STEFANO RODOTA’ INSEGNA IL DIRITTO AL MINISTRO ALFANO

No comment, o quasi.
A Ballarò, l’insigne giurista Stefano Rodotà dà ripetizioni gratuite di diritto a chi dovrebbe conoscerlo e che, con tutta probabilità sa bene di essere nel torto marcio, ma (forse secondo il proprio vero pensiero) deve reggere il sacco a un “capetto”. O almeno, questa è l’impressione che gli spettatori hanno ricavato dalla sua infelice partecipazione alla puntata di martedì scorso del programma condotto da Floris.

Sbaglierò…

Questo post va letto in abbinata col precedente.

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  • Lele |

    Vaniloquio libero, recriminazioni, faziosità, odio verso Berlusca, frustrazione, presunzione di essere i migliori…. Questo è il PD.
    Non c’è peggior SORU di chi non vuol capire.
    Intanto dopo l’Abruzzo se ne và anche la Sardegna… e tra poco tocca a Firenze, Napoli e la Campania !
    Tanto di Cappellacci a Weltroni. Walter, resta, non lasciare proprio ora….. lasciaci vincere anche le Europee. Yes, We Can, Yes, You Cannot, Se pò fà.
    W Weltroni, W Di Dietro, W Strafalcio. Per sempre nei nostri cuori. Continuate a farci sognare. Olè Olè!!!!!

  • Biagio Sanna |

    Ciao, credo di poter interpretare il commento di Irene, dandole ragione.
    Almeno in un caso recente, sempre con un governo Berlusconi, è accaduto che una legge, o meglio appunto un decreto del Governo, abbia diatteso una sentenza invalidandola. E’ avvenuto per interessi diretti del premier, a proposito del salvataggio di Retequattro, a spese nostre e di quel poveretto che legalmente ne possiede le frequenze già occupate abusivamente da Berlusconi.
    Riporto una ricognizione che ne ha fatto uno bravo.
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    Nel 2002 la Corte Costituzionale, più della Cassazione se così possiamo dire, ribadì per la seconda volta, dopo averlo già detto nel 1994, che i privati non possono avere più di due reti televisive generaliste sull’analogico terrestre, cioè sul telecomando normale che uno sintonizza accendendo la televisione, e che quindi Rete4 era eccedente rispetto alle reti Mediaset, e che quindi Mediaset la doveva vendere o mandare sul satellite.
    Già nel 1994 si era detto questo, ma nel 1994 la Corte sperava che i governi avrebbero eseguito quella sentenza senza batter ciglio.
    Invece, i governi di destra e di sinistra succedutisi da allora se ne infischiarono e la Corte nel 2002 tornò a fissare quella imposizione, mettendo anche un termine ultimo entro il quale si sarebbe dovuto rispettare tutto ciò. Mise come ultimatum il 31 dicembre 2003: se entro quella data Rete4 non fosse passata sul satellite liberando le frequenze sull’analogico terrestre, quelle che dovrebbero andare a Europa7 di Francesco Di Stefano, sarebbe stata spenta.
    Il segnale analogico di Rete4 sarebbe stato spento e Berlusconi avrebbe perso all’istante tutti i soldi della pubblicità incassata da parte degli inserzionisti che, ovviamente, la pubblicità su Rete4 la fanno perché sanno che la vedono tutti.
    Se sapessero che la vedono solo quelli che hanno il satellite evidentemente o non la farebbero o la pagherebbero molto meno, perché quelli che vedono il satellite sono pochi rispetto a quelli che vedono l’analogico.
    A quel punto, il governo Berlusconi II varò la legge Gasparri, che con un papocchio che non sto qui a ricordare – si basava sulla bufala del digitale terrestre di cui Grillo ci ha raccontato di tutto e di più con largo anticipo – sosteneva che, essendoci ormai il digitale alle porte che avrebbe moltiplicato i canali, che i media ormai erano talmente tanti da rendere quasi marginale la televisione analogica, quelle piccole tre reti di Berlusconi non facevano più problema perché erano una goccia nel mare.
    La legge era totalmente incostituzionale, Ciampi non la firmò.
    Era il 15 dicembre del 2003, mancavano 15 giorni alla scadenza ultima.
    A questo punto, il governo Berlusconi con la firma di Berlusconi proprietario di Rete4, varò un decreto legge che prorogava il termine per Rete4 sine die, in attesa che venisse varata la legge Gasparri bis che un po’ impapocchiata e modificata rispetto a quella prima, comunque sarebbe passata perché Ciampi difficilmente avrebbe osato bocciarla la seconda volta, anche se avrebbe potuto farlo in quanto era stata cambiata e quindi non era più la stessa.
    Così, a Natale 2003, Berlusconi firmò un decreto che salvava la televisione di Berlusconi, neutralizzando una sentenza della Corte Costituzionale.
    Si può immaginare qualcosa di più incostituzionale?
    Un decreto che neutralizza una sentenza della Corte Costituzionale, firmato dallo stesso beneficiario del decreto. Irene aveva ragione.
    Ciampi la firmò, non capisco perché, forse per stare tranquillo, il decreto entrò in vigore e così il 31 dicembre Rete4 continuò felicemente a trasmettere e così nei mesi successivi, fino ad Aprile 2004 quando la legge Gasparri 2, di nuovo firmata da Ciampi, cancellò definitivamente gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, consentendo l’ennesima fase transitoria illimitata a Rete4, in attesa del messia, cioè del digitale terrestre, che era previsto nel 2006 e non l’abbiamo ancora in vigore oggi.
    Per fortuna, perché, come si è visto in Sardegna, non funziona, era una truffa.
    Chi ha scritto queste righe era Marco Travaglio, grazie di averle lette.
    Se avevate dei dubbi…
    Anche noi sardi, sappiamo come fare, io farò il mio dovere domattina e anche solo per questa ragione potete immaginare come la penso.

  • Rosario |

    Ciao, non ho capito l’affermazione di Irene.
    Irene vuol dire che comunque, sempre, in ogni caso, un decreto può prevalere su una sentenza passata in giudicato, e che questo può accadere come “eccezione”, basata su un principio come quello che cita: l’applicazione della legge più favorevole all’imputato?
    Se fosse così, dove se ne va la certezza dello Stato di diritto? Faccio un decreto d’urgenza dopo che mi hanno condannato e vado in “tasca” ai giudici.
    Se sono al governo, naturalmente.
    In surroga, anche Rodotà avrebbe detto delle fregnacce o sono stato io a riportare male, in modo superficiale e approssimativo, quello che ha detto?
    Non è una domanda polemica, solo, vorrei proprio capire.
    Altrimenti avrebbero avuto torto tutti quanti e questo decreto andava fatto!
    Non credo (a prescindere dal merito).
    Grazie,
    Rosario

  • Hefrem Bis |

    Bene, io ho detestato Mastella quando stava nel centro-sinistra, a mio avviso a sproposito.
    Tutti l’hanno vituperato,
    Alcuni seguaci di berlusconi l’hanno considerato l’emblema della corruzione nel PD e alleati, e ne hanno fatto preteso per attaccare tutta la coalizione.
    E ora… colpo di scena!
    L’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella sarà candidato alle elezioni europee di giugno nelle liste del Pdl. E’ quanto stabilito nell’accordo reso noto oggi dal Popolo della libertà ma firmato giovedì scorso a Roma dai coordinatori campani di Forza Italia, Nicola Cosentino, e di Alleanza Nazionale, Mario Landolfi, e dal segretario campano dell’Udeur, Antonio Fantini. Annunciate anche un’intesa per le prossime comunali e provinciali e una “verifica politica”, nelle amministrazioni dove l’Udeur è in coalizione con il centrosinistra “a partire dalla provincia di Benevento”.
    Ora, cari berlusconidi, vi sta bene pur di far numero, il tanto detestato Mastella?
    Avrò una ragione in più per detestarvi tutti quanti, e la riprova che i miei conti tornavano. Chi lavora sporco in politica preferisce star dalla “parte più sporca”.
    Questa è la mia opinione.
    Con i suoi metodi, forse in quelle zone vi giungerò qualche votino in più, ma credo che gli italiani stiano cominciando a capire come stanno le cose.
    Bene, chi ha fatto cadere un governo che lavorava bene, come quello di Prodi, adesso chiede asilo a quelli che ha favorito, lavorando come una talpa al suo interno.
    Ce lo ricordiamo bene.
    Hefrem

  • Irene |

    Quoto:
    In effetti, che un decreto non può prevalere o cancellare una sentenza passata in giudicato lo sa chiunque abbia studiato un minimo di diritto. Non era necessario scomodare un gigante come Rodotà.
    Mi sa che l’estensore di questa affermazione non sappia lontanamente cosa è il diritto.
    E forse ripete a pappagallo qualcosa che ha sentito in tv.
    Un esempio stupido del contrario è quello dell’applicazione della legge più favorevole all’imputato e la sua applicazione anche dopo la sentenza passata in giudicato.
    Es paratico: L.B. uccide una persona. La condanna in quel periodo è di 20 anni. L.B. viene condannato a 20 anni (diamo il massimo a L.B.). Successivamente la legge, anche attraverso un decreto stabilisce che la pena per l’omicidio non puo’ superare i 15 anni. L.B. uscirà prima.
    E’ la sentenza passata in giudicato è bellamente sorpassata.
    Gli esempi sono migliaia, nel diritto civile e nel penale e nell’amministrativo.

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