LE PARODIE DI BILL ELDER, DALLA FANTAGRAPHICS

Elder kurtz. e davis

Al solito, qualcuno commenta (sotto) perché il post parte on line, quando è ancora parzialmente confezionato, prima ancora che sia definito nei suoi contorni, con le immagini e un po’ di testo random.
Bene, ricominciamo da capo.

Dopo quello su Harvey Kurtzman di qualche tempo fa, ecco un altro intervento sul mondo di Mad. In particolare sul Maestro Will Elder (“Guglielmo Piùanziano”), che a Kurtzman più è stato vicino nella straordinaria carriera condivisa per almeno quattro decenni dalla coppia, insieme ad altri colleghi talentuosissimi che molto piacciono a Diego Ceresa.
E a anche me.
E a Michele Mordente.
Punto.
L’occasione è fornita dall’uscita di una lunga intervista a Elder condotta dall’immarcescibile Gary Groth sull’ultimo numero di The Comics Journal, il 298, presentato due settimane fa al Comic-Con di San Diego.
Nei giorni scorsi avrete anche letto la notizia ristoratrice che Kurtzman e Elder compariranno nell’inedito volume di Little Annie Fanny pubblicato nella collana I Maestri del Fumetto, in via di pubblicazione come allegati a Il Sole 24 Ore e a Panorama, con la cura della Magic Press.

Da sinistra a destra nella foto: Harvey Kurtzman, Will Elder, una coniglietta di Playboy e Jack Davis.

Tante teste
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Arcibaldo
Starchie

Rip Kirby
Mickeyrodent
Rodent

Una cosa che potrà interessare più delle altre i fans disneyani transitanti in questo blog, è nella risposta che Elder fornisce a Groth a proposito della sua celebre parodia Mickey Rodent, forse la prima a essere stata concepita, a fumetti, su Topolino e compari, all’inizio degli anni Cinquanta. Sopra ne vedete quattro vignette, realizzate con la straordinaria forza mimetica, nello stesso tempo anche parodistica, che Elder sapeva infondere alle sue tavole forse più di ogni altro suo pur “valoroso” collega, da Wally Wood a John Severin, sino al già citato Jack Davis.

All’epoca, nessuno sapeva chi fosse Carl Barks, e più in generale chi disegnasse i fumetti Disney. Lo stesso Elder, che era “nel giro” e territorialmente non troppo distante, ignorava la sua identità. Altri tempi.

GROTH: Were you aware of the Donald Duck comics, and Carl Barks‘ work at the time?
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ELDER: No. I didn’t know Carl Barks at all.
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I heard of him later after he had left or was retired. Yes, I did use his figures. They were very recognizable, and my gag wouldn’t be any good if they weren’t recognizable.
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GROTH: I thought a real stroke of inspiration in the strip was when Darnold Duck was pointing to your signature and saying, “Look at that signature! It’s not Walt Dizzy‘s style!” And then there were references to the differences in line work between your Donald Duck and the original.
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ELDER: That was a lot of my doing, I must say. But Harvey wrote the general theme of the story, the basics. The idea, the general idea, he came up with it. He’d talk to me and say, “Will, I have an idea for Mickey Rodent, Disney‘s bread and butter. I want to give it the works. See what you can do.” He comes back and he says, “I want the story to exemplify the Disney characters. And suddenly this Duck rebels against whatever Disney has done to the fowls of America, the ducks,” and then he says, “I have a surprise ending. I’d like to end with a real duck.” That was Harvey.
What I did in between, like people in the woods or in the beginning splash page, you have people watching one of their friends being dragged off to the police station, handled by police that look like animals — horses, cows, whatever. One of the victims, one of the people who are watching this going on has a little leash. And at the end of the leash there is a little naked man.
That was a crazy idea I thought of.
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064elder
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PS: Be’, anche Russ Heath non scherza, ma questo è un altro post!
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