Questo è il secondo post su UP, messo on line nell’ormai remoto giugno (il giorno 20).
Poiché il lungometraggio è adesso nelle sale, dove sta riscuotendo ampi consensi anche da noi, può essere interessante riproporlo oggi paro paro. Chi se l’è perso scoprirà una storia commovente, come dice il titolo stesso, che in Italia questo blog ha fatto conoscere per primo.
Notevoli anche i commenti dei lettori di Cartoonist Globale.
Cambiando completamente registro, in chiusura una selezione di pareri espressi da noti critici di giornali italiani.
Di UP abbiamo già parlato, per esempio qui, ma invece la notizia che segue, e che riguarda l’eccezionale lungometraggio in 3D, non è stata coperta dai media europei.
Un ragazzina di dieci anni, Colby Curtin, affetta da una gravissima forma di cancro vascolare, in punto di morte ha espresso il suo ultimo desiderio: vedere UP, dopo essere rimasta folgorata dal suo trailer televisivo.
Un amico di famiglia ha telefonato alla Disney-Pixar trovando l’interlocutore giusto: un impiegato che si è precipitato a casa di Colby, a Huntington Beach (California), con un dvd della pellicola (non era pensabile far uscire di casa la bambina) e con una borsa piena di merchandise legato al film. Così, il 10 giugno, Colby ha assistito a una proiezione privata di UP (in realtà a occhi chiusi, mentre sua madre le spiegava i passaggi “mimici”), circa sette ore prima di morire.
Il “veterano” della Disney Floyd Norman ha così commentato, leggendo la notizia:
Very touching. Good work, Pixar. The “Old Man” would be proud of you.
.
Di seguito, qualche particolare in più, tratto da Ocregister.
At about 12:30 p.m. the Pixar employee came to the Curtins’ home with the DVD.
He had a bag of stuffed animals of characters in the movie and a movie poster. He shared some quirky background details of the movie and the group settled in to watch Up.
Colby couldn’t see the screen because the pain kept her eyes closed so her mother gave her a play-by-play of the film.
At the end of the film, the mother asked if her daughter enjoyed the movie and Colby nodded yes, Lisa Curtin said.
The employee left after the movie, taking the DVD with him, Lynch said.
“He couldn’t have been nicer,” said Lynch who watched the movie with the family. “His eyes were just welled up.”
After the movie, Colby’s dad, Michael Curtin, who is divorced from Lisa Curtin, came to visit.
Colby died with her mom and dad nearby at 9:20 p.m.
La notizia apre il GR che copio sotto, e che prosegue con altre, tranquillamente saltabili a pie’ pari.
Ancora sotto, la canzone per Colby scritta dal giovanissimo compositore Mike Lombardo.
(© Disney/Pixar per le immagini di Up)
La Critica!
“Un po’ ‘Gran Torino’ di Clint Eastwood un po’ Spencer Tracy ‘ma anche Walter Matthau e James Coburn, insomma i nostri nonni migliori, dice uno dei due registi Bob Peterson. Senza dimenticare il nonno francese Charles Aznavour che gli dà voce. ‘Up’ è una fiaba niente affatto zuccherosa sulla vecchiaia risentita, che non sa e non vuole adattarsi alla modernità. Cui però basta l’incontro con un’adolescenza altrettanto risentita per regalare e regalarsi un’ultima chance. Attaccata all’esile filo di un palloncino.”
(Fulvia Caprara, ‘La Stampa’, 14 maggio 2009)
“Il regista Pete Docter, un giovane spilungone con le orecchie di Dunbo ha esordito conil magnifico ‘Monster & Co.’, candidato all’Oscar, e ha partecipato alla realizzazione di ‘Toy Story’, ‘Bug’s Life’ e ad altri fono al capolavoro ‘Wall-E’. (…) Il suo ‘Up’ segna il punto di svolta nella produzione Pixar, a parte il 3d.
Non più creature mostruose e oggetti animati, come la lampada che fa da logo alla società di Emeryville, e nemmeno animali antropomorfi ma l’evoluzione del robot-spazino, la sentinella della terra desertificata dall’ingordigia umana.
E’ uno spazio filosofico quello aperto da ‘Wall-E’ e da ‘Up’, un campo di attrezzi mobili, di memorie visive e direttive politiche. Carl dimenticherà per tornare a ricordare cos’è che vale davvero, il clandestino Russell, senza un padre presente, al quale può insegnare al posto del suo figlio mancato.
La società è multietnica, il resto è terzo reich .”
(Mariuccia Ciotta, ‘Il Manifesto’, 14 maggio 2009)
“Azione e gag in abbondanza, ecco la ricetta; però la punteggiatura da pause di calma che, a tratti, evocano Miyazaki. Quanto alla morale, stavolta è addirittura doppia. La prima, quella familiare cara a Hollywood, anche la vita domestica e l’amore coniugale sono un’avventura. La seconda, più insolita; prima o poi arriva il momento di salutare il passato e concedersi a nuovi affetti.”
(Roberto Nepoti, la Repubblica’, 14 maggio 2009)
“Come spesso capita con i film Pixar, ‘Up’ ha almeno due livelli di lettura: è un’avventura comica nello spirito di Jules Verne e Paperino ma è anche un film sull’elaborazione del lutto. In fondo Carl fa tutto per Ellie, la moglie adorata che più di lui sognava di vedere le meraviglie del mondo ma se n’è andata troppo presto.”
(Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 14 maggio 2009)
“Diretto da Pete Docter e Bob Peterson con la supervisione di John Lasseter, spettacolare e poetico, ‘Up’ ha tutti gli ingredienti per piacere al pubblico dai sei agli ottant’anni e cavalca con mestieri i vari generi del cinema: commedia, western, avventura, storia d’amore, anzione. Impossibile non innamorarsi del protagonista.”
(Gloria Satta, ‘Il Messaggero’, 14 maggio 2009)