Il titolo, sibillino per chi piomba per caso in questo blog, chiarissimo per tutti gli altri, non lascia spazio a dubbi.
Questa settimana, la collana antologica sui principali generi, eroi e autori del Fumetto italiano allegata al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport, presenta un grosso e divertente volume dal titolo Eroi per ridere, con il giallo supereroe Rat-Man come testimonial e protagonista del “grosso” delle sue pagine.
Simon Bisi, dela casa editrice Panini me ne ha affidato i testi (che ho compilato nella quasi totalità, con l’amico Claudio Ferracci; nei credits c’è un errore di attribuzione, ma farlo rilevare adesso nei dettagli non è bello e quindi non lo faccio, va bene così, il volume è perfetto.
Mi fa particolarmente piacere che insieme alle divertentissime avventure create dall’ncredibile Leo Ortolani ci siano anche fumetti di altri amici: lo Zorry Kid di Benito Jacovitti, il Tilt disegnato da Carlo Peroni – Perogatt (con testi di Castelli, Gomboli, Baratelli), una parodia di Diabolik (Diabolic) e Dante, di Marcello Toninelli, ai quali (personaggio e autore) dedicheremo uno spazietto ad hoc.
Perché?
Oh, bella! Ma perché bisogna stappare un po’ di sciampagna, dato che il libro esce proprio nella settimana (intorno al 20 di novembre) esatta del quarantennale dell’apparizione di Dante sulla rivistona Off-Side, diretta da Marco Giovannini.
Per commentare Rat-Man e, a seguire, il resto dello scibile umano, posto (a richiesta) un’intervista in tre parti registrata il giorno 24 aprile, a Castel Sant’Elmo (quartiere Vomero, Naples), all’inaugurazione dell’edizione 2009 di Napoli Comicon.
A sorpresa, sono intervistato a lungo da un gruppo di giovani giornalisti seriamente appassionati di Fumetti e Disegni animati.
Mi rivolgo a loro: ragazzi, CREDO che stiate leggendo questo blog; se è così, fatevi vivi: intenderei accreditarvi, ma in rete trovo solo il nickname Maredidirac, che forse è una composizione dei nomi di alcuni di voi…
Lo scenario è quella della bellissima mostra sul Rat-Man stesso, nel Carcere Alto del Castello, che tra poco adibito a Museo d’Arte Moderna. Attendono che termini questo comizio stralongo improvvisato di prima mattina Vincenzo Cerami e Andrea Ippoliti, con i quali ho un altro impegno quasi in contemporanea. Le luci sono quel che sono, ma non importa: qualche brano sarà trascritto per un giornale, il fatto che la telecamera sia accesa è un “dipiù” ma potrebbe anche essere solo registrata in audio. Invece, i solerti ragazzi la metteranno in rete dandole comunque un senso.
E io la giro a chi ha da perdere il tempo di ascoltarla.
Raccogliendo le idee e dando fiato alle fauci ho detto qualche imprecisione.
Credo che a fine aprile le copie vendute del Tex a colori di Repubblica siano state molto più di 40 mila, ma non posso precisare di quanto.
La storia di Andy Panda della quale parlo nel primo blocco dell’intervista, per la cronaca, è stata sicuramente scritta da John Stanley. Non avendola (più!) sotto gli occhi da molti anni, non so dirne con precisione l’atuore del disegno. Forse Dan Gormley.
Sotto, la copertina di un albo simile a quello a cui faccio cenno. Ripeto, non si tratta di quell’albo, la cui copertina era rossa, ma di uno dello stesso periodo.