CENTOUNDICI ANNI CON BIBÌ E BIBÒ (E IL CAPITAN COCORICÒ)

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La (benaugurata) presenza di Rai Tre ha leggermente sconvolto il palinsesto delle cose da vedere, da dire e realizzare venerdì scorso, al seminario fiorentino presso la Scuola Internazionale dei Comics.

I consueti tre corsi di tre ore ciascuno sono stati un po’ diversi fra loro, con la conseguenza che, chi ha mangiato la foglia è rimasto per raddoppiare o triplicare la sua presenza come “fruitore”, divenendo compartecipe della maratona di visoni, chiacchierate e informazioni condivise.

Durante l’incontro ho parlato della incredibile circolazione delle strisce sui quotidiani all’inizio degli anni Trenta, citando una immagine promozionale, di artista sconosciuto, realizzata per conto del King Features Syndicate (l’agenzia fondata dal magnate della carta stampata William B. Hearst distributrice delle strisce patinate originali degli anni Trenta che ho mostrato agli studenti del seminario) per accaparrarsi inserzioni pubblicitarie.

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La divido in due parti, dato che la striscia è davvero troppo lunga e nella base della finestra non sta per intero.

L’immagine proviene da una pubblicazione a tiratura limitata del Connecticut, dove si parla di varia umanità, dalla diffusione capillare dell’energia elettrica da quelle parti (a quanto pare si trattava di un fenomeno piuttosto sensazionale) a temi assortiti di vita sociopolitica.

Senza data, questo fascicolo reperito in modo rocambolesco, è anche privo di copertina. Potrebbe essere, però, della del fine 1932 o dell’inizio del 1933, a quanto si deduce dalla datazione delle tavole a fumetti pubblicate a mo’ di esempio, insieme ad alcune biografie e foto di autori, come George Herriman e Rube Goldberg.

La fantomatica illustrazione in questione è tratta, come si intravede dalla didascalia posizionata sotto la prima parte, da The Comic Weekly, il supplemento a colori della domenica inserito all’inizio degli anni Trenta in diciassette quotidiani del gruppo Hearst.
Questo inserto a colori aveva (secondo le stesse dichiarazioni fatte dal King Features Syndicate) un pubblico di ben cinque milioni di famiglie negli Stati Uniti.

L’immagine fa parte di un servizio che enfatizzava l’importanza commerciale dei personaggi dei fumetti (in particolare delle comic strips distribuite dal King Features Syndicate).

Topolino è una specie di “ultimo arrivato”, dato che, quando l’illustrazione è stata realizzata, vive nelle strisce da appena due anni. Viene portato “in palmo di mano” da Boob McNutt, protagonista di una serie ormai davvero poco frequentata, realizzata dal geniale Rube Goldberg.

Fra gli altri personaggi che si rivolgono a una famiglia, in veste di utente, insieme a un annuncio pubblicitario dalla bianca silhoeutte antropomorfa, si riconoscono tra gli altri il Gatto Felix, Bibì e Bibò, Barney Google, Arcibaldo e Braccio di Ferro.

La maggioranza di questi personaggi all’epoca era nota anche in Italia, sia perché, come Mickey Mouse, pubblicata con tanto di nuvolette dalla editrice fiorentina Nerbini, sia perché presenti nel Corriere dei Piccoli, con l’eliminazione dei balloons e la loro sostituzione con “italiche strofette” a pie’ di vignetta.

La ragione che quasi rende di attualità questo post riguarda un evento non secondario: il fatto che Bibì e Bibò, alias i Katzenjammer Kids compiano con le loro tavole domenicali ben 110 anni di vita in data 9 dicembre 2007 (oggi!).
Quella di Bibì e Bibò, e del Capitan Cocoricò, con tanto di mamma Tordella e di barbuto Ispettore (senza nome) si conferma la più longeva serie a fumetti della storia (ancora in produzione, grazie alla mano del mio amico Hy Eisman, più volte invitato in Italia soprattutto come autore di Popeye, l’altra serie che porta avanti in parallelo).

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Segnalo questo post a tutti gli studenti del seminario dei quali ho recuperato la mail, e anche ad Alfredo Castelli, che ai due mo-
nelli ha dedicato più di uno studio, inserendoli anche in uno spe-
ciale episodio del suo Martyn Mystère.

Chi vorrà aggiungere dati, informazioni, fare domande e osservazioni è il benvenuto.

Il prossimo post collegato al seminario riguarderà un altro argomento di cui si è parlato venerdì scorso, ma solo (un po’ più approfonditamente) nel corso serale-notturno: le espressioni facciali e la psicologia dei personaggi espressi da Chuck Jones, nostro faro, onnipresente nel seminario.

Per la cronaca, la data di messa in onda del servizio girato venerdì scorso, con la cura di Gianni Mammoliti e interviste-lampo a molti di noi, dovrebbe andare in onda sabato prossimo.

Vi farò sapere…

A seguire, subito sotto, mostro il due soli cartoon a colori con Bibì e Bibò, The Captain’s Christmas (1938) e Petunia Natural Park (1939).

Il secondo è un po’ scuro e, nella versione di YouTube, funestato da alcune scariche elettriche dal suono di pernacchia. Ma questo passa il convento della rete…

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Il © dei personaggi di Dirks è del K.F.S.
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UNA NOTA CONCLUSIVA: A parte i due filmati, fra i quali uno di argomento natalizio, il succo del post riprende quello analogo del 12 settembre 2007 (che però non troverete più in rete, se lo andate a ricercare).
Alcuni dei commenti che seguono, quindi, sono riferiti a fatti di allora, che oggi appaiono “deliziosamente obsoleti”.

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  • Libero da Retequattro |

    L’associazione dei giornalisti tedeschi (DJV) conferisce il premio per la libertà di stampa a Marco Travaglio.
    Avete trovato questa notizia su altri mass media?
    Eppure, è così.
    Michael Konken, presidente federale della DJV, ha motivato la decisione dichiarando: “Assegnamo il premio a Marco Travaglio, un collega che si è contraddistinto per il coraggio critico e l’impegno dimostrato nel combattere per la libertà di stampa in Italia.”
    Travaglio ha saputo denunciare pubblicamente i tentativi dei politici italiani, in particolare di Silvio Berlusconi, di influenzare il lavoro dei media e di ostacolare lo sviluppo di un giornalismo critico.
    Le critiche di Travaglio si sono orientate anche ai colleghi italiani con lo scopo di incoraggiarli a non sottomettersi alla censura. “Il premio della DJV per la libertà di stampa è il riconoscimento più adatto a Marco Travaglio,” ha dichiarato Konken. “Travaglio deve dare coraggio ai giornalisti italiani affinché possano svolgere la loro funzione di vigilanza e non cadano vittima di intimidazioni”.
    Il premio della DJV per la libertà di stampa consiste in 7.500 Euro e sarà conferito a Marco Travaglio a Berlino alle 18:30 del 28 aprile 2009 presso il Palazzo della Bundespressekonferenz (ufficio stampa federale). I rappresentanti dei media sono invitati a partecipare alla cerimonia.
    Con questo premio la DJV onora personalità o istituzioni che si impegnano in prima persona in battaglie per il mantenimento e la creazione della libertà di stampa.
    I precedenti vincitori sono stati il giornalista serbo Miroslav Filipovic, la giornalista russa Olga Kitowa e la redazione del giornale “Berliner Zeitung”.
    Filipovic ha ricevuto il premio per aver scoperto i crimini di guerra serbi in Kosovo, Kitowa è stata premiata per la sua difficile battaglia contro la corruzione in Russia e la redazione del “Berliner Zeitung” per l’impegno dimostrato nel difendere la libertà di stampa in Germania e l’indipendenza editoriale da Mecom Group, la casa editrice che l’ha rilevata.
    Libero da Retequattro

  • Salemme |

    Interessantissimo!
    Di questi autori si sa poco e nulla. Esiste anche un libro edito da Garzanti a metà anni Sessanta, dedicato a Bibì e Bibò.
    E’ possibile trovare foto, filmati o interviste dei due Dirks e di Knerr?
    Grazie,
    Salemme

  • Moerandia |

    Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò … la prima serie a fumetti vera e propria del mondo, sdoppiatasi per una sentenza di tribunale (e non fu l’unica), decenni di materiale, più di un secolo visto che esiste ancora. Peccato che una delle due versioni, quella di John Dirks, figlio di Rudolph, abbia chiuso i battenti nel 1979.
    Ho entrambi gli Oscar Mondadori dedicati alla serie, quella di Harold H. Knerr, dove a fare le spese delle furbizie dei due monelli è anche il vanitoso Rollo, e la versione di Rudolph Dirks, un lotto del 1948 dove la serie è quella di sempre, ed uno del 1968, dove l’influsso del figlio John (classe 1917, passato a lavorare sulla serie nel 1958) è evidente, sia nel tratto (il padre, oramai novantenne probabilmente si limitava a tracciare degli schizzi, poi terminati dal figlio), sia nei testi, con nuovi personaggi tra cui un “hippie” … l’ultima firma “R.Dirks” appare nella tavola domenicale del 16 giugno (preparata con notevole anticipo, si vede, visto che il grande autore se n’era andato il 20 di aprile); nella successiva appare la firma “J.Dirks” e la metamorfosi si compie.
    Mentre la versione KFS continua per opera di Knerr, e poi di Doc Winner, di Joe Musial ed attualmente di Hy Eisman, quella del rivale UFS chiude purtroppo i battenti nel 1979 (o 1976, secondo l’albo citato qua sotto).
    Nel 1997 esce uno speciale di Martin Mistére, di Castelli/Montanari e Piccoli, edito dal Salone del libro di Torino, “Che fine ha fatto Kurt Katzenjammer?”, dove si ripercorre la storia della prima striscia della serie, scomparsa e mai più ritrovata, ricostruita nell’albo dal compianto Michele Pepe. In essa vi è un terzo bambino, che sarebbe scomparso già dalla striscia n.2 (va detto che col tempo sono scomparsi anche il padre ed il nonno di Bibì e Bibò, e forse in Italia non si sono mai visti, non so …), e su questo Castelli costruisce una storia immaginaria su Rudolph Dirks.
    John Dirks prepara un disegno speciale per quest’albo (con uno stile più tradizionale di quello che adoperava nel 1968), e sullo sfondo ci sono … Martin Mistére e Java. Questo disegno finisce poi nel sito “Lambiek” all’ http://lambiek.net/artists/d/dirks_john.htm , portando quindi un piccolo frammento di fumetto italiano anche in una pagina dedicata a quello statunitense.
    Saluti.
    G.Moeri

  • Eliana Stella |

    La cosa non c’entra, ma evidentemente l’Elefantino non si tocca.
    Mi riferisco al tristissimo, e significativo fatto di cronaca, e di cultura, che ha riguardato un ennesimo attacco alla possibilità di fare satira in Italia. Luttazzi potrà essere più o meno simpatico, ma evidentemente non può attaccare i ceffi che dominano palinsesti e scranni del potere (politico e giornalistico, che poi fa lo stesso).
    Giustamente, i giornalisti de La7 protestano, in quanto questo atto nuoce e danneggia la rete, e la stessa libertà di satira e di spettacolo presunta (ma inesistente) che in Italia si dice che ci sia.
    In Francia sarebbe successo il putiferio, ma qui!? E Maurizio Crozza, questa sera, in diretta, farà finta che questo episodio, sulla sua stessa rete, non sia mai avvenuto?
    E Boncompagni a “Bombay”, dove ogni sera, ad ogni puntata, sottolineava il fatto che La7 non censurasse nessuno?
    Leggo un po’ di notizie sulla sospensione di “Decameron” da La7 su Corriere.it e su http://www.dagospia.com/round.php3, a cui rimando:
    (…) Tensione a La7, all’indomani della notizia della sospensione del programma di Daniele Luttazzi, il comico licenziato per aver «gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara». A sollevare le polemiche è il Comitato di redazione della testata de La7, che insorge contro la decisione della direzione del tg di escludere dall’edizione notturna del telegiornale la notizia che riguardava Luttazzi.
    La direzione di La7 ha sospeso la programmazione del settimanale Decameron condotto da Daniele Luttazzi. Con un incomprensibile e arrogante atto censorio il vicedirettore Pina Debbi ha deciso di non inserire nell’edizione notturna del tg dell’ 8 dicembre la notizia» denuncia il Cdr, parlando di un «fatto gravissimo che ostacola il dovere di completa e libera informazione del telegiornale di La7» danneggiando «l’immagine di imparzialità e professionalità della redazione» e alimentando «sospetti sui reali motivi della sospensione del programma».
    «Puntuale infatti la sospensione di Decameron arriva dopo la replica ( ! ) di giovedì 6 dicembre, della puntata andata in onda sabato 1 con punte di 2 milioni e 700 mila telespettatori. Sull’episodio chiediamo un immediato chiarimento al direttore», conclude il cdr.
    (…)
    Interpellato in merito alla vicenda, Giuliano Ferrara non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione: «Nessun commento, nessun commento» sono state le uniche parole del direttore del Foglio.
    Vediamo cosa dice in merito Beppe Grillo.
    Sabina Guzzanti ha espresso la sua solidarietà a Luttazzi.

  • Mariantonietta Sorrentino |

    Mio marito non è degli anni ’30 del secolo scorso, ma del 1948.:)
    Mi conferma di aver seguito i Nostri eroi e il Capitano sul mitico Corriere dei Piccoli.
    Ora stampo e magari torno.
    Ci conto sulla notizia del servizio, eh!
    Sul resto non mi pronuncio solo perchè non sono abbastanza informata.
    Grazie Luca.:)

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