Oggi in molti ricordano Oreste Lionello, scomparso ieri dopo lunga malattia.
In rete ho visto che qualcuno, evidentemente non amante del Bagaglino nel suo insieme, ha avuto il gusto non certo squisito di fare delle osservazioni negative su di lui anche dal punto di vista professionale. Mi sembra davvero inopportuno.
Nei decenni, quell’infaticabile lavoratore che Oreste Lionello è stato ha dispensato al suo pubblico momenti di comicità degna di nota, anche un po’ lunare e surreale, insolita, ben prima che Antonello Falqui lo prendesse sottobraccio trasferendolo in televisione (dove già lavorava, intendiamoci) in un format paracabarettistico con Pippo Franco, Gabriella Ferri, Pino Caruso e (in un primo tempo) Enrico Montesano.
A milioni di bambini italiani, sparsi attraverso varie generazioni, la voce di Oreste Lionello è giunta per la prima volta attraverso le labbra di Dick Van Dyke, o meglio di Bert lo spazzacamino.
La superba modulazione della sua voce, i suoi toni leggeri e coinvolgenti che in un batter d’occhio si fanno cupi, sono verificabili anche in questo breve assemblaggio di spezzoni da Mary Poppins che posto.
Voce stupenda, non solo imprestata a Woody Allen, come tutti oggi ricordano, ma anche a un’ecatombe di personaggi dei film animati, fra cui alcuni di grandissimo successo. Lionello ha preso parte fra gli altri a classici Disney come Il libro della Giungla e a trasgressioni adulte come Fritz il gatto.
A questa pagina, Antonio Genna elenca la stragrande maggioranza delle voci (e delle interpretazioni cinematografiche) di Oreste Lionello.
Senza contare il “Fumetto in TV” Lupo Alberto, dove il lupo di Silver parlava attraverso le corde vocali di Oreste (e ancora parla, data la riedizione di Supergulp! attualmente in vendita in edicola grazie alla Gazzetta dello Sport e alla quale sono onorato di collaborare: un successo superiore a ogni aspettativa, peraltro, si sussurra di 47mila copie vendute del primo dvd in una giornata e mezzo, a prezzo pieno).
Un blog consente raramente di approfondire gli argomenti, in fondo non è nemmeno il suo scopo, al massimo può indicare le linee di una conversazione, fornire qualche spunto per riflettere.
Così, anche oggi si ritira in buon ordine col suo bravo post appena sfornato, lasciando appena accennato il discorso su Oreste Lionello.
Mi limito, ancora, a solleticare la memoria di chi, a suo tempo, ascoltava anche la radio della Rai, e avrà potuto godersi programmi nient’affatto scontati scritti (oltre che recitati) anche dal Lionello stesso, in coppia con Sergio D’Ottavi. Per esempio, Recital di primavera (credo 1969, in fascia serale), con i soliti Caruso, Montesano etc. e una giovanissima Loretta Goggi come presentatrice; o il delizioso Quante donne pover’uomo (forse 1970 in “fascia pranzo” sul Nazionale)), con Paola Pitagora, Valeria Valeri e Andreina Pagnani (già “signora Maigret“).
O anche il più recente e longevo Permette cavallo, di e con un Michele Guardì quasi pretelevisivo, all’inizio degli anni Ottanta.
Come contraltare alla performance dello spazzacamino di Van Dyke-Lionello, propongo, consigliandolo a chi non l’ha mai visto/sentito prima, il remake porodistico del duetto Mary Poppins-Bert andato in onda nello show Crozza Italia due mesi e rotti fa: è solo una conferma, peraltro non necessariamente determinante, che la versione originale, con le musiche dei fratelli Richard M. e Robert B. Sherman, è un classico senza tempo saldamente radicato nell’immaginario collettivo (quantomeno di noi occidentali, sorbole!)..