TAVOLE A QUADRETTI

Rubino1908

Questo è il secondo post su Antonio Rubino (autoritrattosi nel remoto 1908 come si vede qui a destra) e i suoi articoli in difesa dei fumetti, o comunque (dicendola più blanda) a favore del medium del quale si sta occupando preferibilmente. Questo è ricavato da Paperino e altre avventure (formato giornale) n. 34 del 18 agosto 1938.

Un bel CLICK sopra per ingrandire l’immagine e renderla più leggibile.

Curiosamente, adesso, oltre a non citare la parola “fumetti” non si cita nemmeno il nome “Walt Disney“, ma lo si definisce “tavolista”: disegnatore di tavole, in contrapposizione all’attività di realizzatore di “cartoni animati”.

La mia (modesta) impressione è che in questo suo secondo articolo Rubino voglia ridurre al minimo gli appigli ai quali il Min Cul Pop possa attaccarsi per criticare o censurare i contenuti di Topolino e Paperino. Forse per questo sceglie di mostrare qualche vignetta dell’italianissimo e sdoganatissimo Emilio Salgari al posto degli animali antropomorfi testimonial dei “giornalini”.

Secondo-articolo-rubino

A commento di questo post, Gianfranco Goria sviluppa nel suo imperdibile sito Araba Fenice News alcune considerazioni, che riprendo di seguito, perché possono essere oggetto di riflessione ulteriore:

(…) Ci troveremo l’uso del termine “tavolista” per indicare chi realizza le “tavole disegnate”, utilizzando così un termine che richiama la pittura e gli affreschi rinascimentali: le “tavole” (rimando alla pittura su tavola), o i “cartoni” (termine che ricorda sia i cartoni preparatori degli affreschi, sia i cartoni d’arazzo, opere d’arte in sé, a dirla tutta, altro che “bozzetti” come si intendono oggi).

“Tavolista”, quindi, come “realizzatore di tavole, di cartoni”, cartoonist, insomma. E cosa c’è in quelle tavole? Quadretti. Ma non nel senso di “serie di quadratini”, ovviamente! Nel senso di serie di piccoli quadri, usando il termine pittorico. Tavole (o cartoni) che contengono serie di piccoli quadri, contenenti a loro volta dei disegni compiuti e dei contenitori di dialoghi (i “fumetti”, così detti per la somiglianza con nuvolette di fumo). (…)

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ANTONIO RUBINO NON ODIA I FUMETTI

  • Elisabetta |

    Questo post meriterebbe una maggiore evidenziazione. Avrei un po’ di cose da commentare, ci vorrebbero maggiori informazioni da gettare nel sacco, poi andrebbe mescolato tutto come nell’omaso di una mucca. Poi sii passa nell’abomaso e si caga quel che viene fuori, magari un risultato teoretico interessante.

  • Luigi Siviero |

    “Curiosamente, adesso, oltre a non citare la parola “fumetti”.”
    Secondo me non c’è differenza fra i due articoli. Nell’altro articolo Rubino parla di “storie a quadretti”, qua diventate “tavole a quadretti”, e usava la parola “fumetto” esclusivamente per indicare la nuvoletta con le parole, non tutto il mezzo.
    Quelli che per noi sono “fumetti”, per Rubino erano le “storie a quadretti” o “tavole a quadretti”.

  • Lele |

    Mamma mia che figura ! E’ vero, i Manzanilli sono gli animali invisibili di cui si ciba Pflip. Mi sono confuso con le Catabrille, citate nella storia di “Giuseppe e il Caribicco scomparso” ( telezecchino n°1 gennaio 1970), dove si citano anche i Parapinzi. Sono troppo fissato col telezecchino, scusate. P.S. nel Blog ho messo pure questo, e il mitico Miao.

  • Mariella Manzanilla |

    Davvero?
    Ciao, grazie!
    Ma… Non nascondo che il mio sia un “nome d’arte”, però…
    Non conosco i “caribicchi”, il mio deriva da una storia di Eta Beta nella quale il “cagnolino” dello stesso (o meglio un “gangarone”) si nutre di questi altri insoliti animaletti, i manzanilli…
    Che siano rimasti nell’orecchio di Fecchi per poi farglieli riproporre in altre spoglie?
    Vado a vedere il tuo sito, Lele, così cerco di capire chi è questo Verdini che decanti e che (forse per ragioni di età) non conosco…
    Mariella

  • Lele |

    A proposito, saluto Mariella Manzanilla, ricordando i Manzanilli, mitici animaletti extraterrestri inventati da fecchi, assieme ai Caribicchi.

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