Non è esattamente uno sguardo approfondito. Solo una passeggiata veloce con la guida del designer Chip Kidd (autore dei libri Peanuts: The Art of Charles M. Schulz e Mythology: The DC Comics Art of Alex Ross, entrambi vincitori di Eisner Award a San Diego oltre che bestseller) che perlustra la mostra mercato.
E… cosa scopriamo?
Che la NY Comic-Con, chiusasi il giorno 8 febbraio, sembra quasi una mostra italiana, tutto un po’ mischiato, un paio di cosplayers, postazioni meno lussuose e un po’ più precarie che a San Diego, gadget e vecchi comic books da sbavamento (e da mutui, suppongo).
Poi, il Bat-Manga (Batman e Robin filtrati attarverso lo stile giapponese), tracce di Alex Ross, che ha sostenuto la campagna di Obama con l’ennesima declinazione superomistica dell’Uomo salvifico che mostra la canottiera.
E anche un accenno alla nuova Batwoman, della qualle alla con si è visto poco, ma si sono sbandierate le proprie preferenze sessuali. La nuova supereroina della DC Comics, alter ego di Kathy Kane,infatti, è scopertamente lesbica.
La vedremo il prossimo giugno in Detective Comics n. 854, ma intanto, sotto ve ne mostro un paio di immagini in anteprima e vi posto un commento su di lei che proviene direttamente da chi ne scrive le storie: Greg Rucka (l’ha rilasciato ieri a questa pagina inglese del Guardian; roba fresca!).
“Yes, she’s a lesbian. She’s also a redhead. It is an element of her character. It is not her character. If people are going to have problems with it, that’s their issue. Frankly, she should be judged on her merits.
“Nobody has really seen her. They don’t really know who this person is. You are going to figure out what she does, why she does it and who she has to help her. I obviously get into what makes her different than Batman. They share a lot, more than including a bat. But they have different techniques and different approaches.”
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Va da sé che poi ci sia stata una pioggia di ospiti da far paura.
Mostro la foto di due di loro, due amici: Barbara Canepa (prossimamente su queste colonne, anzi, anche un po’ in ritardo rispetto ai programmi) e Irwin Hasen, leggenda vivente, classe 1918, non lo vediamo già quasi da dieci anni, sigh!
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