in Rete è possibile. E sopratutto, farlo in video. Questa prospettiva fa paura alla “banda” che governa l’Italia in questo momento e fa paura a chiunque ha qualcosa da nascondere.
    E’ il caso di Enzo, la cui video inchiesta su You Tube “Chiesa Pneuma: il progetto segreto di Juan Ruiz Naupari” (

    ) riguardava il truffatore peruviano Naupari – il cui vero cognome era Figueroa – che gestiva un’università illegale in Italia.
    Teneva cerimonie dove a quanto pare faceva bere un potente allucinogeno a molti ragazzi (ayahuasca) e guadagnava oltre 50 mila euro a settimana con chiacchiere varie. Dopo la pubblicazione delle prime due puntate sull’inchiesta, è sparito da Internet.
    Ha cancellato decine di pagine e non ha messo più piede in Italia.
    Il suo avvocato, Angelo Averni, aveva tentato di intervenire, intimando a Di Frenna di rimuovere ogni video o post del suo blog e – adiirittura – di non pubblicare altro materiale “con qualunque altro mezzo di comunicazione”!!. Per tutta risposta, Di Frenna ha tirato fuori altro materiale esclusivo.
    Se fosse passato il DDL Alfano con l’obbligo di rettifica, bastava un cavillo per fermare la denuncia di questo sconcio, perpetrato alle spalle di tanti ragazzi, forse ingenui e sprovveduti.
    E questo vale per chiuque altro volesse fare informazione d’inchiesta attraverso un blog.
    Gli altri disegni di legge e comma vari che giacciono in Parlamento, sono ancora mine non disinnescate.
    La prova che a questi signori non gli frega niente di Internet, sta nel rinnovo del decreto Pisanu anti-wi fi: e ciò nonostante la Carta dei 100 promossa da Alessandro Gilioli e nonostante che lo stesso Pisanu si sia dichiarato favorevole all’abolizione!
    Chi desidera leggere il lavoro di Enzo Di Frenna può farlo a http://www.enzodfrenna.it
    Un saluto a tutti quanti, amici di Putin compresi.
    Giordano

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