LODO MONDADORI: IL TRIBUNALE CHIEDE 749.955.611,93 EURO

Arnoldo_mondadori

La decisione esecutiva del Tribunale di Milano è arrivata la mattina di sabato 3, in un giorno storico, qualche ora prima che giornalisti di destra, centro e sinistra, cattolici e laici (e non esercitanti la professione dell’escort, antica ma recentemente ribattezzata), insieme alla società civile manifestassero per la libertà d’espressione.

Non è stata una decisione sorprendente quella del giudice Raimondo Mesiano della decima sezione civile del tribunale d Milano. Sicuramente è stata invece molto meditata, messa a punto e “licenziata” oltre due mesi e mezzo dopo la chiusura dell’istruttoria. Quasi tre anni dopo il verdetto di condanna definitiva da parte della Corte di Cassazione in sede penale, contro gli avvocati dell’Utilizzatore finale, colpevoli di aver corrotto il giudice di Roma Vittorio Metta. Cioè uno dei magistrati che nel 1991 aveva messo la Mondadori nelle mani dell’attuale premier.

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Questo stesso, tapino blog sui Fumetti aveva parlato di questi avvenimenti e della richiesta di un miliardo di euro da parte della famiglia De Benedetti qui, l’11 di agosto ai suoi visitors. Ciò perché la cosa non può non riguardare da vicino tutti gli amanti dei comics, che moltissimo devono alla tradizione libraria e all’editoria periodica dell’impero fondato da Arnoldo Mondadori (immortalato sopra, in una stupenda foto d’epoca con l’intera sua famiglia).

Di conseguenza, i giornalisti di giudiziaria, che per mestiere seguono le vicende legali più importanti di questo Paese avranno avuto a maggior ragione tutte le informazioni in merito, dettagliatamente, da fonti di prima mano.
Perché tutto questo “cadere dal pero”, adesso?
Chi voleva sapere, aveva saputo. E da tempo.

Come dicevamo già due mesi fa azienda editoriale di Arnoldo Mondadori ha un posto molto particolare nel cuore (o nel cervello, se preferite) dei lettori di Fumetti italiani.
Olklahoma, Pecos Bill, gli Albi del Falco con Nembo Kid e Batman, gli Albi della Rosa, quelli D’Argento con Davy Crockett e altre storie western, i leggendari Albi d’Oro con le loro varie collane che precedono e seguono la II guerra mondiale, senza contare i giornali antologici a fumetti dell’anteguerra e il settimanale per tutte le tasche lanciato nell’aprile 1949, responsabile del boom improvviso e sorprendente dei pocket a fumetti.

Proseguendo nel campo dell’editoria libraria, si possono mettere all’attivo i volumi della Collana Carosello, i Piccoli Libri d’Oro e i loro “colleghi” di minor prestigio D’Argento. E i microscopici Minilibri, la collana L’Intrepida, con Zorro, i fumetti di Hugo Pratt e i racconti con Braccobaldo Bau, peraltro lanciato in Italia proprio dalla “casa di Arnoldo” in libri e albi fumetti insieme a tutti i suoi amici e nemici della gang di Hanna-Barbera. Con tutta probabilità a un redattore mondadoriano si deve anche la traduzioen del nome di Popeye in Italia come Braccio di Ferro, lanciato sui giornali e in una ambitissima collana pubblicata come A.P.I. (Anonima Periodici Italiani): Gli albi di Braccio di Ferro. Ne riproduco a destra la copertina del secondo numero. Braccio Di Ferro A.P.I. blog
L’elenco, sterminato, può estendersi ai quasi sconosciuti Dyno o Strippy e alla riproposta dei classici francesi in albi a basso prezzo, al lancio di Mafalda e Momma su Il Mago, alla riproposta di Braccio di Ferro, Blondie, Dick Tracy, Charlie Brown e B.C. nella fortunatissima collana de Gli Oscar Cartoon.
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La Fininvest (che adesso si occupa di altro, ma che prima di Mediaset era l’azienda di Silvio Berlusconi impegnata anche nel settore dell’emittenza) è stata condannata dal tribunale a risarcire a Cir il danno patrimoniale da perdita di chance di un giudizio imparziale, in merito al cosiddetto “Lodo Mondadori”.
La richiesta è stata quantificata non già in settecentocinquanta milioni di euro, bensì in 749.955.611,93 euro. E’ bene essere precisi e puntigliosi, dopo aver fatto tutta una serie di correzioni per definire quale fosse effettivamente quest’importo.

Il provvedimento, reso pubblico nelle scorse ore, ha riconosciuto il danno causato dalla corruzione dei giudici, di cui parla la causa nata dalla sentenza penale definitiva del 2007 che ha condannato tra gli altri per corruzione l’avvocato di Silvio Berlusconi, da lui sospinto nella carriera politica, Cesare Previti.
GliEMARGINATI
In particolare, il giudice Metta, secondo l’accusa, sarebbe stato corrotto dagli altri imputati per annullare, attraverso una sentenza di cui fu relatore, il lodo arbitrale che assegnava a Carlo De Benedetti il controllo azionario della Mondadori, a favore di Silvio Berlusconi. Non a caso, all’inizio del processo l’attuale presidente del Consiglio figurava tra gli imputati, ma nel 2001 la Corte di Cassazione stabilì nei suoi confronti la prescrizione dei reati contestati.

Adesso, dopo la definitiva condanna penale per corruzione intervenuta circa tre annetti fa, anche il giudice civile si esprime su una vicenda che ha inflitto un enorme danno a carico di Cir, umiliando a morte, nello stesso tempo fondamentali valori di corretto funzionamento del mercato e delle istituzioni.

«Non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l’hanno impedito» commenta l’ingegner Carlo De Benedetti, parte lesa e beffata, presidente onorario di Cir.

  • Gennaro |

    Prosegue la telenovela, con Berlusconi nel ruolo di regista.
    Meno male che qualcuno reagisce, mentere le TV, sue e altri, rigurgtanto di blateramenti di persone del suo staff, messe a comandare i punti chiave, in modo da avere il diritto (concesso loro dal ruolo) di aprire bocca e influenza l’opinione pubblica per far sembrae normale lo scandaloso e viceversa.
    Tutto per portare vantaggi (o meno svantaggi) al premier condannato.
    Anzi, rettifico, al premier sulla cui testa aleggiano sospetti che sono divenuti certezze, mentre la condanna è per la Fininvest, e la sua rappresaglia è avvenuta scatenando le sue tv e i suoi giornali.
    Ora mi aspetto le mosse di Signorini su “Chi”.
    Intanto , il Csm ha aperto una pratica a tutela del giudice del Tribunale civile di Milano Raimondo Mesiano, per gli attacchi ricevuti dopo la condanna della Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda del lodo Mondadori.
    La decisione è stata presa all’unanimità dalla prima commissione che in serata elaborerà un testo da sottoporre domani al plenum con procedura d’urgenza. Dunque già domani potrebbe esserci la pronuncia definitiva del Consiglio superiore della magistratura sul caso del giudice.
    La tutela, spiegano al Csm, non riguarda, in questo caso, soltanto il singolo giudice, ma “l’intera magistratura civile”. La commissione, infatti, a quanto si apprende, ha ritenuto che le polemiche e gli attacchi a Mesiano abbiano avuto un “effetto intimidatorio”.
    Mi sembra corretto.
    A loro avviso un intervento del Csm era doveroso dopo gli attacchi al giudice. Il riferimento – anche se non diretto – era alle parole del presidente del Consiglio, secondo il quale la pronuncia di Mesiano è “un’enormità giuridica”, ma anche alle dichiarazioni dei capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato che avevano parlato di “disegno eversivo”.
    Ma si sa, ormai, che c’è chi parla a vanvera (NON il Csm, ovvio) e non sa nemmeno cosa sta farneticando.

  • Moerandia |

    A proposito della Mondadori, ho (naturalmente) l’Oscar Mondadori della serie di Howard Post, e pure un libretto Corno con delle strisce più recenti. Serie molto divertente e ben congegnata.
    Quanti fumetti pubblicava la Mondadori, gli Oscar, “Il Mago”, i supereroi DC negli anni ’50-60, Topolino, il settimanale “Supergulp”, che ospitava Nick Carter, Cattivik nonchè Mortadello e Filemone (interrotti però all’improvviso) …
    Chissà chi aveva disegnato quel Braccio di Ferro nella copertina sopra riportata, non Segar …
    Saluti.
    G.Moeri

  • Moerandia |

    A proposito di case editrici passate di mano, leggevo pochissimo tempo fa una intervista ad Angelo Rizzoli (tralaltro editore del “Corriere dei Piccoli” quando lo leggevo io), e sono rimasto colpito non poco.
    Non provo a riassumerla per non dire inesattezze, ma la si può leggere in parte all’ http://www.nuovasocieta.it/intervista/2140-mab.html ed in parte all’ http://it.biz.yahoo.com/08092009/92/angelo-rizzoli-rivuole-corriere-sera.html
    Saluti.
    G.Moeri

  • Daniele Tomasi |

    Concordo con Giampi, Napolitano non merita assolutamente quella poltrona, e Pertini sarebbe dovuto immortale e rimanere in carica sino alla fine del mondo.
    Poi penso a quel che e’ la popolazione italiana, nella sua maggioranza, e mi dico che in realta’ Napolitano e’ altrettanto rappresentativo del Capo del Governo, per questo Paese, e che ci si merita l’uno e l’altro.
    Riguardo alle novita, quella che piu’ mi preoccupa e’ quell’accenno al ritardo dell asentenza, che secondo i difensori del caimano, sarebbe dovuta essere emessa dopo pochi mesi ed essendo in ritardo non ha validita’. Spero non abbiano trovato il modo di divincolarsi anche questa volta.

  • Giampi |

    La Mondadori ha in effetti pubblicato fior fiore di fumetti. Dispiace vederla in questo stato, in queste mani.
    Vediamo cosa accade adesso.
    Su un altro fronte: posso dire che rimpiango profondamente Sandro Perini (un socialista vero)?
    E che ha tutta la mia stima Scalfaro, l’ultimo grande nostro presidente vero custode delle istituzioni e della Costituzione?
    I redarguimenti di Napolitano al cittadino che chiedeva di non fermare mi hanno fatto svenire sulla poltona.
    Evviva Ciampi, quando respingeva leggi anticostituzionali.
    Viva Ciampi, Pertini e Scalfaro.
    Ho detto tutto.

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