UNA NUOVA LICENZA PER LA DARK HORSE?

Statua Scrooge

La rinomata casa editrice americana del Cavallo Nero (del giuoco degli scacchi), la Dark Horse, potrebbe guadagnare terreno nell’acquisto della licenza per pubblicare libri e fumetti Disney, dopo la scadenza, all’inizio di marzo, di quella con la Gemstone Publishing di Baltimora, non rinnovata (con la conseguente mancata uscita dei comic books annunciati, SIGH!).

Può far sospettare qualcosa di simile l’ultimo numero di Previews, dove si legge: “Dark Horse is pleased to announce a new license with Disney. We’re giving one of the comic-book medium’s most revered casts of characters the Syroco-style treatment in a new series of statuettes based on Uncle Scrooge stories. First up is Uncle Scrooge.”

Certo, l’annuncio parla chiaro: si tratta di statuette raffiguranti Zio Paperone e altri personaggi.
Ma…

1748

La prima statuetta sarà distribuita a luglio con tanto di scatola in metallo dallo stile vintage e costerà una cinquantina di dollari.
Edizione limitata a 950 esemplari.

Da subito (e già da tempo, in verità) è invece disponibile la statuetta di uno Scrooge che si tuffa fra le monete (d’oro, curiosamente, “all’italiana”) come un pesce baleno, facente parte della Disney Classic Collection.

Costava circa 200 dollari, ma su BigBadToyStore con 179,09 viene via.

Ecco la descrizione ufficiale della statuetta:
From the depths of the ocean to the farthest reaches of outer space, this old boy will go anywhere to add to his already vast fortune – but Donald Duck‘s fabulously wealthy Uncle Scrooge McDuck likes nothing better than taking a dip in his vast stash of cash and coin. After all, the money-struck miser has three cubic acres of treasure housed in his mammoth Money Bin in good ol’ Duckburg, Calisota.
This lively 4.75″ tall sculpture, plussed with brass and acrylic eyeglasses, metallic paint and hand-cast pewter elements, captures Uncle Scrooge as he dives through his money like a porpoise – just as he does in the classic comic book stories by Disney artist Carl Barks. Includes a color mini-lithograph of the classic Carl Barks art that inspired the sculpture
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Si tuffa

  • Eugenio Menalca |

    Ho trovato delle valutazioni interessanti sulla difficoltà in USA di diffondere comic bboks Disney (e non solo Disney). Ve le giro, frullandole un po’, a scriverle è Chuck Munson.
    Se non le capite (perché non conoscete l’inglese) fatevi vivi e ve le riassumo nella lingu di Petrarca.
    It has been incredibly frustrating to see the item we love downright ignored in the places that would, we believe, introduce the object of our adoration to others. And that right there is the problem.
    If you are a merchandise buyer for the parks or the stores you are first looking for something that either has a track record, or you have solid research (read “test marketing” or “polling”) that it *will* sell. Our wonderful books fall short for a number of reasons here.
    First, the buyers are looking for sales of whatever in the tens or hundreds of thousands in under-$10 to $20 category; a few thousand doesn’t cut it (yes, the Catch-22 logic of this is deliciously ironic).
    Second, they’re a printed product which is hard to market when the classic characters are taking a decidedly back seat position. (I contend this even though they trot them out once in a while, overall it seems that in the marketing world it is all about Princesses and the latest flick.)
    Third, books seem to be difficult for Disney to market outside of a bookstore.
    We all, I believe, held out great hopes of the big marketing breaks for the comics with the chain bookstores, Walmart, Target, etc. I’m not certain how much and how far that went, but I do wager that it wasn’t easy however far it went.
    You are competing against everyone else who wants to get their printed page on a shelf at Borders. The largest Borders or Barnes and Noble, in spite of their seemingly endless rows of shelves still has a finite number of display shelf feet available. Everyone has to pony something up to play with the big boys. They pick you and not the other way round.
    Couple this with a US public who no longer views comic books as one of those things that just naturally goes along with childhood and I think you have a true Herculean uphill battle. And if you do get a parent interested, unless they are someone who has been around comics for the last 20 years, they are definitely going to balk at the price. It does not matter one iota that everything else has gone up as well, the cliche of the “cheap” comic book dies a hard death – “why aren’t they [depending upon your age] 15/20/25/50 cents a copy?” Even more scary – kids are mostly not interested.
    If they are, they have moved on to super heroes by the time they are five or six and the complexity, richness and sophistication of the stories that we love are completely lost on them.
    Add in the so often demonized computer/video games and it paints a bleak iceberg filled seascape through which our Titanic must maneuver. So, very, very frustrating.

  • Matteo Venturi |

    Caro Luca, io son contento così.
    Certamente non mi aspettavo qui la storia brasiliana, ma, prima o poi, mi farebbe tanto piacere vederla anche in Italia.
    Sui “Paralipomeni”, capisco che il volume, con essi, si sarebbe troppo appesantito, tuttavia spero che la loro ristampa sia presto presa in considerazione, per esempio da Ambrosio, in una sezione di uno dei prossimi numeri del corposo “Disney Big”.
    Ciao e grazie come sempre per la disponibilità (nonostante gli impegni).
    Matteo.

  • Hellana di Pavia |

    Ho bisogno di un piacere.
    Un piacere personale.
    LUCIANA LITTIZZETTO
    Ho bisogno che qualcuno mi faccia un decreto, magari in tre giorni come va di moda adesso.
    Vorrei un decreto che obblighi lo Stato e le amministrazioni comunali a somministrare idratazione e nutrimento ai barboni.
    No, perché ne è morto un altro e solo a Milano dall’inizio dell’anno fanno otto. Otto persone non sono poche.
    No, perché, sa, stiamo tanto a parlare della vita, a difendere la vita ai moribondi e poi ci crepano sotto gli occhi quelli vivi e vegeti e non facciamo un plissé.
    Ecco, sono sicura che i barboni gradirebbero una bella flebo di branzino… pagata dalla Asl magari…
    Ma come mai i clochard non interessano a nessuno?
    È perché tanto non votano?
    Oppure la vita loro vale meno?
    Probabilmente sì, visto che ogni due per tre gli diamo fuoco. Che può essere un modo per risolvere il problema, per carità… È partita sta moda qua, purtroppo. Dar fuoco alle persone. Come fossero bastoncini di incenso.
    Se uno si annoia, appicca il fuoco e poi se ne torna in birreria a ruttare con gli amici.
    D’altronde il sudoku, il biliardo e i video games richiedono un minimo di cervello, invece sventolare l’accendino no…
    Anche a stare nella casa del Grande Fratello, un po’ si fatica, capace che ti chiedono i nomi dei sette nani a memoria, per dire… sono già delle belle prove di intelletto.
    Invece, a girare con due fiammiferi e un po’ di benzina, basta un neurone. No, perché nel cranio di questi deficienti due pensieri passano.
    Il primo: «Se ho i soldi, minchia compro ».
    Il secondo: «Se non ho i soldi minchia spacco qualcosa, picchio un gay, do fuoco alle persone o stupro la compagna di classe. Altrimenti come lo passo, tutto questo tempo inutile che mi si spiana davanti?».
    Caro amico, amico mio carissimo: posso dirti?
    Se non sai come passare il tempo, come svernare, fai una roba. Legati i testicoli con un cordino e poi fai il tiro alla fune. Vuoi dar fuoco a qualcosa? Ti consiglio i peli delle tue ascelle. Mettiti la maionese sul pisello e poi dallo da mangiare ai piranha.. All’inizio dicono che si gode.
    No, perché poi c’è la storia del branco, il branco… certo… se non sono in tre o quattro non riescono a fare le cavolate… In due magari hanno ancora la percezione, in tre o quattro invece… alè. Ma il peggio sono i genitori.
    Per i genitori sono sempre dei bravi ragazzi… «Sì, mio figlio ha dato fuoco ad un barbone ma poi ha cercato di spegnerlo».
    Ah beh, allora… È un boy-scout, praticamente: mentre faceva un falò col barbone cantava anche alelecicatonga, magari?
    Zitta, devi stare. Perché per dar fuoco a qualcuno devi avere un tale vuoto dentro di secoli, che la colpa è soprattutto tua.
    Hai tirato su un testa di minchia, poi ce l’hai scodellato per strada. Questa è la verità. Non è un bravo ragazzo.
    È uno scervellato criminale, cara. E tu come genitore dovresti insegnargli a vergognarsi. E a consolarlo ci pensi poi quando è in galera: spero per più tempo possibile.

  • Luca Boschi |

    Cerrrrrto, Stefano,
    stamani mi sono svegliato con questo pensiero in testa…
    Ma prima devo chiudere un fascicolo con quel che ne consegue, onde possano lavorarlo domattina!
    Fossati mi parlò delle modifiche (e gli chiedevano anche di fare solo quele essenziali, perché… alla Mondadori ogni intervento costava!!!) in occasione dell’uscita del volumetto cartonato “Paperepopea”, che di fatto uscì in contemporanea con quei Grandi Classici, usando gli stessi impianti, ma a prezzo molto più alto!
    Ciao!
    L.
    PS: Scusa il ritardo, come sempre…

  • Stefano Priarone |

    Grande Luca! Mi sa allora che mi prenderò di nuovo la S&G, per me sarebbe la terza edizione (la prima in Oscar letta quando da bambino nei primi 80 mi hanno tolto le tonsille, la seconda in un grande classico), solo per leggere i tuoi pezzi e sperando che ci sia la storia in più di Savini (che peraltro ho su Topolino).
    Quindi i cambiamenti di Fossati sarebbero nella ristampa sui GC e non, penso sulla versione Oscar, che risale a prima dell’arrivo di Fossati su Topolino?
    Se poi, Luca, riesci per domani a mandarmi 1000-1200 battute mi fai un favorone che sono agli sgoccioli della scadenza…
    Ciaoissimo
    Stefano

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