Come vedete, cari sconsiderati visitors, in questa fase i post abbondano. Questo è davvero particolare, e si collega (tirato un po’ per i capelli) con laa partecipazione dell’Egitto come Paese ospite d’onore 2009 alla Fiera del Libro di Torino, quella di cui stiamo parlando a gogò in questi giorni.
Come spiegano i resoconti ufficiali dell’evento, questa presenza è stata volutamente fatta coincidere con due appuntamenti dedicati alla storia e alla cultura di questa nazione: la grande mostra archeologica dei Tesori sommersi, che è aperta da febbraio 2009 alla Reggia della Venaria Reale e la mostra in corso a Palazzo Bricherasio dedicata ad Akhenaton, faraone del Sole.
Lo stand egiziano occupa un grande spazio nel cuore del secondo padiglione del Lingotto, e si annuncia di forte suggestione.
L’antico Egitto è una delle grandi passioni degli italiani, al quarto posto nella classifica per Paesi del turismo egiziano. Anche in Fiera autorevoli studiosi, come Edda Bresciani, Francesco Tiradritti, curatore della mostra su Akhenaton e Zahi Hawass, l’ormai leggendario archeologo che gode di una vasta popolarità anche da noi, parleranno dell’egittomania che nel corso dei secoli ha contagiato prima Roma, poi il Rinascimento italiano, e infine, a partire dall’età napoleonica, ha dilagato ovunque investendo le arti, la musica, la letteratura, il costume.
Illustreranno campagne di scavo che le scuole egiziane e italiane stanno conducendo, delle scoperte più recenti e di quelle che vengono considerate imminenti. E si rievocheranno le imprese di esploratori e avventurieri come il padovano Giovanni Battista Belzoni e i piemontesi Bernardino Drovetti e Carlo Vidua, le cui acquisizioni sono confluite nell’attuale Museo Egizio di Torino.
Nel suo piccolo (anzi, nel suo microscopico) Cartoonist Globale contribuisce con un reperto archeologico niente male. Naturalmente, si parla di “cose disegnate”, in particolare un crudo film animato realizzato negli anni Trenta dai pionieristici Frenkel Brothers.
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Il suo titolo è Mish-Mish Effendi. Pieno di ingenuità, errori e rozzezze, è comunque interessante, soprattutto perché misconosciuto. Risente molto di stereotipi nordamericani, come i guanti con tre righe sul dorso alle mani qualche personaggio, o evidenti somiglianze nell’oggettistica e nei fondani con antiche produzioni dei fratelli Fleischer o di Paul Terry. Il cartoonist underground Milton Knight, che ha rintracciato questo short, vi rintraccia molte somiglianze (ad essere gentili) con dei remoti cartoons di Van Beuren con Tom & Jerry (naturalmente parlo dei due ometti, non del gatto e del topo, che nascono solo all’inizio degli anni Quaranta soffiando i nomi a questi due, che verranno ribattezzati Dick & Larry, per evitare confusioni e problemi di copyright. Come questo Wot A Night (1931), che dirà qualcosa agli studiosi di animazione, annoiando a morte i più.
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