Lo stile nitido, essenziale e molto pupazzettistico di Alessio Spataro mi ha sempre ricordato l’Andrea Pazienza di Pertini, o di certe vignette per Il Male.
Diversamente dagli anni Ottanta (il decennio di Paz), il nuovo millennio non offre, però, fogli satirici come Tango! e Cuore, o riviste come Frigidaire, adatti ad ospitare in modo sistematico i parti satirici di Alessio e di altri suoi colleghi-coetanei. Alcuni di loro, addirittura, non ci provano nemmeno ad affilare le lame della comicità per deridere, denunciandole, le malefatte della classe politica: sia quella al potere che quella all’opposizione, senza dimenticare la finta opposizione che scandalosamente che beffa l’elettorato.
Così, Alessio ha affidato al web alcune sue feroci valutazioni o dei “divaganti scherzetti” a fumetti, memori nella loro composizione narrativa anche degli sketches dell’indimenticato Angese (Sergio Angeletti). Quelli con il minuscolo Amintore Fanfani e la segaligna signora Maria Pia (sua moglie), o quelli col panzuto Craxi e l’infante Martelli (dove compariva anche, almeno in un caso, il probo Valdo Spini, spedito a calci “a sturare i lavandini”).
Un altro precedente, per quanto riguarda la configurazione grafica della protagonista, può essere un’opera dimenticata e incompiuta del grande Franco Benito Jacovitti: Lolita Dolcevita, ribelle teen-ager creata da Jac proprio negli anni del film di Fellini (La dolce vita), quando era ancora viva nell’aria l’eco der romanzo di Vladimir Nabokov (Lolita).
Alessio vara le sue vignette e storiette su Internet, quindi.
In un paio di casi, quello sulle vignette dell’attuale Papa e quello sulle storielle dedicate alla ministra Giorgia Meloni, il contenuto grafico-narrativo che il web rischiava di disperdere nei suoi meandri, si è fortunatamente fissato anche su supporto cartaceo.
Ed è storia di oggidì.
Il nuovo libro di Alessio (il cui gigantesco poster che mi ritrae, da lui regalatomi ad Angoulême in occasione della festa organizzata da Napoli COMICON nel salone del Municipio, conservo con discreto orgoglio) esce per conto della mia amica Silvana Ghersetti della casa editrice GRRRzetìc.
Quindi, succede, almeno in apparenza il finimondo.
Dall’indignazione di Gianfranco Fini all’ira di coso… come si chiama… ah, sì, Franco Gasparri (!), che subito si chiede “se la sinistra sia pronta ad indignarsi”. Davanti a una così autorevole richiesta, la reazione del centrosinistra non si fa attendere, ed eccolo che stigmatizza l’operazione, volgare e maschilista, esprimendo solidarietà alla simpatica ragazza, sia come donna che come Ministro.
Dopodiché, ecco che risponde la stessa Meloni, la quale parla di “allucinante vicenda”, ma di sicuro senza esasperare i toni, anche perché poco tempo prima, in televisione, intervistata da Piero Chiambretti, non sembrava preoccupata dai fumetti di Alessio (quando erano ancora solo in rete), considerato un blogger “molto cafone”.
(segue nel post successivo)